Martedì troviamoci al senato

10 Lug 2014

La riforma del Senato è oggi uno dei cavalli di bat­ta­glia del governo Renzi. Giu­sti­fi­cata con la neces­sità di svel­tire pro­ce­dure legi­sla­tive e ridurre costi della poli­tica. In realtà la len­tezza del Senato è smen­tita dalle sta­ti­sti­che e dalla realtà: l’emendamento che fis­sava ieri in Com­mis­sione la com­po­si­zione del futuro Senato è arri­vato di notte ai gruppi che hanno avuto tempo per sub emen­dare solo fino a fine mat­ti­nata di oggi. Se si valu­tas­sero dav­vero merito nell’attività legi­sla­tiva e costi sarebbe più ragio­ne­vole declas­sare la Camera: ha pro­dotto molte leggi mal scritte, cor­rette poi dal Senato, e il taglio dello sti­pen­dio dei depu­tati pro­duce un rispar­mio dop­pio. Ma l’idea non pia­ce­rebbe a Renzi: il suo potere si regge sulla Camera dei nomi­nati, gon­fiati dal pre­mio di maggioranza.

Così la sovra­nità popo­lare è desti­nata al macero. I cit­ta­dini ven­gono pri­vati della libertà di votare il Senato e sono obbli­gati a votare per la Camera con schede bloc­cate. L’eguaglianza del loro voto è alte­rata dalle soglie di accesso alla ripar­ti­zione dei seggi: tol­gono rap­pre­sen­tanza poli­tica a chi vota per par­titi non coa­liz­zati (se non supe­rano l’8%) e per quelli coa­liz­zati che non supe­rano il 4. E i for­tu­nati che vote­ranno per il par­tito che rag­giunge il 37% saranno rap­pre­sen­tati dal 52% dei seggi. Ma è sod­di­sfa­zione appa­rente: la pin­gue mag­gio­ranza dei nomi­nati ascol­terà solo la voce del capo.

La riforma del Senato è un trucco per dare tutte le pote­stà alla sola Camera che a sua volta si fa serva del suo lea­der. Renzi rea­lizza il pro­gramma di Ber­lu­sconi. Si passa dalla Repub­blica par­la­men­tare al domi­nio del Primo Mini­stro Asso­luto. E’ un delitto con­tro la demo­cra­zia, ridotta a con­fronto tv, una volta ogni 5 anni, tra i capi dei due par­titi mag­giori. E il Par­la­mento ipno­tiz­zato potrebbe votare la riforma con i due terzi dei voti, impe­dendo così il referendum.

I cit­ta­dini che vogliono eser­ci­tare il diritto-dovere di custodi della Costi­tu­zione devono farsi sen­tire. Ogni ini­zia­tiva è ben­ve­nuta e neces­sa­ria. Il voto alla Camera è blin­dato, biso­gna lot­tare ora. Tro­via­moci tutti davanti al Senato mar­tedì 15 dalle 10, Piazza delle Cin­que Lune.

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