Caso Renzi: domande senza risposta

11 Apr 2013

Il gruppo consiliare del PD alla regione Toscana ha indicato i due nomi dei delegati regionali “di maggioranza” che parteciperanno all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica (di competenza “politica”, il terzo viene indicato dalle opposizioni consiliari).

Il gruppo consiliare del PD alla regione Toscana ha indicato i due nomi dei delegati regionali “di maggioranza” che parteciperanno all’elezione del prossimo Presidente della Repubblica (di competenza “politica”, il terzo viene indicato dalle opposizioni consiliari).
La prassi istituzionale indica nel Presidente della Regione e nel Presidente del Consiglio Regionale i due delegati “naturali”.
La decisione del gruppo, con una maggioranza di 12 a 10, ha scelto di seguire la prassi, indicando oltre ad Enrico Rossi, il presidente del Consiglio Regionale Alberto Monaci.
Ricordiamo che Alberto Monaci presiede il Consiglio Regionale in virtù di una deroga “ad personam” avallata personalmente dal segretario regionale del Pd Andrea Manciulli (sostenuto dall’allora dirigenza senese del Pd, che con Monaci aveva sottoscritto un patto di ferro, paradigma del perfetto manuale Cencelli).
L’altra scelta possibile era quella d’indicare come secondo “elettore”, in base ad una deroga, il sindaco di Firenze Matteo Renzi.
La scelta dunque era tra Alberto Monaci, classe 1941 senese, deputato dal 1987 al 1992, dal 2000 consigliere regionale, co-dominus da oltre un quarto di secolo della politica senese e coartefice indiscusso, in questo arco temporale, di tutte le scelte d’indirizzo e di strategie che hanno governato MPS, Università e Asl, e Matteo Renzi.
A maggioranza, il gruppo consiliare Pd, ha scelto Alberto Monaci.
In un momento storico per il Paese e per la sua democrazia, una scelta come questa è un segno chiarissimo.
E’ il segno che, chi ha scelto di inviare a Roma per eleggere il prossimo Presidente della Repubblica in rappresentanza del Pd regionale Alberto Monaci, ha ritenuto e ritiene il suo percorso politico adeguato e meritevole di questa riconoscenza.
Giungono tristi e miserrime molteplici precisazioni da parte di componenti del gruppo consiliare del Pd toscano : “…rispetto delle procedure istituzionali”, “…intromissione nelle decisioni sovrane del consiglio regionale…”, “ …Renzi, Renzi… sempre Renzi…”.

Noi invece ci chiediamo:

  • Cosa ha indotto la maggioranza del gruppo Pd a cambiare orientamento (espresso fino al giorno prima e diretto a concedere una speciale deroga in favore del sindaco fiorentino)?
  • Perché Enrico Rossi, presidente della Regione e figura di massima autorevolezza del partito in regione, e Andrea Manciulli, segretario regionale e neo deputato, dopo aver fatto un pubblico endorsement a favore di Renzi, non sono stati in grado di tenergli fede ?
  • Quali forze e motivazioni sono state “scatenate” da Alberto Monaci, che sebbene influenzato, dalla sua convalescenza senese, con un sms, induce a una strambata di 180° un gruppo consiliare che mai, fino ad oggi era giunto ad una simile spaccatura?

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