Che cos’abbia spinto un ragazzo sveglio come Renzi a inscenare l’imbarazzante conferenza stampa sulle “linee guida” della giustizia, cioè sul nulla mischiato con niente, in mezzo alle statue di cera del duo Orlando & Alfano, è noto: anche sulla giustizia, come su tutto, il premier non ha alcunché di pronto, di scritto, di pensato e soprattutto di concordato con il partner privilegiato B. (che ieri la Cassazione ha definito complice del “socialmente pericoloso Dell’Utri” nel “patto con la mafia”).
Siccome però Matteo Supercazzola aveva promesso e ripromesso la riforma della giustizia entro e non oltre giugno (luglio è già impegnato dal fisco, come no), presentarsi a mani vuote pareva brutto. Avrebbe dato ragione ai “gufi” e “professoroni” che ancora si permettono di dubitare di lui. Dunque ha messo giù, col consueto trust di cervelli, una lista di slogan e frasi fatte, tipo pensierini da scuola elementare, spostando avanti di due mesi la scadenza del ddl: intanto “si apre un grande dibattito fino a settembre”, anche “in rete”, pure “con i direttori di giornale”, all’insegna della “democrazia partecipata”.
Tanto aveva l’assoluta certezza che i giornalisti in sala, anziché sommergerlo di risate e pernacchie, avrebbero preso buona nota tutti compunti e trasformato quello spettacolino avvilente in un momento solenne sui loro giornali e tg. Poi, siccome si crede molto spiritoso, ha condito il tutto con sapidi calembour, e tutti giù a ridere, batti un cinque, fatti un selfie. Il punto di partenza è già una balla: “per 20 anni la giustizia è stata tabù” per quello che lui definisce “il derby berlusconismo-antiberlusconismo” (cioè l’attacco ventennale dei politici alla legalità).
Forse gli sfugge che dal ‘94 a oggi non c’è stata materia più “riformata” della giustizia, con ben 120 leggi che l’han ridotta all’agognata paralisi: altro che tabù.
Ed ecco le 12 slide, simili ai cartigli dei Baci Perugina, subito tramutate dalla stampa in “grande riforma” o “rivoluzione in 12 punti”. 1) “Giustizia civile: riduzione dei tempi. Un anno in primo grado”. È l’uovo di Colombo, eppure nessuno ci aveva pensato prima: ora arriva lui, fa una legge di un solo articolo che dica “sbrigarsi”, “fare presto”, “un anno non un giorno di più”, e oplà, è fatta. Ma che dico “un anno”? Un mese, signori, in un mese!
2) “Giustizia civile: dimezzamento dell’arretrato”. Un gioco da ragazzi: basta una norma che dica “dimezzare l’arretrato” e la metà eccedente delle cause, come per incanto, evapora. 3) “Corsia preferenziale per imprese e famiglie”. Giusto: prima le donne, i vecchi e i bambini. E mi raccomando: non parlare al conducente e non calpestare le aiuole. 4) “Csm: più carriera per merito e non grazie all’‘appartenenza’”. Fantastico. 5) “Csm: chi giudica non nomina, chi nomina non giudica”. Perbacco. Poteva aggiungere “chi entra non esce e chi esce non entra”, “chi bagna non asciuga e chi asciuga non bagna”, per dire. 6) “Responsabilità civile modello europeo”: giusto, i fautori del modello africano o neozelandese sono sistemati. E così via, a colpi di “riforma del disciplinare”, “falso in bilancio e autoriciclaggio”, “accelerare il processo penale” (se no resta indietro sul civile), “riforma della prescrizione”, “intercettazioni: diritto all’informazione e tutela della privacy”, “informatizzazione integrale”.
Siamo al punto 11, che però non è cifra tonda. Ci vuole pure il 12, che fa tanto Mosè sul Sinai. Che ci mettiamo? Ritinteggiatura aule? Lucidatura pavimenti? Sostituzione serramenti? Nuovo design per le toghe? Ma no, dai: “Riqualificazione del personale amministrativo”, fa più fico. Non è dato sapere se il “modello europeo” cui si ispira il Renzi comprenda il sistema francese: quello che ieri ha portato al fermo (“garde a vue”) dell’ex presidente della Repubblica Sarkozy, finito in guardina nel bel mezzo di un interrogatorio, dopo mesi di intercettazioni sui telefoni suoi e dei suoi avvocati e compari per uno scandalo di finanziamenti illeciti. Ma pare proprio di no: in Italia gli ex presidenti diventano ipso facto senatori, sia nel vecchio sia nel nuovo Senato, che proprio ieri si è regalato un’altra volta l’impunità. Europei sì, fessi no.
La disperazione e lo sconforto sono che mentre il pifferaio guida i suoi topi assolutamente e furbescamente proni e sedotti dalla sua musica (stampa e politici), nessuno, nessuno ha il coraggio di alzare la voce, promuovere atti di rottura o almeno di contestazione aperta. E’ il trionfo del conformismo e del camaleontismo utilitaristico, cosa non riuscita neanche all’alter di Arcore dell’epoca d’oro.
@Maria
e che contestazione vuoi fare quando stimati studiosi della democrazia, che si sono spesi per spiegare, dibattere, confrontarsi su temi democratici vengono messi alla berlina dal governo e da giornali a copertura nazionale e il popolo bue omologato appresso? Gli unici che ce la raccontano giusta mi pare siano i giornalisti del Fatto, ma dato che hanno sostenuto un po’ troppo Grillo (non sono grillina, non l’ho votato mai), non sono credibili ai più. E’ più credibile un quotidiano chupachupa come repubblica che il giorno delle elezioni invita a votare il clone del pregiudicato, o che relega in trafiletto basso la vergognosa riforma del senato, e il popolo bue appresso. ieri e oggi….. A meno che la metà della popolazione non spenga la tv e accenda il cervello e si responsabilizzi sui valori democratici da difendere, intraprendendo azioni di protesta comuni , allora, forse, un po’ di pepe nel punto giusto gli arriva a quellì là. Fintanto che sono solo i non omologati a spaventarsi di quel che sta accadendo, non si va più da nessuna parte. Non facciamo numero e questo è un punto per farci mettere alla berlina da quella gente lì, gente che non guarda in faccia a nessuno, che non ha alcun rispetto di niente, né di valori, né delle persone. Gente vuota, povera, misera, ma che detiene il potere. Per farci cosa poi……col potere non diventano certo Grandi Uomini, restano miseri tanto quanto lo sono ora.