Bonsanti: disinformazione sulla rivolta dei professori

07 Apr 2014

Siamo così sicuri che il problema italiano siano «i professoroni», e non invece – semmai – l’establishment istituzionale, i direttori generali dei ministeri, gli amministratori delle grandi aziende pubbliche, o interi pezzi dell’establishment imprenditoriale?

Sandra Bonsanti e Gustavo ZagrebelskySiamo così sicuri che il problema italiano siano «i professoroni», e non invece – semmai – l’establishment istituzionale, i direttori generali dei ministeri, gli amministratori delle grandi aziende pubbliche, o interi pezzi dell’establishment imprenditoriale?
La battuta con cui Matteo Renzi ha liquidato le critiche di Gustavo Zagrebelsky, Stefano Rodotà, Barbara Spinelli e tanti altri, tiene ancora banco. Brucia. Ieri Libertà e Giustizia – che promosse il celebre appello contro i rischi di una «svolta autoritaria» – ha scritto una nota assai puntuta, e singolare, visto il principale destinatario: «Eugenio Scalfari ha scritto che “nessuno, tranne il movimento di Rodotà e Zagrebelsky, si oppone all’abolizione del bicameralismo perfetto”». Eppure – osserva il network vicino a Carlo De Benedetti – «intervistato proprio da Repubblica, Gustavo Zagrebelsky ha affermato che bisogna “andare oltre il bicameralismo perfetto”. E intervistato dall’Unità, Stefano Rodotà ha delineato con chiarezza un sistema che abbandonava proprio il bicameralismo perfetto, configurando un Senato di garanzia, privo in particolare del potere di votare la fiducia al governo e di approvare la legge di bilancio. Inoltre, in molte occasioni, entrambi hanno criticato l’attuale bicameralismo e sottolineato la necessità di un suo abbandono». Conclusione: «La disinformazione che ha accompagnato il dibattito sul Manifesto di Libertà e Giustizia ha prodotto spesso giudizi fuorvianti che ne alterano lo spirito e gli obiettivi».
Insomma, le acque non sono calme, dentro tradizionali mondi della sinistra. Sandra Bonsanti, presidente di L&G, spiega: «Noi vogliamo migliorare, non affossare, le riforme. Rodotà era a favore dell’abolizione del Senato, ma in un quadro in cui c’era una legge proporzionale, e in cui si proponeva di limitare la decretazione, il contrario di ciò che avviene oggi». Oppure: «Zagrebelsky ha fatto alcune proposte, anche noi ne faremo una, ci stiamo pensando, ma non si può cambiare la Costituzione così, come un rullo compressore, senza ascoltare nessuno». Senza ascoltare neanche i migliori, i più retti? «Io non dico che siamo la parte migliore della società, ma come singoli ci sono alcune persone che non hanno nessuna voglia di ambire e potere e poltrone, e già solo per questo andrebbero ascoltate».
Sostiene Bonsanti che «il problema di Renzi è innanzitutto un modo di ragionare, e la nostra è una battaglia culturale: l’irrisione delle ragioni degli altri, della società, dei movimenti, è esattamente quello che lui rimproverava al vecchio Pd». Sarebbe paradossale facesse anche lui – proprio ora – un errore analogo.

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