L’attacco al 138

14 Ott 2013

Di retorica e di ipocrisia muore la politica. E una Costituzione imposta dividerà i cittadini, non farà dell’Italia un Paese migliore. Obbedirà soltanto, e anche questa sarà una storia da scrivere, alle indicazioni (ordini?) di una finanziaria americana che ha deciso di mandare al macero le costituzioni nate nel dopo guerra. Le Costituzioni antifasciste. La Via Maestra non lo consentirà. Guarda i video della manifestazione. Leggi l’intervento di Gustavo Zagrebelsky.

Bonsanti.RomaA un certo punto sono arrivate, scendendo giù dal Pincio, le luci del tramonto e hanno avvolto Piazza del Popolo del rosso della sera.
Dal palco sul quale stavo conducendo la manifestazione con Enrico Fontana, direttore di Libera, abbiamo avuto la certezza finalmente che avevamo davvero imboccato la Via Maestra e che davanti a noi ora si sarebbero snodati i capitoli di una storia nuova: così Calamandrei si riferiva all’Italia che si fosse impegnata a vivere secondo Costituzione.
Una storia nuova e appassionante, senza retorica. Per i ragazzi che avevano innalzato lo striscione: “mamma, stai tranquilla, sono a studiare la Costituzione”.
E anche per i più anziani che ripensavano alla loro vita, cominciata tanto tempo fa, quando in Italia la libertà era un sogno.
Se tanti sono venuti a Roma per stringere con noi un patto sulla Carta, sarà difficile d’ora in poi fare come se il 12 ottobre non ci fosse stato. Come se la Via Maestra, quella che secondo Dostoevskij contiene un’idea, non fosse diventata oggi la nostra bandiera.
Niente era scontato. Che ce l’avremmo fatta a portare con noi tanti cittadini; che le associazioni quelle che promuovevano e quelle che aderivano, sarebbero rimaste unite e decise. Che i tanti temi, abbiamo visto quanti, della drammatica realtà di oggi, potevano avere voce in un solo, grande incontro.
E a chi ci domandava: e dopo il 12 che farete? Noi non abbiamo più bisogno di rispondere in maniera vaga. Faremo e basta. Come ha promesso Gustavo Zagrebelsky: “non ci faremo spiaggiare”.
Intanto però una risposta a quei giornali e giornalisti esperti di Quirinale, sarà giusto darla. Sul “Corriere della sera” di oggi si legge che il Capo dello Stato sarebbe “amareggiato” per le riflessioni che molti oratori hanno fatto sulla “riforma” Quagliarello-Violante e sulle dure critiche alla scelta di abbandonare la via prevista dai costituenti, cioè l’articolo 138 e risolvere con metodo nuovo la procedura di cambiamento della Costituzione. Addirittura si chiama a testimone della necessità di aggiornare il sistema costituzionale il presidente Oscar Luigi Scalfaro.
E allora certo non da costituzionalista che non sono, ma da giornalista e cronista parlamentare mi permetto di ricordare alcune cose. Il presidente Scalfaro ha passato con noi di “Salviamo la Costituzione” momenti importanti della sua vita caratterizzati dalla profonda preoccupazione di “mettere in sicurezza la Costituzione”: firmò un disegno di legge in Senato all’inizio della scorsa legislatura (identico a quello firmato alla Camera da Giovanni Bachelet) che cercava di mettere la carta al riparo da riforme a colpi di maggioranza elevando da due terzi a quattro quinti il quorum col quale fosse possibile evitare il referendum.
La prima preoccupazione di chi vuole oggi cambiare fino a 60 e più articoli della Costituzione non dovrebbe essere quella di “consentire” al termine del procedimento, un referendum popolare, ma quello di consentirlo adesso che ci si prepara a violare in maniera gravissima la regola fondamentale della Repubblica.
Nessuno poi ci dica che “le regole sono regole e vanno rispettate”.
Nessuno invochi la “legalità sempre”.
Di retorica e di ipocrisia muore la politica. E una Costituzione imposta dividerà i cittadini, non farà dell’Italia un Paese migliore.
Obbedirà soltanto, e anche questa sarà una storia da scrivere, alle indicazioni (ordini?) di una finanziaria americana che ha deciso di mandare al macero le costituzioni nate nel dopo guerra. Le Costituzioni antifasciste.
La Via Maestra non lo consentirà.

Guarda i video della manifestazione

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