Primarie Pd, pioggia di deroghe dai sindaci

21 Dic 2012

E’ lunga la lista delle richieste di deroga per poter partecipare alle primarie del Pd arrivate al comitato elettorale dal territorio. A quanto si è appreso, sarebbero tra 120 e 130 i sindaci, presidenti di Province e Regioni, i consiglieri regionali e gli europarlamentari, teoricamente esclusi dallo statuto del Pd, che hanno presentato un’istanza per ottenere la possibilità di correre alla consultazione del 29 e 30 dicembre. Tra questi vi sarebbe il presidente della Basilicata Vito de Filippo, confermato appena due anni fa. Un vero e proprio incubo per deputati e senatori attuali che temono di doversi confrontare con figure, magari poco note a livello nazionale, ma molto radicate sul territorio e con un grande bacino di consensi. Il comitato elettorale, che si è riunito ieri pomeriggio fino a tarda sera, doveva decidere quali domande accogliere. Anche se, nei giorni passati, era già stato chiarito che sarebbero stati adottati “criteri restrittivi”. La strada è particolarmente in salita, secondo l’interpretazione più accreditata, per i sindaci e le cariche monocratiche elettive. Il Pd non vuole che si scateni un effetto domino con lo scioglimento anticipato di troppe amministrazioni. Vita più facile potrebbero avere invece i consiglieri regionali, soprattutto quelli al secondo mandato, e i provinciali, visto che lo scioglimento degli enti è stato congelato di un anno ma confermato. Un caso a sè è costituito dai consiglieri regionali del Lazio che secondo alcuni non si sarebbero dovuti ricandidare alla Regione e che ora vedono spalancata davanti a loro la possibilità di essere “promossi” in Parlamento. Tra gli attuali parlamentari sembra intanto che solo un terzo affronterà le primarie, un altro terzo è in attesa delle decisioni sulle regole, mentre un terzo ha già deciso che in ogni caso non parteciperà. Non parteciperà alle primarie Laura Puppato, già candidata alle primarie del centrosinistra, che spera di trovare un poso nel listino riservato al segreterio. A spiegarlo è stata lei stessa: «Mi sono già sottoposta a giudizio degli elettori poco tempo fa», ha detto. «Se c’è spazio per me – ha aggiunto – bene; altrimenti  io continuo a fare il mio lavoro in Consiglio regionale. Bersani mi ha spiegato alla direzione nazionale che sarebbe ridicolo che io dovessi fare ancora le primarie».

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