In Sicilia primarie il 30, le new entry contro i big

19 Dic 2012

PARTE la corsa per la raccolta delle firme da presentare entro le ore 20 di venerdì, per alcune città siciliane, tra cui Palermo. O, per le altre, entro le 20 di sabato. E il livello dello scontro per queste primarie del Pd, per le candidature alla Camera e al Senato, è quanto mai acceso: segretari di partito sfidano big uscenti, ex parlamentari tornano alla carica, a Catania con l’occasione si fronteggiano due esponenti del Pd che potrebbero cimentarsi, subito dopo le Politiche di febbraio, alle amministrative da aspiranti sindaci. Sono il senatore dei liberal Pd Enzo Bianco, che fa la scelta di rinunciare a Roma per impegnarsi nella sua città e l’uscente Giuseppe Berretta. Nelle primarie siciliane, che con molta probabilità si celebreranno il 30, ci sono anche truppe di new entry: il segretario organizzativo del Pd Enzo Napoli, ex sindaco di Grotte, non esclude di candidarsi così come sarà in corsa il segretario di Palermo Enzo Di Girolamo, ex sindaco di Altofonte. Il segretario provinciale del Pd di Agrigento Emilio Messana insidia invece gli uscenti Capodicasa e Adragna.
Ma per prepararsi alla sfida ci sono pochissimi giorni di tempo: tra sabato e domenica si riuniranno in tutta la Sicilia le direzioni provinciali per approvare le liste, che dovranno essere depositate 24 ore prima. Dopodomani alle 15 all’ex hotel Jolly si terrà invece la direzione regionale. A Palermo — dove a corredo della candidatura bisogna esibire 250 firme — la direzione provinciale è fissata per sabato. «Le porte sono aperte a tutti. Si tratta di una competizione democratica», dice Di Girolamo. In linea di massima, nel capoluogo potranno andare in lista per le primarie 20 uomini e 20 donne. Ad Agrigento, Trapani e Siracusa 8 più 8. A Catania 32 candidati in totale (16 più 16). A Messina, 20. Il tutto secondo un complicato
criterio che prende a prestito il voto delle Politiche 2008 e attraverso una proporzione con i 78 deputati e senatori eletti in Sicilia fa un’attribuzione provincia per provincia, che poi si moltiplica per due. Si possono dare due voti, il secondo di genere diverso.
A Catania oltre agli uscenti Berretta, Burtone, Barbagallo e Samperi, alle primarie ci sarà Francesca Raciti, consigliera comunale. Nelle diverse scelte di Bianco e Beretta pesa l’interrogativo: chi si candida a Roma, può candidarsi a sindaco di Catania?
Se Bianco ha optato per la rinuncia a una candidatura a mezzo servizio, Berretta considera aperte entrambe le chance. «Il regolamento dice che chi si candida alle primarie per il Parlamento non può candidarsi alle elezioni delle città metropolitane. Ma in Sicilia le città metropolitane, che sono 11 in tutta Italia, non sono mai state istituite. Non ho quindi motivo di rinunciare». Correrà invece in Emilia la capogruppo del Pd Anna Finocchiaro. Sempre nella Valle dei Templi, da più parti c’è la proposta del nome della consigliera comunale del Pd di Sambuca Antonella Maggio, a Palermo ambiscono a un posto al parlamento nazionale Davide Faraone, Pino Apprendi, Rosario Filoramo e Bernardo Mattarella, scende di nuovo in campo Franco Piro, avanzano i volti di Roberto Tagliavia, coordinatore dell’associazione Libertà Eguale, Roberto Zampardi, di Amnesty international e si parla di Vincenzo Lo Re, avvocato dell’ex deputato Gaspare Vitrano, candidato della lista Rita alle regionali del 2006, e del pubblicitario Ninni Bartoccelli. Riflessione in corso anche per Valeria Ajovalasit, la presidente nazionale di Arcidonna. A Siracusa si candida Pippo Zappulla, componente dell’esecutivo regionale, a Ragusa c’è Venerina Padua, ex consigliere provinciale e pediatra. Non mancano i delusi. Rinuncia alla competizione Costantino Garraffa, senatore con tre legislature alle spalle, sostenuto dalle associazioni antiracket: «Diamo spazio ai giovani. Avrei preferito un parterre aperto a tutti gli elettori. Ma nessuna amarezza: continuerò a dare il mio apporto». Il “concorsone” del Pd, insomma, fa gola. «Queste primarie sono vissute come un terno al lotto. Gli appetiti sono tanti», dice un dirigente. «È importante ridare fiducia agli elettori», aggiunge l’uscente, in corsa, Alessandra Siragusa.

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