Berlusconi, in piazza Fontana il presidio di Libertà e Giustizia

13 Mar 2013

L’appuntamento è per le 16.30 a Milano. L’associazione invita “i cittadini a portare esclusivamente cartelli o striscioni con articoli della Costituzione”. In una nota anche una critica al Pd che “tace o balbetta”.

Libertà e Giustizia promuove un presidio a sostegno della magistratura in piazza Fontana, a Milano, e non più davanti al tribunale, come era stato annunciato in un primo momento, venerdì 15 marzodalle 16.30. Lo spostamento in piazza Fontana – si spiega in una nota – è stato deciso “anche per ribadire il nostro fermo convincimento che i tribunali devono poter lavorare lontano dalle emozionie dalla eventualità di pericolose strumentalizzazioni”.

L’associazione invita “i cittadini a portare esclusivamente cartelli o striscioni con articoli della Costituzione. Si raccoglieranno messaggi di solidarietà nei confronti dei magistrati”. “Forse nemmeno lui, il grande malato – è spiegato in una nota, in riferimento a Silvio Berlusconi – si aspettava di ottenere tanto. Ma tanto ha ottenuto: è stato chiamato ‘leader’ mentre una Procura lo accusa di aver ‘comprato’ voti in Parlamento; è stato sancito il suo diritto a fare come se nulla fosse e a continuare a infestare la vita politica e istituzionale di questo Paese; è stata messa in dubbio l’azione della magistratura”.

La protesta del Pdl a Palazzo di giustizia

“Insomma esultano tutti i detrattori dell’autonomia della magistratura e della giustizia uguale per tutti – prosegue Libertà e Giustizia – La giustizia non è uguale per tutti, in Italia. Il grande malato ora alza il tiro: voglio il Quirinale, dice, per me o per chi decido io”. “Il presidente Oscar Luigi Scalfaro – prosegue la nota – che con lui aveva avuto a che fare, ricordava che appena lo vedeva entrare dalla porta cominciava a dirgli subito dei ‘no, no, no’. ‘Perché sapevo che mi avrebbe chiesto qualcosa che non potevo concedergli’, diceva Scalfaro: ‘Se gli dai un dito ti prende la mano”. E “il Pd, in attesa di ricevere il mandato di formare il governo, tace o balbetta – conclude Libertà e Giustizia – Questa ferita, che il capo dello Stato ha pensato di dover infliggere a un Paese dalle istituzioni così fragili, non è davvero comprensibile nè giustificabile. Colora tutto il settennato di un grigiore allarmante”.

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