Il successo di Le Pen e le colpe di Mitterrand

28 Mar 2014

Può darsi che la sopravvalutazione della propria intelligenza e della propria furbizia politica sia una caratteristica diffusa della Sinistra, una prova della sua ingenuità e della sua miopia. Non certo della classica cultura marxista — ispirata a quel Marx che Croce stimava quale Machiavelli della classe operaia — né della Sinistra liberale e democratica ora scomparsa — come quella del vecchio Partito repubblicano — ma della vaga sinistra loquace e ondeggiante che ne ha preso ingloriosamente il posto.

marine-le-penLa vittoria di Marine Le Pen è dovuta a molti fattori. Certamente alla sua intelligenza e alla sua abilità, alla sua capacità di avvertire ed esprimere i sentimenti e le rabbie della crisi, al suo lavoro di maquillage che ha reso almeno apparentemente presentabile il suo partito, emarginandone gli elementi più teppisticamente beceri e rifiutando, almeno a parole, il negazionismo nazistoide. È dovuta alla crisi generale dell’Europa, economica e politica, al diffuso risveglio del richiamo della foresta delle piccole patrie; all’inettitudine dei due maggiori partiti francesi. Ma del suo successo bisogna ringraziare pure l’ombra augusta e vacua di Mitterrand. È anche e soprattutto grazie a lui che il Fronte Nazionale si è trasformato da movimento politico spregevole ma trascurabile a partito che può puntare — unberufen , si direbbe in yiddish , come non detto ossia tocchiamoci il naso — alla guida del Paese. A suo tempo Mitterrand ha contribuito intenzionalmente a dar fiato al Fronte Nazionale, anche giocando con leggi elettorali che hanno permesso l’entrata in Parlamento del Fronte, dandogli così visibilità. In tal modo l’elettorato di Destra si è diviso e si è indebolita dunque la Destra moderata e liberale al potere dopo De Gaulle, i cui successori, pur non certo all’altezza del Generale, erano uomini di provata fede democratica e, chi più chi meno, capaci di governare ben meglio degli ultimi presidenti. Mitterrand non voleva certo creare un forte e pericoloso partito di estrema destra, ma soltanto usare quelli che considerava degli improvvidi sbracati per portare al potere il partito socialista e se stesso. Come molti apprendisti stregoni, si è rivelato incapace di dominare quel gioco pericoloso e ora dobbiamo pure a lui, a suoi calcoli ambiziosi e troppo complessi per lui, il dissesto politico attuale della Francia, uno dei grandi cuori dell’Europa. Mitterrand ha commesso l’errore di sopravvalutare la propria intelligenza, di credersi un De Gaulle, alla cui grandeur la sua altezzosità era impari. Molti lo hanno sovrastimato; anche molti intellettuali italiani socialisteggianti, che poco dopo avrebbero aderito con entusiasmo a Forza Italia e a Berlusconi, hanno tifato appassionatamente per lui durante le elezioni che lo hanno portato alla presidenza della Francia. Può darsi che la sopravvalutazione della propria intelligenza e della propria furbizia politica sia una caratteristica diffusa della Sinistra, una prova della sua ingenuità e della sua miopia. Non certo della classica cultura marxista — ispirata a quel Marx che Croce stimava quale Machiavelli della classe operaia — né della Sinistra liberale e democratica ora scomparsa — come quella del vecchio Partito repubblicano — ma della vaga sinistra loquace e ondeggiante che ne ha preso ingloriosamente il posto. Troppi politici italiani si sono creduti più intelligenti di Berlusconi, magari solo perché avevano letto qualche libro di più e non dicevano come lui «Romolo e Remolo», mentre in realtà era Berlusconi a essere politicamente molto più intelligente e astuto di loro — purtroppo, a mio avviso, dato che lo considero un male per l’Italia. Sottovalutare un male, scherzare col fuoco presumendosi sicuri di spegnerlo quando si vuole, è un modo di aiutare il male, di trasformare un fuocherello in un incendio.

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