I motivi di una sconfitta

Il dramma nel dramma dell’incertezza che esce da queste elezioni è la sconfitta di Umberto Ambrosoli in Lombardia e la consegna della regione più popolosa e più dinamica del paese ad una figura mediocre e ambigua come Maroni. Occorre interrogarsi con onestà intellettuale sugli errori che hanno fatto sì che il governo regionale sia stato riconsegnato a quegli stessi che si erano dimessi con disonore solo poche settimane fa, a seguito di scandali e imputazioni penali di ogni genere.
La prima cosa che viene da chiedersi con rabbia è: ma cosa hanno nella testa gli elettori lombardi? Come hanno potuto confermare la loro fiducia a coloro che provatamente hanno negli anni abusato del potere per favorire enti e persone amiche, dissipando il denaro pubblico? A quegli stessi che si sono riempiti la bocca di promesse localistiche roboanti quanto false e, alle spalle dei lombardi, hanno prosperato senza nulla fare per affrontare la crisi economica che da anni ormai fa chiudere le aziende, piccole e grandi, della regione.
Il progressivo impoverimento del territorio lombardo è un dato agevolmente percepibile nell’aumento della disoccupazione, nella difficoltà per i giovani di trovare lavoro, nell’immobilismo del tessuto economico, nella diffusione della criminalità organizzata e, di recente, nell’aumento vertiginoso dell’accesso a concordati e fallimenti. Forse proprio a causa di questo scenario economico di grande incertezza gli elettori lombardi hanno rispolverato le speranze nella destra berlusconiana e leghista? In una prospettiva cioè di imprenditorialità ancella – quando non peggio – della politica, in perenne attesa di agevolazioni fiscali, misure di sostegno, espedienti per non confrontarsi con il mercato e la concorrenza.
Una cosa è peraltro evidente, e cioè che il PD non è stato in grado di rappresentare in Lombardia una credibile alternativa al passato, un’alternativa capace di ispirare fiducia nella costruzione di un modello di crescita solidale ed efficiente, onesto e prospero. In tutte le province, salvo quella di Milano, la destra ha vinto: ciò vuol dire che il PD in Lombardia – al di fuori di Milano – è ben poco radicato nelle comunità territoriali, ben poco presente nella vita delle persone e delle istituzioni. Nelle votazioni per il Senato, il distacco subito dal PD in Lombardia rispetto alla destra è di otto punti percentuali: Ambrosoli ne ha recuperati tre, grazie alla campagna per il voto disgiunto, ma non sono bastati. Malauguratamente, né la lista Monti né il M5S hanno avuto sufficiente intelligenza politica da condividere la ragionevolezza del voto disgiunto a favore di Umberto Ambrosoli: certamente Maroni ha motivo di essere grato alla loro inettitudine.
Ma non vi è dubbio che la responsabilità politica di questa grave e bruciante sconfitta gravi sulle spalle del PD lombardo: cresciuto all’ombra di Penati e del suo stile politico, evidentemente non è stato capace né di costruire una forte e significativa presenza politica in regione né di aprirsi alla società civile e di rinnovarsi, nonostante l’esempio venuto dall’esperienza di Pisapia in Comune. Il minimo che gli elettori del centro sinistra in Lombardia hanno il diritto di aspettarsi sono le immediate e irrevocabili dimissioni di tutti i vertici del PD lombardo. E dopo di questo, che il PD si ricostruisca sulla base di un ripensamento profondo del suo ruolo, del suo modo di operare, dei suoi obiettivi e della selezione del suo personale politico in questa oggi davvero sfortunata regione.

23 commenti

  • Se mi posso permettere: non è solo questione di “sostanza” ma molto di “comunicazione”! Il PD e la sinistra in genere è sconsolatamente disastrosa primo nella scelta dei candidati che sono quasi sempre risultati assolutamente insufficienti sotto vari profili. Non è il caso di Ambrosoli, ma se pensiamo ai candidati del passato per la regione Campania, o Puglia….un vero disastro. E vogliamo parlare di campagna elettorale? Ma dove erano tutti i sostenitori? Ma come ha comunicato e cosa Ambrosoli? Ma mi domando ancora perchè non si sia messo in mano a chi aveva condotto la campagna elettorale di Pisapia che aveva fatto un lavoro eccellente! E poi si va a perdere…chissà come mai?! E Bersani? Dopo le primarie si è seduto sugli allori e non ha detto e fatto + nulla…. TUTTO DA RIFARE E RIPENSARE!!!!! UN BEL MEA CULPA…. altrochè! Questa volta si sarebbe dovuto vincere a mani basse, e invece ogni volta siam punto e a capo e la lezione non la si capisce mai: davvero sconfortante!

