Sapevamo che prima o poi qualcuno ci avrebbe provato: a cercare di screditare LeG, come è stato fatto da chi ha diffuso in malafede il testo di una proposta di Rodotà del 1985.
Non merita davvero di fermarsi sulla macchina del fango che deve tenere oliati i propri ingranaggi.
Sappiamo invece che il manifesto “Verso la svolta autoritaria” pubblicato sul nostro sito il 27 marzo ha aperto un dibattito importante sul contenuto e sui rischi della nuova Costituzione che il governo sta imponendo agli italiani insieme a una pessima legge elettorale.
Il titolo del manifesto era un po’ “forte”? Qualcuno che non appartenga alla folla dei sostenitori convinti di questo governo o all’altra assai più folta dei puri e semplici adulatori è davvero convinto che le parole e i giudizi pacati riscuotano l’attenzione che meritano? In questa nostra Italia innamorata del pensiero unico il pensiero diverso è accolto da irrisione, silenzio, disprezzo. E poi, dalla macchina del fango.
Ma il nostro manifesto è stato molto importante perché è riuscito a far emergere proposte di revisione della Costituzione che da tempo giacevano in Parlamento o costituivano lo studio e le riflessioni di professori liberi dall’invadenza di interessi legati al Potere.
Importanti sono anche le proposte di Vannino Chiti e di Walter Tocci, irrise dal presidente del Consiglio perché di minoranza. Affascinante, a mio avviso, la proposta sommariamente accennata da Gustavo Zagrebelsky nell’intervista alla “Stampa”: “dimezzamento dei deputati, due senatori per regione eletti direttamente tra persone dal cursus honorum rispettabile; durata fissa e lunga senza rieleggibilità; poteri rivolti a contrastare la tendenza allo spreco di risorse comuni; controllo sulle nomine pubbliche e di indagine sui fatti e sulle strutture della corruzione… un organo che abbia lo sguardo lungo e, perciò, non sia sotto la pressione o il ricatto delle nuove elezioni”.
Ma tra questa idea di riforma e quella del governo c’è la differenza che corre tra un sogno e un patto.
Il sogno è quella di un’Italia che si rinnova senza distruggere le sue radici, che guarda al futuro preoccupandosi del bene di tutti. Della libertà e della democrazia.
Il “patto” a cui si riferisce il progetto del governo è il Patto del Nazareno: tra due leader, uno giovane e uno molto provato dalla sua storia personale e dalla condanna che lo ha estromesso dal Senato.
Un patto di cui non si sa quasi nulla se non quei quattro paletti che vengono continuamente ripetuti. E che molto presto ci saranno imposti.
Mi chiedo cosa farebbero gli americani se un bel giorno Obama si svegliasse e dicesse loro: sapete cosa? Ho pensato di imporvi una nuova Costituzione, perché quella firmata “G:Washington” che comincia “We the people of the United States…” , con quel primo articolo che dice “All Legislative Powers herein granted shall be vested in a Congress of the United States, which shall consist of a Senate and House of Representatives.”, non va più bene. E’ vecchia, crea troppi intralci all’azione del governo e non basta emendarla. Con la maggioranza che ho vi impongo di abolire il Senato: e se non vi piace, me ne vado a casa…
Non voglio pensare a come la prenderebbero laggiù.
A noi manca insieme il senso del ridicolo e quello delle proporzioni. Nonché un vero amore per la libertà. Ricordo allora ancora una volta l’appunto che Giovanni Ferrara lasciò sulla mia scrivania: “In Italia la libertà è abbastanza vecchia per essere dimenticata e troppo giovane per essere forte”. Era il 2006 , impegnati a sconfiggere la riforma della Costituzione di Silvio Berlusconi, uno dei due firmatari del “patto”.
Perchè come LeG non si organizza un seminario di studio con conseguente tavolo di lavoro per elaborare una proposta alternativa alla riforma “renzusconi”?
Cara Sandra, la tua lucida analisi è pienamente condivisibile: altro che “toni forti”! Qui sono diventati tutti ‘sordi’ e non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Libertà e Giustizia scenda in piazza,contro la svolta autoritaria,contro la riforma costituzionale del senato,contro la riforma presidenziale della costituzione,che è la riforma della p2, scendiamo in piazza a Roma, con altre associazioni come Libera di Don Ciotti,come le scolaresche delle scuole di Roma,come la Fiom ecc.ecc…
Concordo con l’impostazione sostanziale.
