De Benedetti: “Una patrimoniale per ridurre le tasse sul lavoro”

06 Mag 2013

L’Ingegnere chiude a Dogliani il Festival della Tv e dei New Media con Lilli Gruber e Stefano Folli: “Con troppa austerità rischiamo di uscire dall’Europa. Tra le misure drastiche da adottare c’è la riduzione netta delle spese militari”

Una tassa patrimoniale “da applicare a coloro che guadagnano sopra i centomila euro” che serva “a ridurre la tassazione sul lavoro”. È la proposta del presidente dell’Espresso, Carlo De Benedetti, al dibattito con Lilli Gruber e Stefano Folli che ha concluso a Dogliani il Festival della Tv e dei Nuovi Media. De Benedetti si è detto preoccupato per politiche di rigore aggressive: “Con troppa austerità – ha detto – rischiamo di uscire dall’Europa”. Naturalmente, ha aggiunto l’Ingegnere “non bisogna confondere l’austerità con lo spreco. Certi episodi di malcostume politico vanno stroncati sempre, anche quando l’economia è florida”.

In una situazione in cui “mancano i soldi in cassa” tra le misure drastiche da adottare c’è “la riduzione delle spese militari  che vanno abbattute dei due terzi rispetto ad oggi”. Niente più F35? chiede Gruber. “Niente F35 – risponde l’Ingegnere – tanto non volano”. I soldi così risparmiati “dovrebbero servire a un grande piano di educazione nazionale. Se non puntiamo sulle scuole e sul sapere delle giovani generazioni, siamo un paese destinato alla sconfitta”.

In questo panorama, spiega De Benedetti, “l’abolizione dell’Imu è una pura bandiera di propaganda demagogica. Se aboliamo completamente l’Imu dobbiamo mettere un’altra tassa per recuperare quei soldi. Possiamo anche chiamarla Giuseppe ma da lì dobbiamo passare”. L’Ingegnere è prudente sulla durata del governo Letta: “Lo stesso Letta si è dato come orizzonte temporale 18 mesi e in genere i politici in questi casi si rivelano ottimisti. Credo che il governo debba fare subito la riforma elettorale, anche solo abolendo l’attuale legge e lasciando quella di prima. In questo modo si creerebbe un ombrello: la certezza che in ogni caso non andremo più a votare con questo schifo di legge”.

Infine alcune considerazione sui principali protagonisti della politica. Una critica al Pd: “Non avevo previsto la pochezza di una campagna elettorale che invece di andare nelle piazze a parlare della povertà si preoccupava di spiegare agli italiani che si stava smacchiando il giaguaro”. Un duro giudizio su Berlusconi “aiutato a riprendersi la scena dagli errori del Pd. Non un imprenditore ma un impresario. Bravo nella tattica politica ma non certo un riformatore. Piuttosto un piduista conservatore”.

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