  • La signora De Carli ha ragione: questa sconfitta è frutto innanzitutto degli errori di comunicazione; che è stata pessima. La gente aveva fiutato l’aria sin da sabato 12 gennaio. Una folla meravigliosa fuori dal teatro a sostenere Ambrosoli e neanche uno che facesse capolino dall’interno a ringraziarla, salutarla, incoraggiarla. Vogliamo parlare dei manifesti tristissimi, con quel bianco e nero che era già un presagio di sconfitta; si sarebbe dovuto, invece, evocare la primavera nel cuore dell’inverno. Troppi appuntamenti in Camere del commercio e del lavoro e poca piazza, troppa città e poca provincia, troppo “centro” e poca “periferia”, troppi incontri “istituzionali” e poche manifestazioni di popolo. C’era poco tempo certo, ma Ambrosoli e partiti avrebbero dovuto fare il loro “tsunami tour” battendo palmo a palmo la Lombardia. In quaranta giorni Grillo ha raddoppiato così i suoi voti. E ogni tanto, magari, ricordare gli scandali del centrodestra non sarebbe stato un peccato. Il mancato voto disgiunto è stato un grave errore di valutazione di quell’elettorato, ma il “mea culpa” va recitato tutto in casa nostra.

  • Sulla candidatura di Ambrosoli ho già fatto diverse considerazioni, ma ci sono parecchie altre cose da dire.

    Incomincio dalle primarie. E’ chiaro che questa volta i tempi erano molto stretti, però ai tempi delle primarie per il Comune di Milano, c’erano stati degli incontri tra i candidati e gli elettori, nei quali ognuno aveva avuto modo di esprimersi e di presentare la sua posizione e il suo programma. Personalmente ricordo di avere assistito ad uno di questi incontri, organizzato da L&G allo spazio Krizia. In questo modo si era creata una forma di condivisione tra i candidati e l’elettorato, nella quale tutti noi che avevamo partecipato ci siamo sentiti in qualche modo coinvolti e partecipi della nostra scelta.

    Questa volta no, anche se non si possono dare tutte le colpe al Partito Democratico. Per questo motivo, almeno a mio parere, le primarie non hanno avuto la stessa valenza di quelle di due anni fa e la stessa investitura non è stata così forte come allora. A voler ben vedere, Ambrosoli è stato scelto in quanto proposto dal Partito Democratico (pur non facendone parte), da alcuni amministratori di enti locali e da membri della cosiddetta società civile: chi è andato alle urne, si è fidato più di loro e del cognome Ambrosoli, che non della validità di un progetto, che probabilmente all’epoca delle primarie ancora non esisteva, per lo meno in forma compiuta.

    Ma da lì in poi, quale è stato il coinvolgimento dell’elettorato? Per quanto tempo il candidato presidente è stato in silenzio senza far conoscere ciò che aveva in mente per la nostra regione? In quel periodo mi veniva in mente Ségolène Royal, che stava in silenzio “ad ascoltare la Francia”, mentre Sarkozy andava in giro per il paese a presentare sé stesso e il suo programma. Il risultato di quelle elezioni lo ricordiamo tutti.

    Alla fine quanti cittadini lombardi conoscevano davvero Ambrosoli e la sua proposta? Quanti avevano avuto modo di apprezzare le differenze tra i programmi e le persone? Quanti al di fuori della città di Milano, che comunque era già predisposta in senso positivo nei confronti del candidato della sinistra?
    E ancora: quanto tempo si è perso per cercare il cosiddetto voto disgiunto invece che cercare di far penetrare il programma in tutte le zone della regione? Cosa volete che gliene freghi al carpentiere della Val Trompia di cosa vota la signora Buitoni o il professor Ichino? Al carpentiere della Val Trompia interesserà invece sapere se e perché è suo interesse votare Ambrosoli e non Maroni. E se non glielo vai a dire una, due, tre, cento volte, quel carpentiere continuerà a volere essere padrone a casa sua. E a votare di conseguenza.

