Bindi: “No al semipresidenzialismo, così si stravolge la Costituzione”

30 Mag 2013

Rosy Bindi è preoccupata e per questo ha firmato il documento che critica il percorso del governo e domenica sarà a Bologna al convegno di Libertà e Giustizia con Saviano, Rodotà e Zagrebelsky, dal titolo evocativo, “La Costituzione non è cosa vostra”.

E’ giusto temere che l’esecutivo, anche se si prepara a scalare l’Himalaia, si fermi poi ai Castelli romani senza più fiato. Perciò la prima cosa da fare è mettere in sicurezza la legge elettorale. Ma come il governo non ci può chiedere di legare la sua vita alle modifiche della Costituzione, così non si può usare la Carta fondamentale per indebolire il governo. Detto questo, sul Porcellum in linea di principio Giachetti ha ragione, il silenzio del governo su un punto così importante è imbarazzante e in qualche modo va superato…». Rosy Bindi è preoccupata e per questo ha firmato il documento che critica il percorso del governo e domenica sarà a Bologna al convegno di Libertà e Giustizia con Saviano, Rodotà e Zagrebelsky, dal titolo evocativo, “La Costituzione non è cosa vostra”. Ma la mossa dei renziani non gli è piaciuta.
Rischiano di fare male al governo?

«Infatti sul piano dell`opportunità politica non sono d`accordo e non ho votato la mozione Giachetti. Ma si sta avviando un percorso istituzionale di enorme portata e se qualcosa va storto si rischia di andare a votare con questa legge. Né mi accontenterei di togliere il premio di maggioranza al Porcellum, perché ci porterebbe ad un sistema proporzionale puro, che ci consegnerebbe alla strana maggioranza a vita».
Può andare in porto questo disegno? 
«E’ un dovere impegnarsi tutti in un percorso di riforme che vanno assolutamente fatte. È però preoccupante l`ampiezza dell`intervento di revisione della Costituzione che si vuole fare. Avrei preferito un approccio più graduale: sulla diminuzione del numero dei parlamentari, il superamento del bicameralismo, con il Senato delle regioni, e su un rafforzamento dei poteri del premier. Punti sui quali mi sembra vi sia un accordo unanime. Procediamo su questa via».
Invece lei paventa uno sbocco verso il semipresidenzialismo e il doppio turno, rilanciati da Renzi? 
«Intendiamoci bene, voglio essere molto chiara: il partito su una scelta del genere deve discutere. L`unica sede in cui si è votato è stata due anni fa l`Assemblea nazionale, dove c`è stato l`ok al doppio turno ma si è escluso il semipresidenzialismo. Sono passaggi cruciali, che richiedono decisioni condivise e un largo confronto. Non bastano né una giornata di interventi di cinque minuti in Direzione o una riunione dei gruppi parlamentari…»
E’ pronta ad alzare barricate. Non basta che Renzi, Veltroni, Epifani siano d`accordo.
«Nel partito ci vuole lo stesso approccio che dobbiamo avere in Parlamento. Non si può accettare su questo tema così rilevante di procedere a colpi di maggioranza. Noi non abbiamo un potere costituente per stravolgere la Carta nelle sue fondamenta. Noi possiamo limitarci a fare una revisione della Costituzione, non possiamo certo farne una nuova, per questo ci vorrebbe un`Assemblea Costituente. Cambiare la forma di governo del paese in senso presidenziale non è nei nostri poteri».
A che serve allora il Parlamento? 
«Ma già a colpi di modifiche alla legge elettorale è stata cambiata di fatto la nostra Costituzione materiale, con l`indicazione del candidato premier. Quindi vanno rafforzati i poteri del presidente del Consiglio. Ma non possiamo intaccare i poteri del Capo dello Stato e del Parlamento, perché il semipresidenzialismo alla francese stravolge tre contenuti profondi della Costituzione: di fatto indebolisce il premier; sradica la democrazia parlamentare e infine indebolisce il ruolo di garante del Presidente della Repubblica».
Ma non sarebbe questo l`unico modo per giungere ad un accordo? 
«Non sono disposta a immolare la Costituzione a questa maggioranza. La proposta di introdurre un cancellierato forte con la sfiducia costruttiva è combinabile con il doppio turno ad esempio. In un paese con spinte populistiche, come lo è il nostro in questo momento, si può mai cedere ad un nuovo assetto presidenzialista che non fa altro che codificarle? E poi chiedo: nel Pdl sono disposti a varare una seria legge sul conflitto di interessi prima di qualsiasi forma di presidenzialismo? Non credo esista una maggioranza per varare i pesi e contrappesi che ci sono in tutte le democrazie presidenziali».

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