La Repubblica siamo noi: “La Costituzione nella vita e la vita nella Costituzione”

8 febbraio 2013
10:00 - 13:00

Città: Roma
Luogo:
Indirizzo: Piazza Adriana 3 (a lato del Palazzo di Giustizia)

EDIZIONE 2012-2013

Giustizia come esigenza ideale della Politica- Per passare dalle consorterie allo Stato

“C’era un paese che si reggeva sull’illecito. Non che mancassero le leggi, né che il sistema politico non fosse basato su principi che tutti più o meno dicevano di condividere. Ma questo sistema, articolato su un gran numero di centri di potere, aveva bisogno di mezzi finanziari smisurati (ne aveva bisogno perché quando ci si abitua a disporre di molti soldi non si è più capaci di concepire la vita in altro modo) e questi mezzi si potevano avere solo illecitamente cioè chiedendoli a chi li aveva, in cambio di favori illeciti. Ossia, chi poteva dar soldi in cambio di favori in genere già aveva fatto questi soldi mediante favori ottenuti in precedenza; per cui ne risultava un sistema economico in qualche modo circolare e non privo d’una sua armonia.”

Da Italo Calvino “Apologo sull’onestà nel paese dei corrotti” (1980)

 

1 commento

  • Pensando all’invito di L e G di considerare la Costituzione quasi come una persona vivente da adottate, mi vengono in mente alcuni versi di una poesia si De Amicis: “Non sempre il tempo la beltà’ cancella/o la sfioran le lacrime e gli affanni;/mia madre ha sessant’anni,/ e più’ la guardo e più’ mi sembra bella”. Anche a me e’ capitato di scoprire lentamente, attraverso i decenni, la bellezza di questa signora che è’ la Costituzione. Prima e’ stata lei ad adottare me, che ero un ex balilla che aveva perso la guerra, dopo essere stato bombardato di liberatori. Poi mi sono accorto che, se non le davo retta e se non le davamo una mano, si rischiava di tornare indietro, ai tempi bui della guerra e della dittatura. Quando, dopo la crisi finanziaria del 1992,
    fondammo l’Ardep, associazione per la riduzione del debito pubblico, presentammo in Campidoglio e pubblicammo un “Manifesto per l’adozione dell’Italia”. Si diceva che non si adotta solo un libro di testo, ma anche una realtà sociale e comunitaria comeq l’Italia, per inserirla in una relazione calda, prendendosene cura, come si fa con un bambino che si inserisce nella propria famiglia.
    Non sono molti coloro che sono disponibili ad adottare la Costituzione: questa solenne “Carta” assomiglia ad un iceberg che si va sciogliendo, perché il clima circostante si fa sempre più’ sfavorevole, sul piano ideologico e sul piano affettivo-emotivo. La morale del farsi i fatti propri corrode quei ” fatti comuni” in cui consistono l’interesse generale e/o il bene
    comune. D fatto molti diritti inviolabili sono violati o sono resi inesigibili dalla crisi economica, frutto del mancato adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà’. Durante la guerra molti partigiani facevano la guardia ai pali della luce,, per difendersi dal sabotaggio dei nazisti. Era anche quella una specie di adozione. Noi dobbiamo vigilare, anche sul piano culturale e educativo, perché’ l’iceberg non si sciolga, lasciando andare alla deriva le nudove generazioni. Luciano Coradini

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