Oggi Libertà e Giustizia è presente non solo per testimoniare la solidarietà ai magistrati che occupandosi di processi di mafia sono oggetto di minacce, ma ancora di più per esprimere la nostra grande preoccupazione per il clima che c’è attualmente. Tutti ormai siamo consapevoli del grande pericolo che si corre quando si mette in moto la strategia mafiosa dell’ISOLAMENTO, ma in particolare i siciliani sanno come si attua tale strategia: con uno strategico silenzio; con la denigrazione di chi mette in serio pericolo gli interessi mafiosi; ma anche diffondendo subdolamente l’idea della necessità della tolleranza dei comportamenti illegali a tal punto da provocarne una trasformazione: da reati a comportamenti “necessari” a salvaguardia di equilibri importanti per il nostri paese. Come se la criminalità mafiosa fosse un qualunque reato e non un reato che attenta alla democrazia e alla libertà di un popolo. Per questo è necessario che si faccia chiarezza, che vengano fuori “in chiaro”, non solo i fatti penalmente rilevanti, ma anche tutte quelle zone d’ombra, anzi di oscurità, che per tanti anni sono state pervicacemente protette da una politica ambigua e connivente. Mi riferisco agli anni successivi alle stragi del 92, quando furono abrogati 160 regimi di 41 bis i cui motivi non sono mai resi noti e disponibili ad un ragionamento condiviso… Quindi vogliamo dire oggi ai Magistrati di resistere, ma diciamo anche a noi stessi di non cadere nelle trappole che ci vengono subdolamente tese e resistiamo alla richiesta di partecipare a una inaccettabile normalizzazione.
* Rita Barbera è coordinatrice del circolo di Palermo e attuale direttrice del carcere dell’Ucciardone
A proposito dell’aggettivo “indicibile”, utilizzato da Loris D’Ambrosio e ricordato da Barbara Spinelli, a me sembra che di “indicibile” in questo Paese ci sia innanzitutto una verità talmente evidente che è davvero sconfortante doverla ricordare ancora oggi, soprattutto a chi finge sistematicamente di cadere dal pero. Verità ben fotografata da queste parole di Paolo Borsellino: “lo Stato e la Mafia sono due poteri che occupano lo stesso territorio. O si fanno la guerra o si mettono d’accordo”. E chissà quante sono, anche tra quelle che a parole si dicono a favore della giustizia, anche tra quelle che partecipano alle varie manifestazioni contro la Mafia (e magari anche tra quelle presenti al cinema Golden di Palermo) le persone che, in vario modo, “si mettono d’accordo”.
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Interessante libro di Rosetta Loy “Gli anni fra il cane e lupo” 1964 – 1994 il racconto dell’Italia ferita a morte.
Sapere quanto è accaduto in quegli anni è infatti lo strumento che abbiamo per distinguere il luogo dove ci capita di vivere. ma anche avere il coraggio, la forza l’onesta la resistenza la solidarietà con chi opera contro l’illegalità per sconfiggere la connivenza e la complementarieta fra la mafia e la politica.
Sono pienamente d’accordo . Tutti dobbiamo vigilare e partecipare alle
iniziative di sostegno ai nostri generosi magistrati.