Strana gente, questi grillini. Mettiamo in fila i fatti: da quando sono entrati in Parlamento, i partiti tradizionali sono stati costretti a sconvolgere tattiche e strategie consolidate. La tentazione di un accordo tra Pd e Pdl è svanita come neve al sole perché l’elettorato, soprattutto quello democratico, non lo digerirebbe. L’offerta berlusconiana a Bersani, eleggi un nostro al Quirinale e noi faremo passare il tuo governo, è apparsa subito indecente e perciò irricevibile. E i notabili della politica, spesso anche al di là dei loro reali demeriti, sono diventati di colpo decrepiti e impresentabili. Tanto che alla presidenza delle due Camere sono stati eletti due personaggi dalla biografia rispettabile, e rispettata, ma del tutto nuovi alla politica.
A questo punto, i 5 stelle avrebbero avuto il buon diritto di dichiararsi vincitori. Di proclamarsi, a ragione, autori di fatto di queste scelte e anche di quelle che verranno. Di rivendicare il potere di vita o di morte sul futuro governo, a partire dalla scelta del premier e dei suoi ministri. Un risultato che non ha precedenti nella storia repubblicana.
E invece no. Invece hanno recitato il ruolo dei perdenti, di quelli che si sono “fatti fregare” dalle vecchie volpi della politica. Hanno cominciato a litigare tra di loro, a prendersi sferzate dal loro “portavoce” Grillo, hanno provocato una marea di commenti sul blog, tanto da indurre Grillo o chi per lui a cassare quelli più scomodi. Potevano dire: avete visto? Volevano Finocchiaro e Franceschini, e li abbiamo costretti a eleggere Boldrini e Grasso. Che invece Grillo ha preferito definire “foglie di fico del Pd”, con buona pace della verità. Insomma: un comportamento autolesionista. Perché?
Le spiegazioni possibili sono due. Una fantascientifica, e cioè che in realtà Grillo e Casaleggio abbiano un disegno eversivo che prevede il crollo delle istituzioni repubblicane, e con loro dell’intero paese, per instaurare sulle macerie una dittatura plebiscitaria modello “Fattoria degli animali” di George Orwell. L’altra spiegazione, più realista, è che i neofiti del M5S debbano ancora imparare a confrontarsi con le regole della democrazia, e cioè a passare dalla protesta alla proposta. Piccolo indizio: la diretta streaming interrotta quando la riunione per decidere come votare su Grasso e Schifani è diventata troppo rovente. Perché la trasparenza è importantissima, ma l’esperienza insegna che quando si parla sapendo di avere un pubblico si tende a farsi belli per l’uditorio, non a discutere per arrivare alla scelta più opportuna. Poi si può comunicare all’esterno sia la decisione presa sia il modo in cui ci si è arrivati. E il dissenso interno va gestito con accortezza, perché la disciplina di gruppo è importante, ma pretendere l’obbedienza incondizionata non è una rivoluzione, è una restaurazione. Infatti è così che funzionava nel Pci il centralismo democratico. Essere digiuni di politica di questi tempi è un bene, ma studiare un po’ di storia non guasterebbe. Quanto meno eviterebbe di ripetere errori già fatti.
Il problema, dunque, è che forse i grillini hanno preso molti più voti di quel che si aspettavano. Pensavano di fare una legislatura all’opposizione, guadagnando consensi e nello stesso tempo imparando le regole del gioco. Invece si sono trovati al centro della scacchiera e non sanno più che pesci prendere. L’auspicio è che si chiariscano le idee al più presto. Perché il paese non ha tempo, visto che le sue condizioni sociali ed economiche peggiorano di giorno in giorno. Il M5S potrebbe essere il responsabile del disastro o il protagonista della resurrezione. Certo non il solo, ma questa è la democrazia e l’elettorato va sempre rispettato, sia il proprio che quello degli altri.
Manifesto nazionale ANPI

Il problema resta sempre il medesimo: l’inadeguatezza di questi nostri rappresentanti. Si fa fatica a vederli adulti e un po’ saggi. Sembrano, nel migliore dei casi, bambini egoisti e capricciosi; nel peggiore sono fraudolenti e falsi. E’ comunque una maledizione italiana quella di non avere avuto nella storia repubblicana nè una destra, nè una sinistra degne di questo nome. La dx per mancanza di senso dello Stato e di democrazia e la sx per le lotte intestine e per la pretesa di egemonia politica. Il centro democristiano è staoa il disgraziato rimedio.
Sono d’accordo con la speranza di una presa di responsabilità da parte del movimento di Grillo. Ma vedo molto difficile un chiarimento di idee da parte di quest’ultimo.
E bravo Marco Suman che conosce Lenin ma che dimostra di non avere capito la domanda.
Niente paura: non avevo nessun intento di mettere insieme Lenin con i penta stellati, e mi sembrava anche abbastanza chiaro: evidentemente non per tutti. Così mi tocca precisare che l’importante è la risposta non la domanda, cioè l’importante è sapere cosa i pentastellati intendono fare in Parlamento.
Se la risposta è “Non ci mettiamo con gli altri, dateci il Governo che vi facciamo vedere noi”, beh, a me viene da sorridere, sperando che anche tu sia disposto a perdonare la franchezza .
