Riforme: presentato emendamento su Senato non elettivo

09 Lug 2014

I relatori hanno presentato in Commissione Affari Costituzionali del Senato l’emendamento che
recepisce l’accordo fra maggioranza e FI. Esso prevede che i senatori non vengano eletti dai cittadini bensì dai consigli regionali in proporzione della consistenza dei gruppi consiliari.

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I relatori hanno presentato in Commissione Affari Costituzionali del Senato l’emendamento che
recepisce l’accordo fra maggioranza e FI. Esso prevede che i senatori non vengano eletti dai cittadini bensì dai consigli regionali in proporzione della consistenza dei gruppi consiliari.
“I consigli regionali – si legge nell’emendamento – e i consigli delle province autonome di Trento e di Bolzano eleggono i senatori tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, fra i sindaci dei comuni dei rispettivi territori. I seggi sono attribuiti con sistema proporzionale sulla base dei criteri stabiliti con legge costituzionale, tenuto conto della composizione di ciascun consiglio regionale”. L’emendamento entra nel dettaglio delle modalità di elezione: “Per l’elezione del Senato della Repubblica, nei consigli regionali ogni consigliere può votare per una sola lista di candidati, formata da consiglieri regionali e da un sindaco, collegati ad altrettanti candidati supplenti”. “In caso di cessazione di un senatore dalla carica di consigliere regionale prima che sia sciolto il consiglio del quale è componente – precisa l’emendamento – è proclamato eletto il relativo candidato supplente”.

Riforme: ddl in aula domani, voti da mercoledì 16 luglio

Dopo la seduta di domani pomeriggio, in cui verrà incardinato il ddl con le relazioni dei relatori, ve ne sarà un’altra lunedì dalle 11 alle 22, ed una terza martedì mattina. Martedì alle 13 scade il termine per presentare
gli emendamenti. La loro illustrazione e discussione impegnerà il Senato martedì pomeriggio mentre da mercoledì l’Aula inizierà a votare.

Riforme: dissidenti Pd, su nuovo calendario noi non votato. Noi non abbiamo frenato, Renzi dica chi lo fa

“Sulla modifica del calendario abbiamo scelto di non partecipare al voto. Da due mesi quelli del Pd
accusati di frenare non toccano palla in commissione Affari Costituzionali. Eppure il testo di riforma del Senato non è ancora pronto. Del Titolo V si è discusso solo in modo sommario, il nodo dell’elezione del Presidente della Repubblica non è stato risolto. C’é da chiedersi chi freni, in realtà, e perché Renzi non lo dica chiaramente”. Lo affermano i senatori del Pd Vannino Chiti, Erica D’Adda, Nerina Dirindin, Maria Grazia Gatti, Felice Casson, Paolo Corsini, Francesco Giacobbe, Sergio Lo Giudice, Claudio Micheloni, Corradino Mineo, Walter Tocci, Renato Turano.
“Ora però la Conferenza dei Capigruppo non concede neppure 24 ore di tempo per leggere un testo di riforma ampiamente modificato da quello base – proseguono i senatori – e che ancora non c’è nella sua versione definitiva, prima di portarlo in aula. Scelta discutibile e assai poco comprensibile. Tuttavia non siamo stati noi, neppure oggi, a frenare. Per questo non ci siamo uniti alle opposizioni che, con buone ragioni, hanno votato contro la proposta di calendario”. “Ci chiediamo se questo ulteriore atto di responsabilità servirà a fermare un’incomprensibile offensiva mediatica che svilisce un problema costituzionale riducendolo a un conflitto tra chi corre e chi frena”. Lo affermano i senatori del Pd Vannino Chiti, Erica D’Adda, Nerina Dirindin, Maria Grazia Gatti, Felice Casson, Paolo Corsini, Francesco Giacobbe, Sergio Lo Giudice, Claudio Micheloni, Corradino Mineo, Walter Tocci, Renato Turano.

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