  • Non sono lombardo, eppure ho vissuto queste elezioni formulando a me stesso innanzi tutto una speranza, quella con cui mi auspicavo la sconfitta di Maroni in Lombardia, che avrebbe significato la scomparsa del peggior movimento politico nato in Italia dopo il fascismo, la Lega.

    A conti fatti fanno male due cose in particolare.

    Che si sia disperso un patrimonio di 3.280.911 cittadini lombardi che non hanno votato Maroni, eppure non sono bastati a far perdere questa figura mediocre e ambigua, come ben descritta da Elisabetta Rubini.

    Figura mediocre e ambigua che però per anni è stato contemporaneamente il n. 2 del dottore farlocco senatur Bossi, roba da primato, perchè essere n. 2 di un “primate” non è cosa da poco, ma appunto contemporaneamente, celebrato anche dalla stampa nazionale come un…..

    …. OTTIMO MINISTRO DELL’INTERNO.

    E questo a proposito di comunicazione, ci dovrebbe far capire che non vale solo il ritardo della sinistra, ma anche la vergognosa e putrida condizione servile a cui complessivamente si è ridotto il “quarto potere” in Italia.

    La seconda cosa che fa male, mi rimanda alla candidatura di Ambrosoli per il quale nutro e nutrivo stima, ma che mi lasciò a suo tempo interdetto quando se ne uscì con queste parole….

    “Servire la collettività, vivere la responsabilità politica – ha scritto – è la più nobile delle ambizioni; ringrazio quanti mi ritengono all’altezza. Tuttavia, la tempistica oggi disponibile impedisce di realizzare l’unico progetto nel quale riesco a immaginare una mia candidatura”.

    a) creazione di un gruppo di persone estremamente competenti sulle principali tematiche regionali

    b) elaborazione di un programma concreto da proporre ai cittadini lombardi e intorno al quale impegnare una coalizione ampia e trasversale

    c) condivisione con i partiti aderenti circa i criteri selettivi (estremamente rigidi e severi) dei candidati al Consiglio

    d) condivisione dei meccanismi di trasparenza, a partire dalla campagna elettorale”.

    L’avvocato ha chiuso la sua comunicazione su Twitter con un ringraziamento: “Grazie ha tutti coloro che mi hanno incitato (rendendo intenso il …mumble mumble di questi giorni)”.
    Ma come mi chiesi appunto a suo tempo, i punti elencati da Ambrosoli, ad un anno dalla vittoria di Pisapia a Milano, non dovrebbero essere da mesi stati messi in pratica ….?

    Al di là quindi del candidato, non dovrebbero esserci ritardi, ed il tempo per realizzare “l’unico progetto nel quale si dovrebbe riuscire ad immaginare una candidatura”, non solo quella di Ambrosoli, avrebbe dovuto comunque essere da tempo (scusate il gioco di parole), un tempo avviato….

    Poi Ambrosoli ha cambiato idea sulla sua candidatura ed io da lontano ho pensato che appunto il tempo fosse quello giusto, oggi alla luce della sconfitta, ed ancor più dei commenti che l’accompagnano, è evidente che valeva la prima percezione di Ambrosoli… e come conseguenza, non abbiamo solo la vittoria di Maroni il mediocre-ambiguo, ma pure una iniezione di energia in quel corpo sfatto che è la Lega, e questo forse è il peggior delitto che si debba imputare al PD lombardo.

  • la colpa è dei 5stelle hano privilegiato ..come fanno i partiti..contarsi per contare…lo spirito del gruppo non è così..si ragiona sulle conseguenze del nostro voto….che cazzo di ragionamento avete fatto..avete consegnato la lombardia ai barbari….comportatevi così anche a livello nazionale…e sarà la fine di un sogno, toyo

  • Gia! Cosa hanno in testa gli elettori lombardi?
    Semplice!!! Sono stati bombardati con la ‘Macro Regione’ con ‘Prima il Nord’ con il ’75% delle tasse in Lombardia’
    A fronte di questo bombardamento mediatico destinato alla pancia degli elettori è mancato un adeguato ‘contro-bombardamento’ all testa degli elettori.

