F35: ora una rete civica

03 Lug 2013

“Il Parlamento non può avere diritto di veto sulle scelte relative all’ammodernamento delle forze armate, che spettano invece all’esecutivo”. Questa la decisione, al termine della riunione, del Consiglio Supremo di Difesa, tenutasi oggi al Quirinale e presieduta dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano.

“Il Parlamento non può avere diritto di veto sulle scelte relative all’ammodernamento delle forze armate, che spettano invece all’esecutivo”. Questa la decisione, al termine della riunione, del Consiglio Supremo di Difesa, tenutasi oggi al Quirinale e presieduta dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano.

La decisione riguarda specificatamente l’acquisto degli aerei cacciaborbandieri F35 su cui Libertà e Giustizia Senigallia si è già pronunciata e un passaggio parlamentare altrettanto preciso: le mozioni parlamentari riguardanti la bocciatura del programma F35 con le sue onerose spese e la scaturita decisione che ha impegnato il governo a non procedere a “nuove acquisizioni” nell’ambito del programma di acquisto dei caccia americani F35 senza che il Parlamento si sia espresso dopo un’indagine conoscitiva di sei mesi, rinviando così la decisone sul tema.

Alla riunione del Consiglio Supremo di Difesa hanno partecipato, tra gli altri, il premier Enrico Letta, il ministro degli Esteri Emma Bonino, il ministro dell’Interno Angelino Alfano, il ministro dell’Economia e delle Finanze Fabrizio Saccomanni, il ministro della Difesa Mario Mauro, il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, il capo di stato maggiore della Difesa ammiraglio Luigi Binelli Mantelli.

Tutti uniti nel richiamare che queste decisioni rientrano nelle “responsabilità costituzionali dell’esecutivo”. Libertà e Giustizia da sempre difende la Costituzione e le Istituzioni, ma registriamo con rammarico che le “responsabilità costituzionali” vengono spesso dimenticate.

Come le responsabilità richiamate dall’art. 11 che ripudia la “guerra come strumento di offesa… e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” (quindi perché comprare degli strumenti di offesa?). E quelle dell’art. 138 che norma le procedure di revisione della Costituzione e le leggi Costituzionali, e che dovrebbe evitare metodi opachi e silenziosi di riforma costituzionale come quella in atto nella super-commissione tecnica di “saggi” nominati, senza che l’opinione pubblica venga in alcun modo informata delle sue discussioni.

Per Libertà e Giustizia Senigallia il caso F35 finisce qui? Certo che no. Sarà oggetto di un movimento di reti civiche per impedire in ogni modo una scelta ingiusta socialmente, perché quelle risorse si possono spendere per il welfare, e non rispettosa dei processi democratici sanciti dalla Costituzione.

Anche LeG Senigallia come gli altri circoli avvierà, vista l’impellente necessità, “scuole di Costituzione” sul territorio e si pone infine un interrogativo:
Questa decisione sugli F35 del Consiglio Supremo di Difesa presieduto dal Quirinale ci dice di più sulla “natura” del processo tecnico silenzioso per realizzare il presidenzialismo in atto che vuole seppellire le virtuosità della Repubblica parlamentare invece di ammodernarla?

* Coordinatore LeG Senigallia

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