Contro il fascismo più democrazia

13 Dic 2013

“Ci vuole più democrazia, se no dopo arrivano le bischerate”: nella città del segretario del Pd il giudizio su quello che sta accadendo in Italia è forse succinto, ma non è improvvisato. L’ uomo dietro al banco degli alimentari è stato appena informato che l’anno prossimo la tares salirà del 600 per cento. Forse non è vero, ma lui non si fida e allora è disposto a sostenere le manifestazioni, forconi o non forconi. Leggi anche “Le strette intese e l’Antistato”

forconi2“Ci vuole più democrazia, se no dopo arrivano le bischerate”: nella città del segretario del Pd il giudizio su quello che sta accadendo in Italia è forse succinto, ma non è improvvisato. L’ uomo dietro al banco degli alimentari è stato appena informato che l’anno prossimo la tares salirà del 600 per cento. Forse non è vero, ma lui non si fida e allora è disposto a sostenere le manifestazioni, forconi o non forconi.
Chiede più democrazia, altrimenti, dice, arrivano anche i nazisti che vogliono bruciare i libri o accusano i banchieri ebrei.
Così nascono piccoli forconi.
Così, accusando la mancanza di democrazia, si finisce per minimizzare anche il diffondersi degli stereotipi fascisti. Non si sfugge da questa tenaglia ormai: la richiesta che arriva dalle proteste riguarda il cambio di classe politica, il cambio del governo. Le intese, sempre più strette, porteranno alcune soluzioni che le piazze hanno già chiesto. Ma non sarà sufficiente. Bisogna prendere atto che questa è oggi la situazione e senza cedimenti alle grida andare alle radici del disagio: mentre i più deboli sono senza lavoro, la Casta è ancora li, nelle istituzioni, anche se dimostri che oggi il Parlamento è più giovane e costa molto meno di un tempo.
Ci fu un tempo in cui correvo dietro a mio padre per mettere in salvo i libri di una biblioteca pubblica dall’arrivo delle truppe tedesche. Non c’era allora democrazia e la cantina era piena di ebrei e americani nascosti. Forse davvero oggi il nostro sistema è impaludato, incatenato dalla sola unica strategia delle strette intese. Bisogna rompere lo schema, iniettare nelle istituzioni la forza della rappresentanza e della decisione. Della libertà. Il resto mi pare un palliativo di poca durata e di scarsa memoria storica. La nostra solidarietà, inutile dirlo, ma diciamolo, a tutti gli ebrei italiani.

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