  • Chissà se ci si renderà conto del fatto che la principale ragione della sconfitta del candidato del centrosinistra sta nel fatto che non bastava essere figlio di un galantuomo per convincere i lombardi. Non poteva certamente essere sufficiente contare su quei quattro intellettuali che frequentano il salotto di Gad Lerner! Una cosa è il centro di Milano, altra cosa è la Lombardia! Ma, si sa, la sinistra italiana non ha mai saputo cosa vuol dire parlare a chi non fa parte della propria chiesa (vale a dire ai due terzi della popolazione italiana), incapace com’è di comunicare, nella convinzione di essere il centro della politica.

  • Ambrosoli rappresenta il futuro e la gente onesta.
    In lombardia vi sono in gioco interessi di lobby e “organizzazioni” perche è la regione più ricca.
    Chi ha potere di pilotare il voto indica il candidato di turno.
    Maroni un mediocre uomo politico si è prestato al gioco di chi vuole una Lombardia in balia delle mafie.
    I lombardi credono alle favole del 75% poi si renderanno conto di aver cozzato contro un iceberg di nome SPREAD in rialzo e CHE i GHEI I GHE NO!

  • Concordo solo in parte con l’analisi.
    Non sono inetti gli altri, gli è che con questo PD non si va da nessuna parte, in particolare in Lombardia.
    Vivono nel consociativismo, gli avete mai sentiti deprecare, come meritava, o fare manifestazioni contro le centinaia di milioni buttati per “Palazzo Lombardia”, per gli ufficietti ai consiglieri al pirellone, per le nutelle rimborsate ?
    A volte, pur essendo laureato in giurisprudenza, mi chiedo ma a cosa servono le regioni ? la regione Lombardia ?
    A mantenere questa gente ?
    Non vedo la Regione, non la vedo proprio, non ne vedo l’utilità.
    Venite sul Lago di Garda, venite a vedere il parco regionale Alto-Garda, ci sono i comuni più “costruiti” d’Italia, a Toscolano-Maderno (Parco, vincolo ambientale, ecc. ecc.) c’erano in funzione nello stesso momento 52 grosse gru per speculazioni edilizie.
    Dov’era il PD quando hanno votato le varie leggi urbanistiche regionali, i piani integrati e tutte le varie diavolerie urbanistiche utili solo per costruire di più, speculare, gabbare ecc. ecc., ammesso che non le abbia condivise ?
    Hanno fatto una gara con B nell’uso dei mezzi mediatici, non per coerenza, rigore, ideali ecc. ed hanno perso. Tutto qui. I lombardi, costantemente diseducati e poco istruiti sono cascati nella trappola di B invece che in quella PD, la sostanza non cambia.
    Speriamo in bene.

  • Il popolo della sinistra deve uscire dallo stato allucinatorio che lo spinge ad ogni sconfitta al “non è vero perchè non mi piace”. Il M5S non è solo Grillo e dalla rete già si sentono i primi rumors di un “popolo” che esige risposte alle richieste che hanno motivato la loro scelta. Il M5S non è contro il PD. Grillo vuole solo il trofeo simbolico per la sua vittoria: la testa di Bersani. Solo dopo sarà possibile aprire con loro il dialogo. Il “senso di responsabilità” comincia da qui: Bersani dimettiti.

  • In risposta a Bianca De Carli,:la campagna elettorale mi sembra sia stata fatta, io abito in un paese al confine tra la provincia di Bergamo e Milano,
    Maurizio Martina candidato alla regione ha battuto a tappeto questa zona e devo dire che alle assemblee c’è sempre stata grande partecipazione.
    Al di la di tutti i commenti,c’è una cosa che mi preme di dire,Se,i votanti che hanno dato i voti allo schieramenti di Ingroia quel 2X% proprio che ci mancava e che non sono serviti a niente visto l’esito, che hanno avuto probabilmente oggi non saremmo conciati in questo modo.

