Matteo Renzi chiede al partito democratico di avere coraggio: passare dal governo di servizio e di larghe intese a un governo fino al 2018, guidato da lui, trasformando la legislatura in “legislatura costituente”.
E’ questo l’unico progetto – un progetto immenso per rifare lo Stato. Tutto lo Stato. Tutta la seconda parte della Costituzione.
Magari anche senza parlamentarizzare la crisi.
Così Renzi si schiera nettamente con coloro che addebitano alla Costituzione, alla forma del nostro Stato, la grandissima questione del distacco dei cittadini dalla politica.
Renzi non dice delle responsabilità della classe politica. Non dice nulla della corruzione.
Per andare avanti con la rottamazione del Senato ecc. ecc. Renzi avrà bisogno del sostegno di Berlusconi. Che per ora fa la voce grossa e poi, come sempre, passerà all’incasso.
Il Pd sceglie ancora, per una via tortuosa, di rimettersi a improbabili padri costituenti.
Quanto ai cittadini italiani, non solo non possono sperare in elezioni che Napolitano bolla come “sciocchezze”, ma devono accettare una riforma su cui non sono mai stati chiamati ad esprimersi. L’ultima volta lo fecero nel 2006 su qualcosa che assomigliava alla riforma di oggi, e la bocciarono solennemente.
Non capisco perché Renzi insista solo sulle riforme e non sulla drammaticità della disoccupazione e della corruzione.
Un dibattito in Parlamento, come chiedono le opposizioni, è il minimo che ci si possa aspettare: per chiarire ciò che è ancora oscuro attorno a questa crisi che non convince il cittadino comune.
Non può nascere una nuova Italia da un groviglio buio come questo.
P.S. Ci sono alcuni osservatori che ormai da tempo si sono specializzati nell’arte di stabilire a quale Repubblica siamo giunti: che la prima sia finita è storia, che la seconda sia iniziata dopo mani Pulite, anche. Ma ora dove siamo arrivati? In quale Repubblica stiamo vivendo oggi?
Non è purtroppo solo una questione di numero romano, è una Repubblica che offende il Parlamento decidendo tutto fuori dall’Aula. Una Repubblica che taglia i ponti fra i cittadini e le istituzioni, in nome del Potere. Che rimane oscuro come lo è sempre stato in questo Paese.
Come diceva Bobbio se una Repubblica finisce male e senza mea culpa, quella che segue sarà un disastro. Non ho sentito mea culpa in questi giorni, solo un gran rumore di gente che si accalca a salire sul carro del vincitore, senza un po’ di dignità. Si sono tolti dall’occhiello una medaglietta e senza batter ciglio ne hanno indossata un’altra. Lo streaming della direzione del Pd rimane nella storia politica italiana sotto questo segno.
Comunque, una Repubblica fondata sull’Infedeltà.
Mi ricordo il manifesto che LeG ha pubblicato il 14/02/2010 …… si intitolava IL VUOTO,
mi ricordo l’appello del 21/06/2010 …. Si intitolava MAI PIU’ ALLE URNE CON QUESTA LEGGE,
mi ricordo il manifesto pubblicato il 27/09/2011 …… si intitolava RICUCIRE L’ITALIA,
mi ricordo il manifesto pubblicato il 23/02/2012 …… si intitolava DIPENDE DA NOI,
mi ricordo il manifesto pubblicato il 02/06/2013 …… si intitolava NON E’ COSA VOSTRA.
E tanti altri appelli e manifesti di LeG ….. Ma cosa rimane di tutto questo?
“E tutti quei .. momenti andranno perduti .. nel tempo .. come .. lacrime .. nella pioggia”
Tanto è di moda fare citazioni. (tratto dal film Blade Runner)
CAMBIAMO PASSO ANCHE NOI. PER FAVORE.
Saluti Riccardo
Dov’è il nostro voto che porta Renzi a essere Presidente del consiglio? un conto è che coloro che lo hanno votato alle primarie se lo tengano come segretario, ma cosa c’entrano gli altri milioni di cittadini italiani? non contiamo davvero più nulla, e chi disputa su Renzi come ultima spiaggia per salvare l’italia parla di aria fritta. Siamo stanchi di salvatori della nazione, che in ogni caso mettono a tacere la società civile o a fregarsene altamente considerando l’impegno di questi anni e la realtà in cui ci troviamo.
