Grillo firma contro la “svolta autoritaria”

31 Mar 2014

Per la prima volta Beppe Grillo appoggia un’iniziativa politica lanciata da altri: ha dichiarato sul suo blog che sottoscriverà l’appello di Libertà e Giustizia firmato dall’ex presidente della Corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky e da altri giuristi contro le riforme costituzionali volute dal governo. Un appello pubblicato dal Fatto Quotidiano sulla prima pagina di venerdi 28 marzo e che finora è stato quasi ignorato dalla stampa nazionale.
Sul blog Grillo titola il post “La svolta autoritaria”, sullo sfondo il volto di Licio Gelli, il Gran maestro della P2. E così l’appello, sostenuto anche da Stefano Rodotà e Lorenza Carlassare, diventa adesso, con il sostegno del principale partito di opposizione, un documento politico. “Stiamo assistendo impotenti al progetto di stravolgere la nostra Costituzione – scrive sul suo blog Grillo pubblicano il testo dell’associazione Libertà e Giustizia – da parte di un Parlamento esplicitamente delegittimato dalla sentenza della Corte costituzionale n. 1 del 2014, per creare un sistema autoritario che dà al presidente del Consiglio poteri padronali”.
Il tema più urgente è quello dell’abolizione del Senato, con la conseguente prospettiva di un monocameralismo. Oggi il Consiglio dei ministri approverà la proposta di riforma che già ieri è stata stroncata dal presidente del Senato Pietro Grasso, che ha dichiarato: “Con un ampio premio di maggioranza e una sola Camera politica, il rischio è che possano saltare gli equilibri costituzionali e ridursi gli spazi di democrazia diretta”. Posizioni che per una volta sembrano trovare d’accordo anche il Movimento cinque Stelle. Giulia Grillo, deputata del M5s, spiega al Fatto : “La riforma del Senato non dice nulla di nuovo. Renzi mescola le carte, sostenendo che taglierà le spese. Ma non c’è uno studio serio a monte, il suo è un approccio estremamente superficiale e poco preciso. Il difetto di questo bicameralismo perfetto è la lentezza, che si potrebbe superare in altri modi”. É un punto di vista sostenuto da tutto il Movimento? “Si. Non abbiamo avuto un ampio dibattito, ma ne abbiamo già parlato”. La pensa allo stesso modo Roberta Lombardi, anche lei alla Camera per il M5s: “Siamo tutti d’accordo con questa decisione. Renzi dovrebbe capire che per risparmiare non bisogna eliminare il Senato. Potrebbero adeguare gli stipendi ai nostri, ottenendo rimborsi solo per le spese effettivamente sostenute, ovviamente con un tetto. Renzi dice che noi siamo populisti, in realtà lui, con questi annunci, fa grande scena, dimenticano cose reali, come il lavoro, la riforma del welfare e delle università”. Ma a parte il Movimento Cinque stelle, non ci sono altri partiti che pensano di sottoscrivere l’appello per la difesa della Costituzione.$
“IO NON FIRMO l’appello – dice il deputato Pd Pippo Civati al Fatto – Ho già detto che c’è stata molta leggerezza sulla questione delle riforme, con un eccessivo protagonismo di Forza Italia”. E, pur essendo di solito il dirigente Pd più incline al dialogo coi M5s, Civati si schiera dalla parte di presidente del Senato, Piero Grasso. “Le dichiarazioni di Grasso sono molto vicine alla mia visione – continua Civati – L’idea è superare il bicameralismo, ma senza fare pasticci. Se il Senato resta, è giusto che ci siano senatori, anche in numero inferiore e pagati meno. Altrimenti bisogna avere il coraggio di abolirlo del tutto”.

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