  • …la sconfitta, al di la della giusta analisi storica delle responsabilità del pd, è in gran parte dei 5S….sapevano che ambrosoli era in difficoltà..perchè non l’anno votato, losuggeriva anche il grande dario fo, perchè avete consegnato la lombardia in mano del nano ? il movimento è nato per decisioni che siano al max favorevoli al cittadino…al popolo……è questo il risultato che volevi?…….complimenti!!!!!!!!!!!

  • forse si può aggiungere che in Lombardia, ma anche altrove, il voto è un fatto “identitario” più che una scelta fra programmi, idee e persone

  • A quanto pare non è ancora soddisfatta la maggioranza dei lombardi, di avere dissipato in tutti questi anni il denaro pubblico.
    Pretende perciò che il 75 per cento delle entrate erariali provenienti dalla Regione ritorni nelle tasche dei lombardi,soprattutto quelle senza fondo degli amici degli amici.

  • Il fatto è che non esiste un CLNN (Comitato di Liberazione Nazionale dal Nano) e per conseguenza non può esistere un candidato del CLNN.
    Non c’era quindi alcuna ragione per cui Grillo dovesse chiedere di dirottare i voti su Ambrosoli, come non c’era nessuna ragione per cui
    Ambrosoli si autonominasse candidato del CLNN invece che della propria coalizione politica.

    Si poteva fare qualcosa del genere, forse, molto forse. Però bisognava pensarci prima, e soprattutto trovare preventivamente un accordo tra le varie forze costituenti, in modo da elaborare un programma comune e individuare un candidato comune. Sinceramente non mi sembra una proposta che potesse essere praticata.

  • Finchè il PD lombardo sono i vari Cornelli e Martina,cosa ci si può aspettare da un partito seduto con arroganza ignorante sulla sua presunta rendita di posizione? E coccolato da Repubblica, schierata acriticamente su Monti prima, Bersani poi, snobbando Renzi, ignorando M5S?
    E poi non ce la raccontiamo troppo neppure sulla mitica giunta Pisapia e il suo mitico esempio….La recente operazione di “scarico” dell’Assessore Castellano (espressione di buona politica “civica”, fuori dagli schemi di appartenenze e meritatamente strapremiata dai cittadini alle regionali!)a favore dei bilancini tutti politico/partitici interni alla giunta, piuttosto che il progressivo silenziamento dei comitati civici, dovrebbero dirci che anche a palazzo Marino si preferisce accontentare l’azionista di riferimento più che mantenere le promesse ai cittadini…. Anche in Comune ,dunque,sarebbe bene riflettere su scelte indicative di debolezza politica e non cullarsi sugli allori. La musica è cambiata e sta cambiando: se solo si fossero aperti occhi e orecchi ce ne saremmo da tempo accorti! Post scriptum: lanciamo una campagna per Zagrebelsky Presidente della Repubblica???o meglio proporlo al Fatto Quotidiano?

  • Ho votato Ambrosoli perchè mi fa orrore Maroni ma non ho dato dato alcuna preferenza. Prima volta in vita mia che non scelgo il Pd e difatti non l’ho votato neanche alle elezioni nazionali. Chi si occupa della comunicazione nel Pd (e comunque la sua dirigenza) ritiene che la scelta di un candidato e di un partito passi per il cervello e non rende conto di quanto siano importanti i mille segni simbolici che vengono dati giorno per giorno. Non ricordo più neanche lo slogan di Ambrosoli, forse era “forte perché libero”. Alquanto criptico e per di più piazzato su una faccina triste e in bianco e nero. La faccio breve: giro sempre in bici o a piedi per la città e solo nell’ultima settimana ho incontrato dei ragazzini al mercato di via S.Marco che distribuivano volantini. Che diversità rispetto a Pisapia! Al comizio in piazza Duomo non sono andata ma l’ho occhieggiato ogni tanto dal sito del Corriere della sera che faceva la diretta. Ho constatato questo: Hanno parlato 6 uomini. In compenso una bella donna li presentava:-). Ecco come il Pd valorizza le donne:-). Bella anche l’idea di far parlare Prodi simbolo dei disastri delle varie Unioni!.
    Io ho votato Renzi alle primarie che concludeva i suoi messaggi con “un sorriso”. Renzi comunicava gioia e speranza. Questi altri comunicano noia e disperazione.

