“Il Parlamento va sciolto ora”

05 Dic 2013

Gli effetti della sentenza della Corte costituzionale peraltro ineccepibile è quello di certificare l’illegittimità istituzionale dell’attuale Parlamento”.
Gianluigi Pellegrino, giurista, non ha dubbi nel dare il suo giudizio.
Avvocato, con quale motivazione è così  perentorio?
Basti pensare che la giunta delle elezioni della Camera, di fronte alla quale pendono una serie di ricorsi, deve ancora convalidare le elezioni di centinaia di parlamentari. Ora non potrà più farlo, e dovrà sostituire gli eletti col premio di maggioranza con onorevoli di Cinque Stelle, Scelta Civica e Pdl.
E ora?
È un dovere civico scioglierlo, salvo non voler compiere un atto eversivo.
Ma allora non sono illegittimi anche il governo, espressione di questa maggioranza, e il Presidente della Repubblica, eletto da queste Camere?
L’illegittimità non è retroattiva e non si ripercuote sugli atti passati.
Ma da ora in avanti il Parlamento non può fare leggi?
Ha perso la legittimazione sia politica che istituzionale e l’unica cosa che può provare a fare e solo se c’è un’ampia condivisione è la nuova legge elettorale. Come peraltro chiede la Consulta. Ma la legge dev’essere fatta da tutte le forze politiche: non si può usare quel premio di maggioranza illegittimo contro le minoranze.
E se le Giunte correggono il risultato, non convalidando gli eletti?
Si può andare avanti. Ma a tutto questo si aggiunge un elemento: la delegittimazione politica di questo Parlamento è indiscutibile e il dovere civico del presidente della Repubblica è prenderne atto.
C’è chi dice che questa sentenza ci riporta indietro di vent’anni.
È colpevole chi ha fatto la piaga, non il medico che ha dovuto amputare la gamba. La Corte era ben disposta a rinviare se ci fosse stato un embrione di riforma.
Qual è lo scenario più probabile?
Il voto in primavera con una legge elettorale approvata. E sappiamo di quale il paese ha bisogno.
Quale?
Elezione diretta degli onorevoli nei collegi e premio di maggioranza su base nazionale. Il Governo deve fare un decreto con questo contenuto: o viene convertito, oppure si vota con la legge uscita dalla sentenza della Consulta.
Adesso, non si rischia la rivolta popolare?
Se non siamo conseguenti certamente.

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