Falsificante dire che i penta stellati guardano al passato? Ma se ogni momento ci vengono a raccontare le colpe degli altri del pidielle e del pidimenoelle, tutti uguali, tutti al governo negli ultimi vent’anni. Un po’ come Berlusconi quando parlava dei partiti ante-92, solo che almeno lui aveva avuto il guizzo di fantasia di inventarsi il “consociativismo” per poter attribuire uguali responsabilità al Caf e al Partito Comunista.
Bene. Adesso l’Italia è un tantino in crisi, l’occupazione scende ogni giorno, il Pil pure, il reddito sta crollando. Allora io di cosa mi devo preoccupare: di dare la colpa a quelli di prima o di mettere riparo a queste cose?
E credo proprio che si abbastanza sensato domandare alla terza forza del Parlamento quali misure intenda prendere per invertire questa tendenza. O no?
Cerchiamo di discutere seriamente e non a botte di slogan: quelli ce li hanno già somministrati per 20 anni il nano grasso e pelato e i suoi amici. Adesso per favore, basta.
Anche perché i veli pietosi è meglio stenderli su certi interventi, vero Marco Suman?
Egregia tessera 4706, forse stiamo perdendo tempo, spero di no e che sia comunque utile scambiarci opinioni diverse, senza usare metafore ironiche tipo le storielle delle vergini, che non servono a nulla se non a manifestare la tua irritabilità, il tuo fastidio di pancia nei confronti di chi non ha alcuna responsabilità dei guai in cui ci troviamo. La cosiddetta sinistra, leggi il PD, e i giornalisti che gli vanno appresso – insisto – non possono mettersi a piagnucolare che adesso la responsabilità è del 5s, che siamo in bilico sull’orlo della catastrofe, oddio, il 5s forse vuole sfasciare tutto e via con queste fandonie… E non fare tanto l’ironico su Lenin perchè la domanda – insisto – posta sulla premessa dell’antidemocraticità del 5s votato forse, per la Rettori, a ridurre il parlamento a un cumulo di macerie era decisamente tendenziosa, fuorviante e provocatoria.
Per la risposta alla domanda, mal posta, non c’è che da guardare quello che farà non il 5s, ma il PD e Napolitano. Sono le tardive, quindi forse inutili, proposte di Bersani e del gruppo che lo sostiene che possono determinare una speranza di uscita dal vicolo cieco. Di questo ci si dovrebbe occupare. Riuscirà Bersani a sostenere la Puppato, Emiliano e a fronteggiare l’opposizione dei Fassino, degli interessi delle cooperative rosse in merito al TAV? Credo che siano questi i punti nevralgici di cui discutere, per fare un esempio, anzichè stare tutti incazzati ad aspettare che i parlamentari 5s firmino una cambiale in bianco al PD, scusa se torno sulla tua storiella, paragonadoli alle verginelle con le cosce strette tutte intente a preservare sano il loro imene. Perchè le uniche invettive le scagliate contro questi poveracci del 5s anzichè sui Razzi, gli Alfano, gli Scillipoti e quel coso di Berlusconi?
Forse non ci capiamo. lasciamo stare la mia irritabilità, magari provocata da un intervento di parecchio sopra le righe, e veniamo ai fatti.
Chiedo scusa, ma la domanda non è affatto mal posta, anzi mi stupisce e non poco la mancanza assoluta di una risposta. mi sembrava di avere già spiegato abbondantemente che il mio riferimento a Lenin non riguardava minimamente una presunta antidemocraticità del movimento a 5 stelle, anche perché non sto parlando di questo. comunque repetita iuvant: non c’entra niente, e non voglio paragonare Grillo a Lenin.
A voler ben vedere tendenzioso, fuorviante e provocatorio è ritornare su un argomento già abbondantemente e chiaramente spiegato per ribadire una critica senza senso. Spero di non dover ritornare più sulla questione.
Il punto è che Lenin quella domanda se la è posta, e ha dato anche una risposta, magari non quella corretta, ma la ha data. dal movimento, parlando molto seriamente, non l’ho sentita. al momentaneo ho sentito soltanto una sciocchina, quella che il fascismo ha fatto anche cose buone, dire che le sembrava di essere a Ballarò. Si risolvono così il problemi del Paese?
E mi dispiace molte dovere ripetere (perché repetita stufant anche) che M5S è il terzo partito italiano, e che quindi bisogna guardare anche a quello che fa lui, non solo a quello che fanno Bersani e Napolitano; oppure i 5S pensano di stare lì per tutta la legislatura a dire “colpa vostra, siete dei puttanieri, pidimenoelle”, quando non si addormentano sullo scranno?
Non credo di avere parlato di responsabilità o di gioco allo sfascio: mi sembra di avere chiaramente espresso l’opinione che per uscire dai guai (non se i pentastelluti hanno presenti i disoccupati, gli esodati, il crollo del pil – ma forse quest’ultimo fa piacere ai patetici sostenitori della decrescita felice) non serve andare a cercare le responsabilità: serve prendere delle misure concrete.
E’ più che lecito rifiutare le proposte di Bersani, ma allora mi sarei aspettato che la stella di Salò ieri incalzasse Bersani dicendo che gli 8 punti erano generici e che dovevano essere precisati (magari dicendo anche come e dove), o ponendo dei punti 9 e 10 per vedere la risposta. E invece abbiamo sentito la solita lezioncina mandata a memoria.
Spiace, ma è così e non in un altro modo.