Tra paralisi e ritorno al voto

La partita si è appena aperta. E sarà la più drammatica degli ultimi anni. Per il momento abbiamo sul tavolo le carte messe da Bersani: gli otto punti con i quali il Pd apre al Movimento di Beppe Grillo ed esclude qualsiasi intesa col Pdl di Berlusconi. E’ la prima mossa, ampiamente prevista, con la quale il Partito democratico si presenta all’appuntamento, senza dover scontare, al momento, il rischio di un dissenso interno. Ma i passaggi successivi? C’è una frase di Bersani che rivela, forse in maniera inconsapevole, tutti i dubbi e le incertezze: “Il sentiero è molto stretto, se non lo si supera , almeno lo si sgombrerà dalla nebbia”. Già, la nebbia. “E si fa fatica a fare luce nella nebbia”, come ammonisce il capo dello Stato. Il quale vuole troncare tutte le ipotesi sulle possibili decisioni attribuite al Quirinale  finchè non saranno aperte le consultazioni. “Farò sino in fondo il mio dovere”, dice Giorgio Napolitano. Però, oggi domina la paralisi. E la paralisi ha, tra le possibili conclusioni, il ritorno al voto.

Mettiamo in fila le diverse ipotesi. E arriviamo a questo esito: nessuna  offre convincenti punti d’approdo.

Primo scenario. Bersani ha dal capo dello Stato l’incarico per formare il governo. Il segretario del Pd  si muove per infrangere il muro dei “no” finora venuti dal Movimento grillino. Non può pensare  di avere un’alleanza organica. Deve limitarsi a cercare una via d’uscita praticabile dal groviglio dei diversi veti. Dunque, un esecutivo di minoranza. Che non è un’anomalia, un “monstrum”, come qualcuno mostra di credere. Forme di governo di questo tipo si sono realizzate nei paesi scandinavi, in Olanda, in Spagna, tanto con il primo esecutivo di Aznar quanto con il primo esecutivo Zapatero. La via da battere, in queste circostanze è quella di un accordo limitato, su alcuni punti qualificanti. Dovrebbero servire allo scopo gli otto punti di Bersani.  Ma c’è una sostanziale differenza con gli altri paesi. In Italia, per entrare nella pienezza delle sue funzioni, qualsiasi governo ha bisogno di un’investitura ufficiale, il voto di fiducia. Che Grillo possa concederlo è, allo stato delle cose, un’ipotesi da escludere. Deciderà caso per caso, su ogni singolo provvedimento. Ci sarà una fetta del Movimento, disposta a “sganciarsi”, almeno momentaneamente, consentendo al governo Bersani di avere in qualche modo la fiducia.? A questa possibilità il segretario del Partito democratico, evidentemente, ci crede se ha preso la strada che ha preso, senza mettere nel conto nessuna subordinata. Ma è prevedibile che il capo dello Stato voglia garanzie piene per assegnare un mandato altrettanto pieno.

Secondo scenario. Le altre formule, quali che siano, prevalgano i temi economici o quelli istituzionali, si risolvono nell’idea del “governo del Presidente”, composto da personalità stimate, il più possibile trasversali agli schieramenti politici. Ma perché ottenga la fiducia questo esecutivo ha bisogno del voto del Pd, il partito che dispone alla Camera della maggioranza assoluta, che inevitabilmente sarebbe spinto, a questo punto, verso una qualche forma di confluenza con il Pdl, essendo scontato il rifiuto grillino. In concreto: i partiti non sono direttamente coinvolti, non c’è nessun patto politico concordato tra le segreterie, ma il Movimento 5Stelle potrà ugualmente gridare al “grande inciucio”, preparandosi a raccoglierne i vantaggi. Altro problema, ammesso che questa scelta diventi alla fine praticabile. Il “governo del Presidente” è una creatura fragile, che ha bisogno della vigilanza e della protezione dell’inquilino del Quirinale, della cui volontà è diretta emanazione. Ma il mandato di Giorgio Napolitano scade tra due mesi. E, allora, che succede con un nuovo Presidente? Non rischia il governo di restare come un figlio senza padre?

