Prima raccomandazione (non richiesta):
adottare da subito, dalla chiusura dei seggi, uno stile, un modo diverso di fare politica. Cioè:
1) Non chiudersi nel fortino della propria eventuale vittoria. Aprirsi da subito agli altri che saranno nel nuovo Parlamento: in maniera “generosa” e convinta. Dunque: discutere presidenze commissioni e camere, oltre che posti di governo, in modo che sia palese l’interesse generale più che il potere del partito.
2) se proprio si vuole festeggiare e brindare (sempre che ce ne sia motivo) farlo in maniera moderata. L’Italia è in ginocchio e ogni manifestazione di esultanza risulta penosa e stridente. Il palco romano del 2006 è ancora un incubo.
3) qualora l’astensione rimanga al livello attuale, cominciare a chiedersi il perché: dove ha fallito la politica in questi anni? Serve a non insistere sugli errori.