La discussione politica di LeG

26 Mar 2013

Cosa fare in un momento politico istituzionale come quello attuale? E’ la domanda che ricorre sulle bocche dei partecipanti al seminario di LeG che si è svolto sabato scorso a Torino. Oltre 100 i soci, una dozzina i circoli presenti. Da Torino, che ha splendidamente organizzato l’incontro, a molti iscritti del circolo di Roma; da Milano, Brescia, Bergamo, Mantova e da Bologna e Ravenna; dalla Toscana, rappresentata da amiche e amici di tutta la regione; da Genova e da Napoli, da Venezia e da Vicenza.

Cosa fare in un momento politico istituzionale come quello attuale? E’ la domanda che ricorre sulle bocche dei partecipanti al seminario di LeG che si è svolto sabato scorso a Torino. Oltre 100 i soci, una dozzina i circoli presenti. Da Torino, che ha  organizzato l’incontro, a molti iscritti del circolo di Roma; da Milano, Brescia, Bergamo, Mantova e da Bologna e Ravenna; dalla Toscana, rappresentata da amiche e amici di tutta la regione; da Genova e da Napoli, da Venezia e da Vicenza.

Un momento, spiega Gustavo Zagrebelsky, che ci viene da definire con le stesse parole impiegate dall’allora ministro degli Interni Aldo Moro nel ’76 quando, a proposito della stagione terroristica e degli sconquassi politici, ebbe a dire“qui non si capisce più nulla”…

Non abbiamo l’abitudine di rivendicare i tanti “noi l’avevamo detto” pronunciati in questi anni, ma attraverso i nostri manifesti, i nostri documenti, le nostre manifestazioni, i nostri dossier abbiamo ripetutamente denunciato la crisi dei partiti, la mancata riforma della legge elettorale, il pericolo del ritorno di Berlusconi, il salto nel vuoto che potevano rappresentare le elezioni in un Paese irretito dalla corruzione e dal solito giro di poteri, sfinito dalla crisi economica e sociale.

Il tentativo di Bersani di formare un governo, la ricerca di una maggioranza al Senato, le forze in campo, il compito di LeG nel momento attuale e nei prossimi mesi, sono gli argomenti che si susseguono nei tantissimi interventi dei soci e della presidenza di LeG.

Il Pd e il movimento 5 stelle, i due convitati di pietra. C’è chi ancora ripone una tenue speranza nel partito risultato vincente, ma con un risultato al di sotto delle aspettative, nelle ultime elezioni. Più per la tradizione che rappresenta che per il suo operato. E chi invece, anche alla luce dei rapporti problematici sul territorio, ha perso la speranza che il Pd possa rinnovarsi e rappresentare le istanze dei cittadini di centrosinistra.

Sul movimento 5 stelle, con cui alcuni circoli di LeG hanno lavorato negli anni passati sui temi della legalità, il giudizio è composito. Occorre distinguere i vari livelli, i leader Grillo e Casaleggio, gli eletti e gli elettori. Il movimento ha sicuramente intercettato una legittima domanda di cambiamento. Non è ancora irretito nella logica del potere autoreferenziale, ma la rete non può escludere la rappresentanza e non dà molte garanzie il suo “non-statuto” (Art.49) e il modo con cui la dirigenza cerca di condizionare la libera determinazione degli eletti (Art. 67). Ancora non chiare le scelte su temi fondamentali per la nostra democrazia come l’immigrazione, il rispetto delle confessioni religiose, la tolleranza.

Altro piano di discussione la presenza del Pdl al tavolo delle trattative per la formazione del governo. La preoccupazione che il centrosinistra possa ancora imbarcarsi in scelte che hanno l’obiettivo di scardinare la nostra Costituzione.

Infine, l’impegno di LeG nei prossimi mesi. Si è deciso di continuare con la proposizione dei nostri punti irrinunciabili, le bandiere di LeG e di farne una Carta d’intenti per il 2013. Come nel periodo preelettorale, sottoporre i temi ai partiti di centrosinistra, aprendo il dialogo e la discussione. Col Pd, chiedendo un percorso di trasparenza, pretendendo che le speranze di milioni di elettori non vengano tradite dalla formazione di governi raffazzonati e di basso profilo, con il M5S la ricerca di convergenze su legalità e corruzione.

E a proposito di impegno diretto di Libertà e Giustizia, l’assemblea saluta con un forte applauso la notizia che la coordinatrice del circolo di Messina, Giusi Furnari, è candidata a sindaco della sua città.

Tanti gli interventi, molti i ragazzi che mettono anche LeG di fronte alla responsabilità di pensare in un modo nuovo e soprattutto di privilegiare il futuro dei giovani come primo punto dell’impegno dell’associazione, la presidente Bonsanti legge i contributi per la discussione arrivati dal circolo di Senigallia, da quello di Perugia, da Bassano e da Pavia.

Zagrebelsky chiude la lunga giornata, e tra i molti auspici, quello di raccogliere in una pubblicazione i manifesti e i documenti prodotti da LeG nei suoi 11 anni di vita. Siamo una piccola associazione, continua il presidente onorario di LeG, non siamo un partito né aspiriamo a diventare una struttura di massa, non è nostro compito risolvere tutti i problemi pur essenziali che sono emersi in questo dibattito, dal lavoro all’Europa alla povertà, ma dobbiamo chiedere soluzioni ai partiti politici. Noi li deleghiamo per elaborare risposte. Noi siamo nati per difendere il decoro della politica e delle istituzioni. Questo è il nostro compito e attraverso le nostre scuole di formazione, l’insegnamento della Costituzione ai giovani, le nostre iniziative sul territorio, continueremo il nostro impegno.

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