Cancellieri, militanti Pd critici con i vertici: “Ma chi rappresentate? Noi o il partito?

20 Nov 2013

Carmine Saviano

ria Cancellieri, la sua nomina a Ministro della Giustizia ci era sembrata una cosa potenzialmente positiva.

AL di là del sostegno al governo. Al di là della corsa verso le primarie. Al di là della “disciplina di partito”. C’è delusione. Si percepisce un tradimento. La richiesta era fornire un giudizio politico chiaro sul caso Cancellieri. Perché le telefonate del ministro della Giustizia a Giulia Ligresti, il suo “Non mi dimetto”, continuano, da giorni, a fornire materia di dibattito. Non solo ai vertici del Pd. Ma anche e soprattutto a chi opera sui territori, a chi dà linfa alla vita quotidiana di un partito che si appresta a scegliere il proprio leader. Su Anna Maria Cancellieri e sulla linea del Pd in merito, i giudizi dei militanti non si contano. Articolati o meno, finiscono in rete. E la discussione si fa accesa.

Partiamo da Twitter. Per farsi un’idea dei toni e delle “emotività politiche” messe in campo, basta seguire l’hashtag #CancellieriVergogna. E una rapida rassegna dei post restituisce giudici netti. Giorgia Malacandra scrive: “Ci avete stufato tutti: Epifani, Civati, Renzi. Sempre le solite figuracce all’italiana”. Poi Elle: “Da elettrice del Pd non posso che dirmi profondamente sdegnata da quanto successo in Parlamento. La Cancellieri andava sfiduciata, punto”. Gianfranco: “Io critico il Pd per la fiducia alla Cancellieri. Ma non Renzi e Civati per avere accettato la decisione della maggioranza del partito”.

Al centro delle polemiche anche l’asse di ferro Letta-Napolitano per salvare, con il ministro, l’intero governo. Massimo Gigliotti, si rivolge direttamente al Presidente della Repubblica: “Grazie Napolitano hai ridicolizzato il Pd costringendo Letta a chiedere la fiducia”. L’incredulità di Michele Buoso: “Quattro candidati alla segreteria vogliono la sfiducia della Cancellieri. E e poi ci si piega al diktat di Letta/Napolitano. Non me lo spiego”. E in molti chiedono conto a tutti i parlamentari del gruppo del Pd. Chiamando in causa il vincolo di mandato, vietato dalla Costituzione: “Ma a chi rispondono i parlamentari del Pd? Al partito o agli elettori”.

Tutto questo perchè, nelle scorse settimane la richiesta di dimissioni della Cancellieri ha attraversato tutto il partito. Difficile identificare schieramenti. Si trattava di una richiesta che metteva d’accordo anche i militanti che, in questa fase, sono a causa delle primarie su posizioni diverse. Insomma, in tanti percepiscono un tradimento. Sulla pagina ufficiale del Pd su Facebook, i “non vi voto più” sono molti. E sembrano aumentare con il passare delle ore. Così come aumentano le contestazioni, al limite della provocazione, che sistematicamente gli elettori del MoVimento Cinque Stelle rivolgono ai democratici.

Il campionario è senza fine. Il principio, unico. In filigrana: “Siete uguali al Pdl”. E le larghe intese sono “quello che vi meritate”. E sulla falsariga di Grillo, il linguaggio diventa aggressivo, irriflesso, offensivo. I “ladri”, “venduti”, “Criminali”, “Complici”, non si contano. Nel calderone delle accuse a Cinque Stelle ci finiscono tutti: Letta, Napolitano, Renzi, Cuperlo, Epifani, Civati. Si chiamano in causa fantomatici rapporti tra élite finanziarie e quelle del partito, modello Monte dei Paschi di Siena. “Poi ci cercate in continuazione per fare alleanze. Ma non avete capito: con voi non ci parliamo”.

E un altro luogo nel quale misurare il clima all’interno e all’esterno del Pd, è proprio il sito di Repubblica.it. Che accoglie centinaia di commenti. Coribo38: “Complimenti Pd, sei riuscito a perdere un altro voto: il mio”. Centrosinistrato: “All’inizio avevo pensato: “Ma c’è di molto peggio, in fin dei conti!” Ma ora dico che ogni errore (piccolo o grande che sia) non deve essere tollerato. Un ministro della Repubblica non può e non deve fare questi sbagli. Dimissioni, subito”.  Cla Tix: “Avevo già abbandonato il PD qualche anno fa, ma pensavo ugualmente valesse più del (ex) PDL.

Giuro che oggi con questa notizia sono senza parole e non ne sono più così sicuro”.
Infine, da segnalare, la lettera delle donne di Libertà e Giustizia, al ministro Cancellieri. Vi si legge: “Cara Annamaria Cancellieri, la sua nomina a Ministro della Giustizia ci era sembrata una cosa potenzialmente positiva. Seconda donna nella storia repubblicana al dicastero di via Arenula. Ci erano sembrati una garanzia la sua competenza e il suo passato di prefetto al servizio delle istituzioni, la sua aggressione ai patrimoni mafiosi e la decisione di sciogliere per infiltrazioni criminali il comune di Reggio Calabria. Ma gli ultimi avvenimenti […] non si conciliano con la sua carica”. E anche se non si configurano reati penali, “la sua figura politica e istituzionale ci appare irrimediabilmente incrinata”. E se “come pare lei rimarrà al suo posto, non avrà, per quel che conta, né la nostra stima né la nostra fiducia”.

Leggi l’articolo su Repubblica.it

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