La vigilia

26 Nov 2013

In questo mare agitato, pieno di insidie e di scogli sotto il pelo dell’acqua, il Parlamento invece di esser chiamato a migliorare la manovra economica che, tra le richieste di Bruxelles e le esigenze drammatiche del Paese (recessione, deindustrializzazione, disoccupazione e servizi a rischio), ancora una volta sarà condizionato dalle vicende giudiziarie e personali di Berlusconi.

Berlusconi TribunaleInizia oggi una settimana che potrebbe dimostrarsi decisiva per il Paese. Giornate che potranno incidere significativamente sulle vicende politiche italiane, non tanto per l’arrivo di Putin – che ha incontrato Napolitano, Papa Francesco, Prodi e Berlusconi – quanto perché, con il voto sulla decadenza di quest’ultimo, in programma per mercoledì 27 novembre, si apre un periodo di forte fibrillazione per gli equilibri politici. Il Governo, intanto, è chiamato già oggi al Senato a reggere la prova del voto di fiducia sulla Legge di Stabilità. Il 3 dicembre, poi, è atteso il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legittimità della legge elettorale (il famigerato Porcellum) e, cinque giorni dopo, domenica 8 dicembre, si celebreranno le primarie che con tutta probabilità porteranno Matteo Renzi alla guida del Partito Democratico.

In questo mare agitato, pieno di insidie e di scogli sotto il pelo dell’acqua, il Parlamento invece di esser chiamato a migliorare la manovra economica che, tra le richieste di Bruxelles e le esigenze drammatiche del Paese (recessione, deindustrializzazione, disoccupazione e servizi a rischio), ancora una volta sarà condizionato dalle vicende giudiziarie e personali di Berlusconi. Vicende che qualche effetto l’han già creato nel centrodestra, con il ritorno a FI e la scissione pilotata(?) del Pdl, e con le turbolenze nell’area del centro e “tanta voglia di lei” (la Dc). Possibile che il caro, vecchio centrosinistra – costruito intorno al Pd – possa restare intatto con tutte queste scosse di assestamento?

In questo quadro, allora, forse non è inutile chiedersi anche: cosa accadrà tra quindici giorni? Noi – e i nostri soci e gli amici che ci seguono su queste pagine lo sanno bene – non abbiamo mai guardato con troppa simpatia al governo delle larghe intese. Di certo però, con la decadenza di Silvio B. dal seggio di Palazzo Madama, non finiranno le larghe intese e tanto meno tramonterà il berlusconismo come epifenomeno ‘culturale’. E’ più probabile, anzi, che a quel punto il cerino sulle sorti del Governo finisca nelle mani dell’attuale Sindaco di Firenze. Risultato? Gran bella mossa del Cavaliere ‘di lotta e di governo’ e responsabilità tutta addosso al nuovo Pd. Vedremo… Noi restiamo comunque convinti che sia necessario e urgente lavorare affinché si superi questo periodo equivoco dove la “stabilità” assume sempre più i contorni della foglia di fico da porre dinanzi alla “sopravvivenza”.  La sensazione che non riusciamo a toglierci di dosso è che ogni scusa sia buona per rinviare la riforma delle legge elettorale e ridare la parola ai soli detentori della sovranità di questo paese: i cittadini.
Certo, ci rendiamo conto della grave situazione economica, del dramma sociale dei disoccupati, dei cassintegrati, delle fabbriche che chiudono, degli alluvionati, delle responsabilità del semestre europeo, dei vincoli di Bruxelles, ma non è restando in mezzo alla palude che si risolvono i problemi. Fra le tante emergenza, tra l’altro, non meno rilevante è quella democratica. La priorità, dunque, è superare la vergognosa legge elettorale e restituire al più presto la parola ai cittadini mettendoci alle spalle questo sorta di sospensione della democrazia.
Per essere chiari e non passare da conservatori velleitari, forse, per una volta, dovremmo davvero guardare all’estero, all’Europa e in particolare alla Germania. A Berlino, infatti, le larghe intese che si stanno costruendo sono accompagnate da un dibattito serrato e teso a individuare le cose da fare. Da noi, invece, sembrano fondate sul non fare e sul tirare a campare. Sarà interessante, allora, vedere come questa operosa ignavia sopravviverà alle forche caudine di Mister B. da una parte, e di Matteo Renzi, dall’altra. Anche perché nelle loro mani giace il destino di quell’Articolo 138 della Costituzione e il messaggio lanciato da tanti cittadini alla manifestazione del 12 ottobre a Roma. Un prospettiva a breve, insomma, molto interessante ma non esattamente rassicurante…
* Fabio Evangelisti è ex-parlamentare dell’Idv e socio di LeG Massa

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