Bologna: Giù le mani dalla Costituzione. Bindi e Vendola contro il presidenzialismo

03 Giu 2013

Alla manifestazione organizzata ieri a Bologna da Libertà e giustizia c’era tutta la “sinistra” che guarda con scetticismo all’esperienza delle “larghe intese”. L’evento, dal significativo titolo “Non è cosa vostra” (riferito alla Carta costituzionale), ha infatti attirato giuristi, sindacalisti, analisti e qualche politico accomunati dalla volontà di difendere la Costituzione italiana. E di opporsi a paventati “rimaneggiamenti”.

A calcare il palco di Bologna sono stati (tra gli altri) i costituzionalisti Gustavo Zagrebelsky e Stefano Rodotà, il sindacalista Fiom Maurizio Landini, il sociologo Nando Dalla Chiesa, lo scrittore Roberto Saviano (che ha denunciato la scarsa attenzione che l’attuale governo ha destinato al problema mafioso), il presidente dell’Anpi, Carlo Smuraglia. E i politici? Qualcuno c’era, ma ha preferito non intervenire. O forse, più realisticamente, sono stati gli stessi organizzatori a sconsigliargli di farlo.

Dietro le quinte, in rappresentanza del Pd, oltre al giovane “dissidente” Peppe Civati, è stata avvistata l’ex presidente Rosy Bindi, che ha speso parole di fuoco sulle ultime esternazioni del premier Letta e del suo vice Alfano. “La Costituzione non è cosa nostra – ha spiegato la democratica ai cronisti che l’hanno incrociata – Noi che siamo in Parlamento non ne possiamo disporre a colpi di maggioranza. La Costituzione è di tutti. Oggi lo abbiamo gridato in tanti con la forza delle argomentazioni giuridiche, politiche, culturali. Per noi Repubblica e Costituzione – ha spiegato la Bindi – stanno insieme in un legame storico, ma soprattutto civile e popolare inscindibile, che è parte essenziale della nostra identità di italiani”.

Peccato che in contemporanea – ha osservato polemica l’esponente del Pd – abbiamo registrato la sordità del governo che ieri con il presidente del Consiglio Letta e oggi con il vice presidente Alfano ci annunciano accordi già pronti sulla elezione diretta del capo dello Stato”. “In particolare – ha rincarato Rosy Bindi – sorprende che il presidente Letta abbia assicurato il superamento della modalità di elezione del capo dello Stato motivando questa scelta come garanzia per non rivivere mai più l’esperienza della faticosa rielezione del presidente Napolitano. Davvero non si può accusare la Costituzione di essere superata e inefficace – ha affondato la democratica – per coprire gli errori dei partiti e soprattutto della classe dirigente del Pd”.

Un “no” fermo al presidenzialismo ripreso anche dal leader di Sel, Nichi Vendola (presente anche lui a Bologna): ”Parlare di presidenzialismo in un Paese che non è riuscito nemmeno a fare la legge sul conflitto di interessi è davvero segno di uno sbandamento culturale – ha tagliato corto il presidente della Puglia – Nelle democrazie dove esiste il presidenzialismo esistono contrappesi straordinari. Qui da noi da vent’anni le regole le detta Silvio Berlusconi, così lo trasformiamo in un sovrano assoluto – ha affermato Vendola – Risparmiateci almeno questo”

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