Il documento dei saggi

23 Set 2013

La bozza licenziata dai saggi sulle riforme istituzionali suscita le preoccupazioni del giurista Gianni Ferrara e di Valerio Onida, che pure siede nel comitato guidato dal ministro Quagliariello. Intervistati entrambi da Left, il settimanale distribuito il sabato con l’Unità, si soffermano soprattutto sulla forma di governo di cui i saggi hanno discusso.

saggi_riformeLa bozza licenziata dai saggi sulle riforme istituzionali suscita le preoccupazioni del giurista Gianni Ferrara e di Valerio Onida, che pure siede nel comitato guidato dal ministro Quagliariello.
Intervistati entrambi da Left, il settimanale distribuito il sabato con l’Unità, si soffermano soprattutto sulla forma di governo di cui i saggi hanno discusso.

Gianni Ferrara, nell’articolo titolato “Poteri abnormi al premier“, spiega che “Sembra che sia recessiva la sciagurata opzione per il semipresidenzialismo, ma non è detto che la soluzione prevalente riguardante il «governo parlamentare del primo ministro» possa soddisfare, perché si vuole configurare il premier in modo da realizzare il massimo della personalizzazione del potere. Si vuole infatti costituzionalizzare l’indicazione del candidato premier nelle liste per le elezioni della Camera dei deputati”.

Rischiamo il leaderismo” dice Onida a Sofia Basso di Left. “Sì, il problema è la forma di governo. La relazione dà atto che ci sono diverse posizioni e ne elenca tre: semipresidenzialismo, sistema parlamentare “razionalizzato”, che ritengo la forma migliore, e governo “del primo ministro”, che si discosta dal secondo perché enfatizza la legittimazione individuale del premier. Una posizione che non ho condiviso, anche se è molto più morbida del semipresidenzialismo: non c’è l’elezione diretta vera e propria, però c’è in forma surrettizia, con la designazione del candidato premier e la regola che questi sia il leader della coalizione vincente”.

 

 

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