Terzo scenario. Siamo al ritorno alle urne. Ma come si affrontano le impegnative scadenze di questa fase? Che cosa si fa per il rifinanziamento della cassa integrazione e la copertura per gli esodati, la presentazione a Bruxelles del piano nazionale delle riforme,  il dossier della delega fiscale da riaprire, il capitolo dei pagamenti alle imprese da parte delle pubblica amministrazioni e così seguitando? In Grecia, dopo un esito elettorale paralizzante, si è tornati a votare in tempi brevi e si è formato un governo. Ma in Italia, grazie alla “legge porcata”, stiamo ancora peggio. Le probabilità di un esito negativo, per quanto riguarda il Senato, restano immutate. Il fantasma dell’ingovernabilità non si è certo dissolto. Prima di andare alle urne, bisognerebbe fare almeno la riforma elettorale. Però, quale riforma e con quale maggioranza? Nelle presenti condizioni, nell’intreccio dei veti contrapposti, nessuna buona soluzione sembra praticabile.

Si cammina lungo un sentiero stretto e tortuoso, ricco di insidie. In fondo al quale possiamo, al massimo, individuare il male minore. Il Pd ha fatto le sue proposte. Con buona volontà, ma in termini che appaiono ancora troppo vaghi e generici. Non ha avuto la forza di gettare lo sguardo oltre i confini già esplorati. Quanto agli altri, il Pdl è la destra ben conosciuta, in cui non si può vedere alcuna traccia di affidabilità. E Grillo continua a ballare da solo, convinto che, al prossimo giro, resterà in pista solo lui. Prevale una politica limacciosa. Chiusa nei propri tabù.

9 commenti

  • Ognuno del mal pianga se stesso.
    Questo è il risultato di vent’anni di PD e di PDL che hanno governato entrambi in quasi egual misura.
    La legge elettorale era tra le priorità per cui è stato creato il colpo di stato con il governo Monti.
    Quindi inutile che ora si presentino come delle verginelle per chiedere una fiducia che neanche l’elettorato gli ha dato.
    La fiducia va chiesta agli elettori e suon di voti e non all’avversario perchè se no si tratterebbe di inciucio, in sostanza sempre la stessa storia, altro che verginelle della domenica.

  • Non c’è che dire: scenario da tragedia greca in attesa del deus ex machina che risolva i conflitti. Ma il Presidente è un uomo, eccellente senza dubbio, ma non ha poteri sovrannaturali. La soluzione del pasticciaccio brutto in cui siamo rischia di essere il meno peggio. Bersani deve fare il suo gioco fino in fondo, è suo dovere di fronte a tutti; poi se ne dovrà andare con il marchio di quello che, speriamo, ha fatto solo la legge elettorale. Un altro governo del Presidente avrebbe vita durissima e cortissima e solo per traghettarci a nuove elezioni. Tornare al voto adesso sarebbe un altro suicidio civile. Quindi qual è il governo che ci permetterà di avere un metodo elettorale decente in tempi brevi? Credo che questo sia il sentiero stretto e nebbioso. Auguri a tutti noi

  • L’analisi ad oggi è realistica. L’unica variante è che il Governo rimanga in carica fino alle elezioni del nuovo Presidente della Repubblica; in questo modo si potrebbe vedere se i parlamentari eletti da 5 stelle sono capaci di assumersi le proprie responsabilità istituzionali, o se continuieranno ad essere un gruppo eterodiretto da un capo esterno alle istituzioni. Non è una ipotesi impossibile, anche se amplia molto il limite dei poteri di un Governo dimissionario. Esistono precedenti in Stati della UE. Se non ricordo male in Belgio una situazione simile si è protratta per un anno. Ricordo inoltre che solo un nuovo Presidente potrà, eventualmente sciogliere le Camere.

