Abbiamo conquistato la verità giudiziaria: ora, tutti insieme, ricostruiamo la Storia

27 Giu 2013

Trentatreesimo anniversario della strage di Ustica, Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione parenti delle vittime: “I ministeri dei Trasporti e della Difesa non hanno salvaguardato la vita dei cittadini. Ci sia uno sforzo per ricomporre il mosaico di quella notte”

Ci troveremo anche quest’anno, per ricordare quella tragica notte nella quale il DC9 Itavia si inabissò portando con sé la vita degli 81 innocenti passeggeri, a Palazzo d’Accursio con il sindaco Merola e con i rappresentanti di quegli enti locali che hanno da sempre accompagnato l’impegno per la verità e la giustizia. Sarà un anniversario particolare perché si potrà affermare che abbiamo conquistato quella verità che era stata fatta sprofondare insieme all’aereo. La sentenza-ordinanza del Giudice Priore, la sentenza del Tribunale civile di Palermo, la sentenza della Cassazione, affermano che il DC9 è stato abbattuto.

I ministeri dei Trasporti e della Difesa non hanno salvaguardato la vita dei cittadini e poi hanno ostacolato il raggiungimento della verità. Da questa verità giudiziaria conquistata vogliamo far partire un nuovo nostro impegno, “dalla Verità alla Storia”, consapevoli fino in fondo che questa è la storia del nostro Paese, e che la Storia non può essere scritta dai parenti delle vittime né dai Parlamenti, ma che tutti abbiamo il dovere di ripercorrere la vicenda di Ustica.
Voglio ricordare che oggi salutiamo con una certa soddisfazione la avviata collaborazione francese, ma solo dopo trentatré anni c’è la possibilità di interrogare gli avieri di Solenzara. Stiamo cercando di annodare i fili di una tela che è stata colpevolmente stracciata quando la magistratura tenne le indagini circoscritte al triangolo Ponza-Latina-Palermo e che l’Aeronautica nascondeva affermando che il Dc9 era caduto per cedimento strutturale.

Queste sono le grandi responsabilità, e questa la dimensione del problema: ricostruire con la Storia quello che è stato distrutto artatamente o disperso. Deve essere particolarmente determinato lo sforzo per ricomporre il mosaico, e serve l’impegno delle istituzioni anche a livello internazionale. Lo deve fare innanzitutto il Governo, facendo sentire una forte determinazione con stati amici e alleati. Quella notte il Mediterraneo – parlo di mare e cielo – non era “vuoto” come ci si è voluto far credere; si muovevano mezzi militari di tanti Paesi, seguendo i più vari interessi, frutto di una situazione geopolitica molto complessa e ancora non completamente disvelata.

Non posso tacere che il Governo e i Ministeri sono stati condannati a risarcire alcune famiglie, mentre sono aperti molti altri procedimenti. Dobbiamo conoscere l’atteggiamento del Governo e sapere, dunque: pagherà in silenzio, mettendo dunque il tutto sulle spalle dei contribuenti, o chiederà conto dei comportamenti dei suoi dipendenti? Non credo che questa sia una richiesta motivata da vendetta.

Saranno oggi con noi il presidente, Giovanni Ardizzone e Palma Costi, delle Assemblee di Sicilia e Emilia-Romagna, che hanno deciso di ampliare il loro sforzo a sostegno delle iniziative culturali dell’Associazione. Dal Museo per la memoria di Ustica, che considero un grande valore per la città, da difendere e valorizzare, si consulteranno gli archivi dell’associazione e quindi si muoveranno i primi passi del percorso verso la Storia che intendiamo intraprendere, certi che collocare Ustica in un contesto storico più complessivo sia un dovere per la vicenda del Paese. Sono sicura che la cultura di questa città, non soltanto accademica saprà cogliere questa esigenza.

*(l’autrice è presidente dell’Associazione parenti delle vittime di Ustica)

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