Occorre in particolare tenere presente che la costituzione vigente è rigida (ossia non revisionabile neanche con la procedura dell’art. 138) sia per quel che riguarda i principi fondamentali che il modello istituzionale prescelto quale forma di governo (democrazia rappresentativa parlamentare).
La proposta di revisione costituzionale riguardante il senato, in quanto tendente a modificare strutturalmente il parlamento, composto secondo la costituzione dalla camera dei deputati e dal senato della repubblica, è incostituzionale in quanto va a modificare nella sua essenza la forma di governo. E a questo riguardo è fuori luogo parlare di prima o seconda parte della costituzione.
Ciò che fa meraviglia e che il capo dello stato, a cui compete un ruolo di garante della costituzione, sia favorevole ad una proposta che più che una revisione può essere definita una rivoluzione di sistema.
Detto questo, va anche precisato che in effetti il modello di forma di governo adottato in costituzione è davvero paradossale, in quanto affida ad un organo non elettivo, e quindi senza rappresentatività della sovranità popolare, la funzione di governo della repubblica, con ampia autonomia azione politica rispetto al parlamento, e restringe l’ambito di autonoma azione politica del parlamento alla mera espressione della fiducia al governo.
E tenuto conto che l’elezione del parlamento si svolge in pratica, non su un programma politico autonomo di legislazione del parlamento ma sulla base dei programmi di azione politica di governo delineati dai partiti, il parlamento pur elettivo finisce per assumere la configurazione di una mera maggioranza politica di appoggio al governo (organo non elettivo).
Si tratta di una grave incongruenza costituzionale, che ha provocato sin dall’avvio dell’esperienza repubblicana una situazione di conflittualità permanente fra parlamento e governo, e che può essere sanata non certamente da una maggioranza parlamentare (di governo) né da una bicamerale ma solo da un organo rappresentativo della sovranità popolare, quale un’assemblea costituente.
In attesa, vanno gettate nel cestino tutte le attuali proposte di revisione della costituzione riguardanti la forma di governo e si può cercare di attenuare gli attuali gravi problemi di funzionalità ed efficienza del parlamento e del governo con adeguate modifiche ai regolamenti interni di camera e senato.
Concordo con il manifesto e, quindi, non ho potuto esimermi dall’iscrivermi immediatamente a LeG.
Adesso basta con il silloggismo:
“il Parlamento è un’istituzione formata da politici,
i politici sono tutti corrotti,
il Parlamento è un’istituzione corrotta.”.
Qualcuno vuole riuscire a chiudere il Parlamento tra gli applausi della folla!
Sarei d’accordo con l’eventuale organizzazione di una manifestazione a Roma.
Sembra incredibile…Renzi e la Boschi hanno molto criticato l’appello dei “Professoroni”, ora si sono procurati un appello di “professorini” , riuniti nella neonata associazione “Libertà eguale” (che fantasia). Invocano un Senato sul modello del Bundesrat, dimenticando di precisare che in Germania il sistema elettorale (del Bundestag) e’ proporzionale, che in Germania non ci sono regioni a controllo mafioso, e molto altro; più che l’appello dei “professori riformisti” sembra l’appello dei ripetenti. Se la riforma che Verdini, Renzi e la Boschi propongono fosse già in vigore in Senato siederebbe tra gli altri Cota, che ha appena comunicato di voler rimborsare i soldi sottratti per comprare le mutande verdi. E’ davvero demenziale!!
Sì, l’ipotesi del prof Zagrebelsky la trovo anch’io ottima!
E trovo assurdo che avendo la disponibilità di Persone come i “professoroni” per elaborare riforme di ottima fattura, si vadano a cercare collaboratori dello spessore di Berlusconi e Verdini!
Come trovo assurdo e prevaricante che un Parlamento dichiarato illegittimo dalla Suprema Corte, si assuma l’onere di cambiare la Costituzione, invece di limitarsi ad una decente o appena sufficiente nuova legge elettorale per tornare ad un voto e ad un Parlamento legittimo. Veramente incredibile!
Questa Italia mediocre non vuole risollevarsi!