Intanto il 25 maggio le elezioni, quelle europee, ci sono. Basta non votare Pd, così Renzi “si sgonfia”. E con lui gli inciuci, i progetti sulla Costituzione ecc.
Grazie a Napolitano siamo al terzo governo che doveva fare la riforma elettorale per andare a votare con una legge decente! E’ ora che se ne vada, ha già fatto troppi guai.
Io credo che per un momento dovremmo distogliere lo sguardo da Roma e restare sorpresi dall’adesione vasta nonostante il perfetto silenzio dei media, che la speranza europea lanciata da Barbara Spinelli ed altri sta riscuotendo. Non lasciamola cadere nel vuoto! Vedi qui una bella intervista al proposito: http://www.phenomenologylab.eu/
facciamo un po’ di conti:
-a firenze ci va crozza, che lì ci vuole qualcuno serio
-alla segreteria del PD Renzi va benissimo
-come la mettiamo col governo?
saluti.
silvana
Pingback: Qualcosa non torna
Renzi, come ha osservato Cuperlo, si è limitato a descrivere la cornice di una situazione di oggettivo stallo ( stallo, tra l’ altro, acuitosi con la destabilizzante ( per il governo ) ascesa di Renzi alla segreteria del Pd) senza entrare minimamente nel merito di quelli che sarebbero stati gli ‘ incorreggibili errori ‘ di Letta.
La crisi in atto, quindi, tanto per cambiare, è l’ ennesima ‘ crisi al buio ‘, non determinata – come la drammatica situazione in cui versa il Paese avrebbe imposto – da un oggettivo e inconfutabile tradimento dell’ ” interesse generale ” di cui ci parla la nostra Costituzione – ma dalla necessità di portare a termine l’ OPA ( con relativa, inevitabile, resa dei conti interna al PD) di cui erano piuttosto chiari i contorni, fin dai tempi della sfida Renzi-Bersani.
Da ieri il Pd chiude definitivamente con la tradizione novecentesca dei partiti nati dalla Costituzione, così come li avevamo conosciuti. Non inganni il finto dibattito in una direzione-che-di-fatto-non-dirige-più-niente. Tra il modello di partito ‘ consenziente ‘ di Berlusconi e quello andato in scena al Nazzareno, ieri pomeriggio, sfido chiunque a individuare sostanziali differenze di natura politica e istituzionale. Si tratta, in entrambi i casi, di consigli di amministrazione di SpA che hanno una paura tale del ‘ mercato ‘ e della ‘ concorrenza ‘ che stanno cambiando le regole del giuoco per eliminarlo proprio il mercato e ridurne la pluralità di soggetti-attori a un duo-polio interscambiabile, con – tutt’ al più – un terzo attore ‘ non protagonista ‘ da confinare in un angolo, pronti a demonizzarne la ‘ diversità …anti-politica, anti-democratica, anti-sistema ‘, ecc. ecc.
Come sfido chiunque a considerare l’ istituto delle primarie – così come attualmente …de-regolamentate (o, meglio, non regolamentate ) – una espressione di autentica e consapevole partecipazione democratica. A parte il rilevante dato numerico – incontestabile, ma presente – non ce lo dimentichiamo – anche in molti fenomeni di massa che la storia si è incaricata di ascrivere al populismo e alla demagogia, e non certo alla democrazia – quale differenza sostanziale riscontrate rispetto alle consultazioni on line del GOG ( gruppo obbedienti Grillo) ?
Sono certo che i 300.000 ‘ attivisti ‘ del Pd ( di cui solo 140.000 filo-renziani ) sono in grado di mobilitarli anche gli altri due grandi ‘ contenitori di consenso ‘, Forza Italia e il M5S. Così come sono convinto che ‘ primarie aperte ‘ (….sbracatamente aperte ) come quelle realizzate dal partito democratico in questi anni , potrebbero benissimo venir replicate dai due competitors. Dubitiamo, forse, che il proprietario di Forza Italia e il guru delle 5 stelle, siano in grado di fare ciò che il ducetto di Salerno è riuscito a fare nella sua roccaforte a vantaggio di Renzi ?