  • …non volete capire che il vero vincitore di queste elezini è il barbaro della lega…che ha ottenuto,con la complicità dei5S, il potere delle tre regioni più importanti del paese…concentrate nel nord leghista..che avranno,per la loro forza economica un forte peso politico……..non aver capito questo ,che come ripeto, l’aveva anticipato..ci aveva messo in guardia..l’amico dario fo che ha strategicamente votato ambrosoli…è stato un errore imperdonabile…….coerenza alla talibana non porta a niente….porta questi risultati negativi .

  • Maroni, il ” mediocre ” Maroni , che fa “orrore ” ( signora Liana …. ) è quello che ha vinto e con una buona differenza : è con questa supponente superiorità che si perde come in Lombardia ( e pure nelle elezioni nazionali dove nel 2006 e 2013 la sinistra vince con il porcellum….complimenti !).
    RF

  • @renatafranchi

    secondo me è perchè siete cammoristi e delinquenti nel dna…dopo le “clamorose” vicende giudiziarie che hanno fatto “scoprire” la malavita organizzata all’interno dei PADANISSIMI comuni della lombardia che fate? rivotate gli stessi schieramenti collusi…la stessa cosa successa in calabria, dove le giunte (PDL quindi vostri alleati politici) sciolte per mafia/andrangheta hanno rivisto il triono del pdl…l’asse lombardo-calabro spezzerà le reni di questo paese! Italianiiiiii!

  • Fino a quando ogni anno verranno emanati centinaia di provvedimenti illegittimi (illeciti) in danno dei cittadini senza potere l’illetterato si identificherà nel perseguitato Berlusconi e gli darà il voto. Quanto ha contribuito il PD a riformare l’ordinamento criminogeno positivo in forza del quale operano legislatore, burocrate e magistrato? Mi sia consentito portare a conferma della mia tesi una vicenda personale. Gli amici che la conoscono mi dicono: “Allora ha ragione Berlusconi?” LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MARIO MONTI

    Se la grave e manifesta violazione di legge da parte del pubblico ufficiale, che non può non dissimulare un fine illecito, nel nostro ordinamento criminogeno non costituisce reato, Lei come definirebbe quei pubblici ufficiali che emettono, ciascuno nell’ambito di sua competenza, provvedimenti illegali tendenti al medesimo fine?

    Pubblici amministratori, ministri, magistrati, sotto le ali del Capo dello Stato (Scalfaro, Ciampi, Napolitano) hanno illegalmente ridotto, dopo l’irrogazione di un licenziamento illegittimo (Cass. civ. 6733/2001), la pensione del sottoscritto mediante la negazione delle concessioni gratuite previste da apposito accordo collettivo, il cui reddito era determinato con decreto del ministro dei Trasporti 11.12.2003 in euro 242,79.

    Tale rapina, perpetrata con le armi proprie della criminalità legalizzata, avveniva mentre il Governo consentiva l’elargizione all’amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato alcuni milioni a titolo di competenze e, “in palese disprezzo a ogni elementare criterio di buona amministrazione e di economicità, un rilevantissimo importo “a gratifica” in nessun modo dovuto, non previsto da obblighi negoziali e del tutto sfornito di qualsiasi presupposto logico-economico” (Corte dei Conti, sezione giurisdizionale per la Regione Lazio, n. 1399/2010).

    Nella speranza che il nuovo Parlamento sia costituito in gran parte di persone oneste e non di indagati, pregiudicati e analfabeti di andata, come il precedente, e provveda subito, con apposita norma, a stabilire idonee sanzioni penali e disciplinari a carico dei pubblici ufficiali (compreso il Capo dello Stato, cittadino fra cittadini nella Repubblica democratica fondata sul lavoro) responsabili di grave e manifesta violazione di legge, e

    CONSIDERATO
    che la riduzione del trattamento pensionistico non è prevista neanche nei confronti di pubblici ufficiali corrotti e condannati in via definitiva, grandi animatori della Repubblica del privilegio e del malaffare, La

    INVITO
    a voler disporre, con apposito provvedimento, la reintegrazione del trattamento pensionistico del sottoscritto a partire dalla data del 1° gennaio 1997.

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