Quelle commissioni al maschile

02 Apr 2013

Rimane, allora, l’amara constatazione che, in una scelta di valore più simbolico che pratico — dare un segnale che il presidente della Repubblica intende lavorare per il bene del paese fino all’ultimo minuto del suo mandato — il messaggio più chiaro, più esplicito e senza possibilità di fraintendimenti, che Napolitano ha mandato al Paese è che le donne come soggetti capaci e competenti non esistono, non nelle prime file almeno.

Con la sua decisione di congelare il governo Monti e contestualmente istituire due commissioni di esperti, il presidente Napolitano rischia di avallare la posizione di Grillo sulla non necessità di formare un nuovo governo e ignorare di fatto la metà dei cittadini italiani — le donne — cui ha fatto esplicitamente capire di non ritenere che ve ne sia nemmeno una con le competenze necessarie per concorrere alla soluzione dei problemi urgenti del Paese.
È probabile che, salvo le dimissioni anticipate, che per altro avrebbero aperto un altro vuoto istituzionale in una situazione politica già ampiamente precaria, la scelta di congelare il governo Monti fosse in qualche modo obbligata. Anche se certamente questo governo, e in particolare il suo presidente, nulla abbiano fatto negli ultimi mesi per meritarsi questo supplemento di fiducia, al contrario.
Può anche darsi che la scelta un po’ irrituale di due super-commissioni del Presidente siano state intese come un’ultima chance offerta al Parlamento e ai partiti per trovare una soluzione (vedi legge elettorale) consensuale per arrivare in tempi rapidi a nuove elezioni, non appena ci sarà un nuovo presidente. Una sorta di camera di compensazione, dove negoziare al riparo dal costante flusso di dichiarazioni e contro-dichiarazioni, tweet, Facebook e comparsate televisive, che ormai, più che impedire inciuci, impediscono qualsiasi discussione franca, qualsiasi possibilità di verificare ed eventualmente rivedere le proprie posizioni senza essere immediatamente esposti a qualche gogna mediatica.
Ma se questo era l’intento, meglio chiedere ai partiti di formare una commissione paritetica, con un mandato univoco e preciso, impegnandosi ad accoglierne le proposte, visto che sarà comunque il Parlamento a doverle approvare. Di proposte più o meno ragionevoli fatte da commissioni di esperti cui non ha fatto seguito nessuna decisione congruente è lastricata la storia della Repubblica. In questo caso poi, il mandato delle due commissioni sembra addirittura quello di disegnare i contorni di un programma di governo, cosa non solo irrituale e problematica dal punto di vista istituzionale, ma senza speranza. Tanto più che a comporle sono state chiamate persone e figure istituzionali che, salvo due, tre eccezioni (il presidente dell’Istat Giovannini, l’ex presidente della Corte Costituzionale Onida, il componente del direttorio della Banca d’Italia Rossi), hanno individualmente e/o istituzionalmente una storia di fallimenti, cambi di campo, errori gravi, proprio sui temi su cui dovrebbero proporre soluzioni.
Insomma, non si tratta davvero né di esperti super partes né di esperti, pur di parte, che abbiano dato grande prova di sé.
Rimane, allora, l’amara constatazione che, in una scelta di valore più simbolico che pratico — dare un segnale che il presidente della Repubblica intende lavorare per il bene del paese fino all’ultimo minuto del suo mandato — il messaggio più chiaro, più esplicito e senza possibilità di fraintendimenti, che Napolitano ha mandato al Paese è che le donne come soggetti capaci e competenti non esistono, non nelle prime file almeno. Non hanno il curriculum e non si consente loro di farselo. È un messaggio che riguarda, ovviamente, le donne. Ma riguarda anche gli uomini, così incapaci di guardare al di fuori da loro stessi da continuare pervicacemente ad affidarsi come possibili salvatori della patria a quegli stessi che hanno contribuito ad affondarla.

Supportaci

Difendiamo la Costituzione, i diritti e la democrazia, puoi unirti a noi, basta un piccolo contributo

Promuoviamo le ragioni del buon governo, la laicità dello Stato e l’efficacia e la correttezza dell’agire pubblico

Leggi anche

Le scuole di Libertà e Giustizia

L’Unione europea come garante di democrazia, pace, giustizia

In vista della legislatura 2024-2029, l’associazione Libertà e Giustizia propone sette incontri - dal 29 febbraio al 23 aprile - sul ruolo del Parlamento europeo e le possibilità di intervento dei singoli cittadini e delle associazioni.

Approfondisci

Newsletter

Eventi, link e articoli per una cittadinanza attiva e consapevole direttamente nella tua casella di posta.