Ruby bis: 7 anni a Mora e Fede, 5 a Minetti. Atti di Berlusconi e legali in Procura

19 Lug 2013

Il verdetto di primo grado nell’altro processo per i festini di Arcore. Le pene più severe per l’ex agente e il giornalista, interdetti anche per sempre dai pubblici uffici.

MILANO – I giudici della V sezione penale del Tribunale di Milano hanno condannato nell’ambito del processo Ruby bis, Lele Mora e Emilio Fede a 7 anni di reclusione, pena di 5 anni per Nicole Minetti.

L’ex agente dello spettacolo è stato condannato per favoreggiamento e induzione alla prostituzione, anche minorile, e gli sono state riconosciute le attenuanti generiche. Il giornalista, invece, è stato condannato per favoreggiamento e induzione alla prostituzione delle ragazze maggiorenni mentre è stato assolto dall’induzione e dal favoreggiamento della prostituzione minorile.

Nicole Minetti è stata condannata per favoreggiamento alla prostituzione delle maggiorenni, assolta, per non aver commesso il fatto, per l’induzione alla prostituzione delle minorenni e assolta, per non aver commesso il fatto, per quanto riguarda il favoreggiamento e induzione alla prostituzione di Ruby.

“E’ stata assolta da tre reati su quattro”, è il commento dell’avvocato Pasquale Pantano, legale dell’ex consigliera regionale del Pdl. “E’ soddisfatta” ma allo stesso tempo “stupefatta per la pena eccessiva” – è la reazione della donna riportata dai legali.

INTERDIZIONE A VITA –
Per il giornalista e l’ex agente è stata decisa anche l’interdizione perpetua dai pubblici uffici, 5 anni, anche in questo caso, la pena per l’ex consigliera della regione Lombardia.

ATTI ALLA PROCURA – Il collegio ha anche disposto la trasmissione degli atti alla procura per Silvio Berlusconi ed altre persone (33 in tutto), tra cui i suoi avvocati Ghedini e Longo, per valutare eventuali ipotesi di reato. Insieme con loro anche quelli relativi a Karima El Marough, Mariano Apicella, le gemelle De Vivo, Alessandra Sorcinelli e a diverse altre ragazze che avevano partecipato alle serate ad Arcore e avevano testimoniato a favore degli imputati.

ASSENTI GLI IMPUTATI – In aula, al momento della lettura della sentenza, accanto al pm Antonio Sangermano era presente Edmondo Bruti Liberati, capo della Procura di Milano. Non c’era, invece, nessuno dei tre imputati. Presenti di persona le due ex miss Piemonte, Chiara Danese e Ambra Battilana e la marocchina Imane Fadil, costituitesi parti civili.

Contro le tre ragazze è intervenuto Emilio Fede. “Comunque decida la corte ho dato mandato al mio legale di procedere per calunnia aggravata nei confronti di Chiara Danese, Ambra Battilana e Imane Fadil” – ha fatto sapere in una nota.

“Avevamo una paura assurda di parlare, vedere che c’è stata giustizia mi fa rimanere senza parole”. – ha dettp Ambra Battilana. “Da due anni e mezzo – commenta Fadil -sono qui dentro, siamo quattro gatti che siamo andati contro un esercito”. ‘Finalmente sono riuscita a recuperare dignità” – ha aggiunto Chiara Danese -, “spero di esser un esempio per tutte le ragazze come me che avevano un sogno”.

I pm avevano chiesto la condanna a sette anni per tutti e tre gli imputati
per induzione e favoreggiamento della prostituzione. Il verdetto arriva a 26 giorni dalla condanna di Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile e all’interdizione dai pubblici uffici.

 

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