Le risposte dei candidati: Francesca Maria Marinaro

29 Gen 2013

  1. La mancanza del primo e l’aumento impressionante della seconda vanno affrontati in una logica convergente perché non ci può essere equità senza sviluppo e non può esserci sviluppo senza equità. Abbiamo bisogno di un nuovo patto europeo sul lavoro: riduzione del costo del lavoro, impulso ai nuovi lavori (v. libro bianco di Delors naturalmente attualizzato e contestualizzato), maggiore riconoscimento economico del lavoro a tempo determinato, formazione, innovazione…

  2. Il conflitto di interesse va definitivamente risolto ed estirpato, perché è un ostacolo alla piena integrazione del nostro paese al mercato comune ed allo stesso tempo ne costituisce il limite per il suo pieno dispiegamento. Tutela massima della libertà di informazione, ma codici deontologici e perseguibilità civile dell’uso falso, improprio e scorretto dell’informazione.

  3. Criminalità e corruzione sono il cancro dell’Italia, sotto il profilo culturale più ancora che dal punto di vista pratico. La riforma della giustizia è essenziale per il buon funzionamento del paese, per riguadagnare posizioni di civiltà minima e per garantire gli investimenti esteri.

  4. Il riconoscimento dei diritti civili è la nuova frontiera per la qualità della democrazia; senza fingere di vivere in un paese diverso dal nostro, quindi disponibile a trattare su mediazioni accettabili e rispettose della libertà personali, adeguando le pene per il mancato rispetto. Includo in questo il voto amministrativo agli immigrati stabilmente residenti in Italia e a tutti gli italiani che si muovono nel mondo globale per lavoro o studio.

  5. Va di pari passo e quindi aggiungo revisione della legge 40, limitazione dell’obiezione di coscienza eliminando tutti quei paletti che di fatto rendono il nostro uno stato non laico, in ottemperanza della Costituzione, dei Trattati e delle Convenzioni europee ed internazionali.

  6. Una legge che restituisca ai cittadini il diritto di scegliere e di controllare con sistema dei collegi a doppio turno.

  7. Il contesto politico ed economico in cui ci muoviamo è quello europeo. I Partiti vanno ripensati in questa dimensione; è a quel livello, infatti, che si deve dare risposta ai problemi del coordinamento e del controllo dell’economia. Il diritto europeo riconosce i Partiti politici e le Fondazioni politiche europee come strumento fondamentale verso il consolidamento della democrazia partecipata, e ne assicura il finanziamento, secondo precise disposizioni in materia di rendicontazione, controlli e sanzioni. Sono dell’avviso che qualsiasi legge sui partiti deve essere riferita e vincolata al quadro europeo, anche in riferimento al rispetto della democrazia paritaria.

  8. E’ una delle priorità da affrontare anche come strumento di lotta alla disoccupazione giovanile. Tra l’altro, L’Italia è uno dei pochissimi Stati membri a non essersi dotato di una legge nazionale sul Lifelong Learning. La formazione in tutte le sue specificità relative all’istruzione, al lavoro, all’apprendimento continuo è centrale nel Trattato di Lisbona. Va riconosciuta l’eccellenza dell’Italia nella ricerca, con politiche adeguate e finanziamenti congrui.

  9. E’ l’altra priorità e va intesa anche come nuovi bacini di impiego.

  10. L’Italia è priva di una politica industriale e del lavoro da troppo tempo, come dimostra la cronaca. La ridistribuzione del lavoro (inteso anche come impresa) è il primo passo verso l’equità sociale e anche il mezzo per una più attenta redistribuzione del carico fiscale.

  11. La nostra Costituzione andrebbe salvaguardata. Rivedrei la parte relativa all’ordinamento dello Stato ( Parlamento, Regioni, Province, Comuni) non solo per razionalizzare la spesa e aumentare l’efficienza, ma anche per sintonizzarlo maggiormente al quadro sovranazionale, dove si sono spostati i luoghi della decisione.

* Senatrice e capogruppo PD in Commissione Politiche dell’Unione europea

 

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