Certo, amici carissimi, che non vedremo più ‘ larghe intese ” ! Una volta portata a termine l’ ambiziosa missione di smantellare la Costituzione del ’48 ed averla resa docilmente disponibile all’ introduzione del presidenzialismo, ditemi voi perchè dovremmo mai avere bisogno di ricorrere a duplicazioni, quando un originale ( o una copia, non fa differenza ) potrà bastare ed avanzare.
Giovanni De Stefanis, LeG Napoli
Renzi presidente del consiglio non potrà mantenere la sua promessa originaria sulla legge elettorale : fare la riforma per non dover più governare con B. Il patto con gli italiani ( fatto alla luce del sole in via del Nazareno con B.) e’ già infranto. Ovvio che adesso, dovrà cambiare programma e governare con le forze politiche che ci sono e che fanno parte delle larghe intese volute dal suo predecessore Letta, d’intesa con Napolitano. Dunque larghe intese erano e larghe intese saranno. Nulla cambia. E hanno ragione oggi molti esponenti del centrodestra (sic!) quando sottolineano ( es lorenzin) che a loro non sta tanto a cuore la persona (Letta o Renzi) quanto il programma . Se non è questa l’ennesima presa in giro di un Pd impazzito, poco ci manca. Con queste premesse, purtroppo, e’ facile capire fin da ora che Renzi non porterà il rinnovamento di cui c’è realmente bisogno . Sarà l’ennesimo pasticcio all’italiana.
Amici, italiani, cittadini, prestatemi orecchio. Il nobile Letta vi ha detto che Renzi era ambizioso, e Letta è un uomo d’onore. Se il nascente governo di Matteo Renzi dovesse fallire, al suo funerale politico qualcuno potrà rievocare il discorso di Marco Antonio ai funerali di Giulio Cesare. Questo per quanto riguarda il futuro. Intanto, al presente altre rievocazioni sono suggerite dalla crisi di governo e del PD: la strage di San Valentino e la Grande Guerra del ’14 -’18. Tradimento della democrazia, colpo di Stato o realpolitik? Relativismo ideologico: dipende da quale parte dell’opposizione si sta.
Le parole d’ordine con cui il nascente governo Renzi si instaurerà sono stabilità e velocità. La stabilità perché il governo si propone di terminare nel 2018 secondo la scadenza naturale del mandato (2013-2018), la velocità perché il decisionismo del suo leader si offre come fideiussione politica per il successo delle riforme economiche ed istituzionali da adottare contro la gravità della situazione in cui si trova il paese che guarda all’Europa affetto dalla sindrome di Crimea.
Quanto al metodo di avvicendamento secondo la staffetta Letta-Renzi senza legittimazione del voto popolare, modalità non nuova che divide non solo gli oppositori di Renzi di sempre ma anche alcuni dei suoi sostenitori sia interni al Pd che esterni appartenenti alla maggioranza parlamentare vigente, il dubbio è come potrà avere successo il nuovo leader, sebbene più coraggioso e deciso di Letta, avendo la stessa maggioranza? La risposta, siamo parlati dalla lingua, è stata già fornita pubblicamente dai suoi collaboratori: la differenza la fa il governo non la maggioranza. Del resto, il ricorso alle elezioni in assenza della riforma elettorale proposta da Renzi risulterebbe assai rischiosa per lui e per tutto il centrosinistra, dal momento che il centrodestra come i sondaggi indicano ripetutamente risulta fortemente competitivo, per non parlare poi della temuta crescita del M5S.
Dunque si tratta di un problema dell’esecutivo, non del Parlamento. Ed questo spostamento dei poteri verso il Presidente del Consiglio, analogamente a quanto sarebbe già avvenuto coi poteri assunti di fatto dal Presidente della Repubblica, il vero punto che più di altri divide la sinistra e preoccupa i democratici puri. Matteo Renzi ha smesso di fare propaganda elettorale per vincere le elezioni, ha scelto di avvicendarsi a Letta, sotto condizione di spostare il termine della legislatura al 2018, per utilizzare il periodo esercitando un nuovo stile di potere ed accreditarsi in tal modo come leader politico in Italia, in Europa e nel Mondo: did this in Ceasar seem ambitious? Questo movimento che vuole competere con il populismo del M5S preoccupa alcuni ideologi, ma affascina tutti gli uomini del fare. Si è configurata nei fatti una Terza Repubblica che presto avrà bisogno di una legittimazione istituzionale. (www.laculturavivente.it)
La Democrazia del voto è stata negata agli italiani sin da quando Napolitano , motu proprio , impose Monti ed i suoi sacrifici a palazzo Chigi. ( ma solo sempre per gli stessi). Ed ora la farsa continua , dove vuole arrivare Napolitano con la sua fissazione delle “larghe intese” Quale differenza con il grande e compianto Sandro Pertini!
