Vincitori e vinti: D’Alimonte con LeG a Firenze

11 Mar 2013

Dall’analisi dei flussi tra partiti, in alcune zone campione (Torino, Roma e Palermo) si evidenzia che tendenzialmente il M5S ha assorbito dal Pd una percentuale altissima del proprio elettorato – in misura maggiore ancora superiore dalla sinistra Arcobaleno. Si pensi solo che nella città di Torino M5S si compone per una percentuale del 38 % di ex elettori PD…

Sabato 9 marzo a Firenze, i circoli di Libertà e Giustizia della Toscana hanno incontrato il prof. Roberto D’Alimonte che ha spiegato sulle base di dati e analisi inedite le ragioni dei risultati elettorali.
Primo punto: i sondaggi hanno sbagliato, almeno per quanto riguarda i dati assoluti, mentre invece hanno colto la tendenza (calo costante della coalizione di cs associato a un recupero del cd); rispetto agli scenari disegnati che davano certa la vittoria del centrosinistra nelle grandi regioni del sud (Campania, Puglia e Sicilia) e la Lombardia in bilico, i dati aggregati reali hanno segnato un vantaggio per il centrodestra di quasi 8 punti in Campania e Puglia e quasi 6 in Lombardia.
Tutto questo ha definito un risultato finale alla Camera a favore del cs di soli 150.000 voti, ossia la percentuale più bassa di tutti i tempi con la quali una coalizione (o partito ) è riuscito a sopravanzare il diretto avversario.
Altro dato, confrontando il voto della Camera e quello del Senato ( dove votano gli over 25) è che i giovani hanno premiato il M5S il quale è divenuto il primo partito italiano (in termini  numerici assoluti), ma soprattutto, rispetto sempre agli scenari attesi e disegnati dai sondaggi, colpisce il fatto che al Senato Pd e Scelta civica di Monti non arrivano al magic number di 158.
Cosa è successo?
Oltre alla sconfitta in Lombardia, il cs ha avuto la sua maggior debacle al Sud (essenzialmente in Campania e Puglia, dove in particolare l’effetto Vendola non è esistito): la vittoria del cs in queste due regioni avrebbe prodotto la maggioranza al Senato di Pd con Monti.
Questo significa che è stato ampiamente sottostimato il legame tra Berlusconi e il suo elettorato.
Dai dati emerge in maniera inconfutabile lo “sconfitto” politico, “storico” secondo D’Alimonte: il Pd, la sua offerta politica e la sua classe dirigente.
Esistono momenti storici “eccezionali”, ha spiegato il professore,  durante i quali si verificano dei disallineamenti dei blocchi politico/elettorali; per cause “eccezionali”, in occasione di tali eventi, milioni di voti escono dai loro tradizionali alvei e si rivolgono liberamente sul mercato elettorale: in Italia ciò è avvenuto nel 1994 e nel 2013: in entrambe le tornate elettorali il cs non è riuscito a cogliere la vittoria, soprattutto nel 2013 di fronte ad una situazione estremamente favorevole.
Pensiamo poi che il Pdl lascia sul campo il 46,8 dei propri elettori rispetto al 2008 ,circa 6 milioni di voti che sommati a quelli della Lega fanno circa 8 milioni di voti che si smobilizzano, ma di questi il cs non ne intercetta nemmeno 1; e anzi ne perde direttamente 3,5 milioni.
Il Pd si è presentato all’appuntamento con la storia del tutto inadeguato, non ha compreso gli irreversibili cambiamenti della nostra società, che è la società di internet e richiede pochi e forti messaggi, oltre naturalmente a una credibilità politica ed etica ben diversa.
Sappiamo che storicamente il cs non è maggioritario nel paese, soprattutto nelle aree più popolose e produttive del nord, non riesce ad offrire un’offerta politica adeguata per questi milioni di cittadini; inoltre, dall’analisi dei flussi tra partiti, in alcune zone campione (Torino, Roma e Palermo) si evidenzia che tendenzialmente il M5S ha assorbito dal Pd una percentuale altissima del proprio elettorato – in misura maggiore ancora superiore dalla sinistra Arcobaleno. Si pensi solo che nella città di Torino M5S si compone per una percentuale del 38 % di ex elettori PD…
Per il prof. D’Alimonte gli scenari per la formazione di un ipotetico futuro governo sono molto “liquidi”, ma la sua indicazione “accademica” vedrebbe nell’introduzione di un sistema elettorale maggioritario “all’italiana”, per intenderci quello adottato per l’elezione delle amministrazioni locali (consiglio comunale e sindaco) la soluzione all’ormai congenito tarlo dell’ingovernabilità del nostro sistema.
P.S.: ad oggi, il prof. Roberto D’Alimonte, docente di “Sistema politico italiano” presso l’Università Guido Carli-LUISS di Roma ed editorialista del Sole 24 Ore, ha esposto queste sue analisi in sede accademico universitaria a Londra, Parigi , alla NY University a Firenze oltre che con i circoli della Toscana di Libertà e Giustizia: nessun attore della scorsa competizione elettorale ha pensato di chiedere il suo giudizio  sui motivi dei propri successi o dei propri fallimenti.

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