Formazione e favori. La lente di Report sulla Sicilia

11 Dic 2012

PALERMO – Formazione nel mirino. Non solo quello locale. Report in prima serata su RaiTre dedica un lungo servizio alla politica siciliana, con un approfondimento sul consenso costruito dagli enti di formazione. Nel servizio di Claudia De Pasquale l’obiettivo è inizialmente puntato su Catania. La prassi del voto di scambio è documentata da interviste realizzate a Librino, dove con disarmante ingenuità gli ambulanti abusivi si lasciano ammaliare dalle telecamere, confessando una prassi diffusa. “Mi servono delle cose, come dei documenti o dei favori”, afferma convintamente un giovane. “Qualcuno ha beccato pure buone di benzina. Si parla di 25/30 euro a voto”. Pochi, obietta la cronista. “C’è crisi”, la risposta.

Con ingenuità una donna sostiene di aver votato il deputato dell’Udc, Marco Forzese. “Ci ha dato un posto di lavoro, anche se solo per un anno e mezzo”. Forzese però nega: “Vorrei conoscerlo questo elettore. Certo che se un deputato prende 8400 voti vuol dire che è voluto bene da tante persone”. È poi la volta di Luca Sammartino, protagonista del caso Humanitas. In campagna elettorale una segretaria dell’azienda ospedaliera telefonò ad un malato di tumore chiedendo il voto per Sammartino. Il 27enne neo-eletto all’Ars è stato di recente intervistato da LiveSicilia Catania, cui ha detto: “Noi facciamo politica in maniera pulita senza assistenzialismo”. Spunta però un’intervista anonima dall’abitante di un condominio: “In campagna elettorale ci chiese il voto in cambio dell’asfaltamento della strada”. La strada è stata asfalanta e Sammartino è stato eletto.

Il business della formazione è un altro argomento bollente. Ci sono 8mila dipendenti che non prendono lo stipendio da mesi. Una di queste è Annick Le Ann, ex dipendente dell’Anfe, che racconta un colloquio con il presidente dell’ente, che fa presente che le cose “non sono andate come dovevano”. Report racconta come all’Anfe lavori pure la moglie di Nino Dina, deputato dell’Udc, ed abbiamo lavorato il figlio dell’ex sindaco di Catania Umberto Scapagnini e la moglie di Raffaele Lombardo. Il presidente dall’Anfe fa spallucce e difende il suo ente: “Anche la moglie di un deputato può lavorare. Mica può venire discriminata!”.

Tocca poi ai primattori del Pd a Messina: Franco Rinaldi e Francantonio Genovese. I due protagonisti del successo di Bersani alle primarie sono direttamente legati a diversi enti di formazione. Lumen, Enaip, Enfap e Aram sono quelli citati per primi. Rinaldi non ne fa mistero e spiega con disarmante sincerità: “Siamo presenti nel settore perché facciamo politica. Creiamo una rete di attività che permette di creare una rete di consenso. È normale”.

L’ultima stilettata però è per Rosario Crocetta, o meglio per il segretario generale Patrizia Monterosso. Il presidente della Regione sostiene di aver lanciato ai partiti un “messaggio chiaro”, ovvero che questo metodo non può andare avanti. Fatto sta che la Monterosso non è un volto nuovo, ma proprio un’ex dirigente della formazione, nominata a più importanti incarichi dirigenziali da Lombardo.

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