Proposte di riforme piccole e grandi

Libertà e Giustizia presenta alcune proposte di riforme e provvedimenti a breve e lungo termine formulate in questi ultimi giorni post-elezioni:

Provvedimenti da attuare a breve termine:

  • Riforma della legge elettorale
  • Norme severe sui conflitti d’interesse, disciplina contro la corruzione, a cominciare dalle norme penali sul falso in bilancio
  • Taglio radicale dei costi della politica
  • Eliminazione di ogni beneficio aggiuntivo rispetto alle indennità, a loro volta riportate a cifre socialmente accettabili, con un intervento che azzeri gli appelli alle competenze locali
  • Riduzioni delle retribuzioni della dirigenza pubblica
  • Rottura delle cordate di magistrati amministrativi che ormai governano le strutture pubbliche
  • Pienezza democratica al mondo sindacale per troppi versi perduta, con una legge sulla rappresentanza che davvero possa stare in un programma dei cento giorni
  • Restituzione della dimensione costituzionale ai diritti del lavoro abrogando l’articolo 8 del decreto dell’agosto 2011 che permette di stipulare accordi anche in contrasto con le leggi vigenti, ampliando così in maniera abnorme il potere imprenditoriale
  • Riforma del sistema dei mezzi di comunicazione

Proposte sui regolamenti parlamentari:

  • Unificare le procedure e la sede tra Montecitorio e Palazzo Madama per la partecipazione diretta e permanente del Parlamento alle decisioni dell’Unione Europea (in sintonia con la precisa “legge comunitaria” varata dal governo Monti)
  • Assicurare poteri e tempi certi e adeguati per l’istruttoria legislativa delle commissioni permanenti; ripartire in tre parti uguali i tempi di lavoro parlamentare tra maggioranza, governo ed opposizione; assegnare date e tempi certi per la discussione dei provvedimenti in aula
  • Per ridurre il fenomeno dell’ostruzionismo imporre ai gruppi il dovere di selezionare gli emendamenti più importanti; innalzare il numero minimo di parlamentari per la formazione dei gruppi; eliminare gli incentivi alla formazione di tali gruppi; vietare la prassi dei maxiemendamenti; assicurare la presenza periodica del presidente del consiglio in Parlamento, anche con la tecnica del premier question time
  • Ricostruire la vitalità delle commissioni parlamentari, come comunità di base per ritrovarsi insieme davanti a progetti concreti adeguando ai tempi l’attuale meccanismo parlamentare. Il Parlamento deve diventare l’interporto delle rappresentanze smarrite: la rappresentanza dei lavoratori-isolati-di massa, degli “invisibili”, dei non-cittadini, della “società informata” che vive la Rete, prima come strumento di associazione virtuale e poi come mobilitazione politica reale, la rappresentanza dei territori abbandonati, in una parola la “parlamentarizzazione”, cioè il ritrovamento di queste “molte Italia” in un rapporto continuo e diretto con la democrazia parlamentare

 

2 commenti

  • Grazie,
    concordo in pieno con questa agenda e sono pronto a supportarla in prima persona come sara’ utile e possibile.

    Vorrei dire due parole in particolare sul seguente punto, che ha tragiche ed impreviste consequenze anche per i nostri emigrati:
    “Restituzione della dimensione costituzionale ai diritti del lavoro abrogando l’articolo 8 del decreto dell’agosto 2011 che permette di stipulare accordi anche in contrasto con le leggi vigenti, ampliando così in maniera abnorme il potere imprenditoriale”.

    Grazie a quella legge nel nostro paese non esistono “minimi salariali riconosciuti dalla legge”.
    In Olanda invece ve ne sono e sino a poco tempo fa i lavoratori immigrati in questo paese godevano di questo diritto come i lavoratori Olandesi.
    Ma la legge da voi citata permette, da qualche hanno, di aggirare l’obbligo dei minimi salariali.
    Una legge nota come “direttiva Balkenende”permette di assumere gli immigrati alle condizioni minime vigenti nei loro paesi.
    Cosi’ oggi, protetti da un fitto velo di discrezione, stuoli di giovani (provenienti anche da piccoli paesi del nostro meridione) sono assunti, in Italia, grazie a quella legge (art. 8) per un salario risibile, quasi tutto speso per vitto ed alloggio proposto dallo stesso datore di lavoro, e vivono e lavorano, spesso in condizioni di semi schiavitu’ e di intimidazione, tanto che e’ difficilissimo avere contantti con loro (e quindi avere conferme dirette).
    Questa legge, non solo rende i nostri giovani esposti al ricatto dei disonesti in Italia, ma anche chiude loro ogni possibilita’ in Olanda. Questo articolo va abrogato subito (appena possibile).

  • Riforma della legge elettorale.

    Ma forse ritornare al vecchio sistema basato sul proporzionale non rappresenta ancora la miglior forma di democrazia e di rappresentanza?

    Consente semplicemente ad un cittadino di scegliere il partito (ed anche il candidato) che “teoricamente” dovrebbe meglio rappresentarlo,
    senza altre valutazioni “distorsive”,
    basate sul fatto che un partito fa parte di una aggregazione
    o su ipotesi legate al raggiungimento o meno di un “quorum”.

    In queste elezioni non mi sono sentito libero di scegliere!
    ho limitato la mia scelta tra poche liste,
    solo per non rischiare di “sprecare” il voto!

    Per la scelta dei candidati andrebbero poi obbligate le liste a pubblicare
    (su di un sito istituzionale) un curriculum dei loro candidati in modo che,
    almeno la gran parte dei cittadini, possano ricavare in anticipo un minimo di informazione su chi votare!
    Questo potrebbe migliorare la partecipazione/interesse dei cittadini nei confronti di politica e politici.

    Il rischio del voto di scambio è e sarà sempre presente!

    La situazione attuale è molto diversa rispetto a quanto è avvenuto fino agli anni ’80, quando ci si trovava in una situazione congelata,
    con pochissime variazioni sui voti raccolti dai singoli partiti da una elezione all’altra.
    Ora la percentuale di elettori che decidono di cambiare schieramento è molto elevata e togliendo anche il vincolo dell’appartenenza di un partito ad una coalizione non potrebbe che migliorare l’offerta e la possibilità di scelta.

    E poi … si ritornerebbe alla miglior forma di democrazia,
    per creare una maggioranza servono le capacità di aggregare una maggioranza di eletti,
    non limitando il tutto ad un patto tra 2/3/4 leader/capi/capetti/padroni ecc….
    o con partiti “forti” che condizionano i “piccoli”.

    E’ preferibile un parlamento e governo debole, che legifera poco ma con scelte condivise
    che avere leggi imposte da un leader (o tiranno) con “servi” poco Onorevoli che le votano senza convinzione!

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