  • @ Gian Paolo Storchi
    Si infatti abbiamo sotto gli occhi invece come abbia inteso assumersi le responsabilità istituzionali il PD, a chiacchiere dichiarando di voler continuare con o senza Monti sulla strada impostata da costui.
    Infatti inoltre gli elettori hanno premiato il PD preferendo, essendo il primo partito votato, il M5S che ha da sempre e non solo durante la campagna elettorale di non voler dare la fiducia a nessuno in quanto, dopo vent’anni di governi di destra e di centro-centro e poca sinistra, erano i solo e unici responsabile di queste scelte scellerate che ci hann messo in ginocchio.
    Ma per la democrazia e il rispetto degli elettori vale solamente quando si è in campagna elettorale e subito dopo fare i voltagabbana?
    Ma lo coerenza non abita dalle vostre parti?
    Perchè voi non avete un leader a cui fate riferimento? O forse è invidia perchè dopo Berlinguer siete solo riuscito a sfornare delle personalità opache e mediocri?
    O forse ancora dispiace che il nostro leader sia acclamato all’unaminità?
    Guarda che a forza di senso delle istituzioni e di governi di unità nazionale stiamo morendo e se dopo vent’anni questo è il risultato, significa che il tempo è scaduto e la pazienza non è infinita.
    Ora si gira pagina e quel che è stato verrà consegnato alla storia come monito per ripetere e cadere negli stessi errori di valutazione.

  • Negli ultimi tempi si sente solo dire “assumersi la responsabilità” e “non avete capito niente, andate a casa”. Il Belgio è una monarchia costituzionale che è rimasta con il governo ad interim per 2 anni più o meno,ma ha un livello di corruzione, una struttura economica, un tasso di infiltrazione mafiosa, un livello di evasione fiscale non comparabili con i nostri. ed infatti i risultati sono diversi. Abbiamo bisogno di un governo per il semplice motivo che dobbiamo tornare a votare con una legge decente. Chiunque sarà il Presidente del consiglio avrà poca vita. I grillidi eletti dovranno per forza di cose assumersi la responsabilità di essere in Parlamento, queste sono le regole della democrazia rappresentativa. Sennò stiamo parlando d’altro.

  • Secondo me è giusto che il Capo dello Stato dia la possibilità a tutte le Forze politiche di tentare di formare un Governo, di presentare una lista ed un programma. Non solo alla coalizione di sinistra, ma anche a quella del Pdl, alla coalizione del prof. Monti e al M5S.
    E’ un gesto di rispetto nei confronti degli eletti, deputati e senatori e di tutti i cittadini-elettori.

  • Tutti schierati, giornalisti di Repubblica, intellettuali e “grandi personalità”, a chiedere senso di responsabilità a Grillo e M5S. Ma al PD non si chiede nulla? Di responsabilità i vari D’Alema, Veltroni, Finocchiaro, Letta, ecc.ecc. per la situazione in cui ci troviamo e che lo stesso voto ha evidenziato, non ne viene riconosciuta alcuna? Mi sembra che ci sia ancora tanta ipocrisia ed arroganza da parte di chi, al potere da diverso tempo, non ha combinato nulla di buono, salvo spartirsi quello che c’era. Non pensate che sia proprio il PD a dover dare prova di essere pronto a costruire una nuova società, mettendo da parte tutte quelle persone che finora hanno detenuto il potere e proporre nuove personalità (ce ne sono tante, per fortuna nostra) che sappiano conquistare la fiducia del M5S? Di certo non potrà essere Bersani, che stimo, la persona nuova.

  • penso che non ci sia altro da fare se non che una più specifica e organica rielettura delle varie proposte chiedendo ai grillini un segno di responsabilità.
    potrebbe essere possibile con mille se e con mille ma un accordo con il pdl spurgato da silvio.
    se tutto questo si rileva impossibile votare il nuovo presidente della repubblica ed elezioni

  • Nessun partito può chiedere al M5S qualcosa! Riceverà solo rifiuti e insulti! Solo le migliori espressioni associative della Società Civile potrebbero indurre Grillo ad un assenso ad una collaborazione col PD, predisponendo un programma per il nuovo Parlamento elaborato come “proposte di legge di iniziativa popolare” mettendo ai primi posti le 3 proposte presentate dallo stesso Grillo alcuni anni fa, sostenute da 350 mila firme e di seguito le altre di cui ormai tutti parlano. Difficile anche per il Grillo urlante rinnegare se stesso e la Società Civile che è “carne della sua carne”. Ineludibile coinvolgere “Libera di don Ciotti” e la “Rete per l’Acqua Pubblica”. L&G attivi le antenne se non vuole morire di inutilità cronica!

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