E’ la repubblica delle banane ! … proprio quella che calza alla pefezione agli eredi del Guicciardini (la maggioranza degli Italiani).
Mi costa non poco ammetterlo, ma la decisione del M5S di non partecipare alla sceneggiata delle consultazioni post-crisi-extra-parlamentare, ha tutta la mia solidarietà. L’ incarico a Monti – al di là delle insulse polemiche di questi giorni – aveva una sua chiara ragion d’ essere. Molto meno chiara la ragione dell’ incarico a Letta, perchè – a rigore – Napolitano poteva prima consentire a Bersani e alla sua coalizione di centrosinistra di presentarsi in Parlamento e verificare, per esempio, se un gruppo di grillini era disposto all’ appoggio esterno, magari su qualche provvedimento significativo ( es. costi della politica, legge elettorale, conflitto di interessi, reddito minimo, cuneo fiscale ). Assolutamente incomprensibile e, quindi, politicamente inaccettabile, questo ‘ forzato ‘ incarico a Renzi che, non potendosi presentare in Parlamento, ha dovuto sfiduciare Letta dall’ esterno. Viste le intenzioni rottamatrici del senato, il povero Napolitano non potrà neanche nominarlo ‘ senatore a vita ‘. Così, oltre all’ ennesima crisi extraparlamentare, avremo il primo governo guidato da un non parlamentare. E’ meglio riderci sopra.
Giovanni De Stefanis, LeG Napoli
@Riccardo
Lei ha tralasciato la più bella e meravigliosa riflessione della Presidente Bonsanti:
“Costruire la rivoluzione”
16 giugno 2011 – 47 Commenti
che si concludeva con alcune righe bellissime ed emozionanti:
“…Cambiamola questa nostra Italia. Facciamola nuova. Non ricostruiamo macerie su macerie.
Si chiama, in gergo tecnico politico, “rivoluzione”. Non saremmo i primi e nemmeno gli ultimi a invocarla, profonda, convinta, serena, esigente, libera e giusta.”
by Sandra Bonsanti
Sono parole che ho riportato molte volte chiedendo a coloro che qui leggono e scrivono di commentare, ma non ho mai avuto risposte (anche perchè vengono subito archiviate, quasi fosse un detto di cui dolersi). Eppure sono parole evocatrici di una “Rivoluzione Costituzionale e Gloriosa”, cioè rispettosa della legalità costituzionale, nonviolenta come la 2a riv. inglese del 1688 (per questo appellata Gloriosa), nello spirito autentico di L&G e dei suoi esponenti più prestigiosi. Una incredibile “paura di volare” che ci ha portato a questo inferno quotidiano, vergognoso e ignobile, nonostante la nostra perfetta Costituzione ci consentirebbe di cambiare i destini infausti del Paese, esercitando la Democrazia Diretta insita negli artt. 1-50-71.
La sx ha bloccato ogni tentativo di riforme istituzionali, finché era abbastanza forte da tornare al potere. Ora che non lo è più si fa paladina delle riforme. Meglio di niente.
Molto fa pensare alla sveglia che ci da Tsipras e cioè: prendiamo spunto dal M.di Ventotene per la rinascita europea, ci si chiede ma come mai devono essere sempre gli altri a ricordarci le bellezze italiane, a ricordarci ciò che A.Spinelli, E.Rossi e tanti altri in confino a Ventotene hanno creato.
Forse perche il Manifesto parla di riforme?
Mi auguro che su questo ultimo “carro”, su questa ultima occasione sappiano astenersi i soliti trapezisti acrobati.
Come sempre gli italiani credono e si affidano “all’uomo della provvidenza”. Ora è la volta di Renzi. Condivido quanto scritto da Roberta De Monticelli. Il 24 maggio ci saranno le elezioni europee ed è un appuntamento più importante di quanto ci immaginiamo perchè, se abbiamo un pò di lungimiranza, è lì il nostro futuro. Io ho accolto l’invito di Barbara Spinelli.