Alleanza per la Costituzione

10 Dic 2012

Carmine Saviano

Il rischio per il Paese. Il ritorno di Berlusconi. Il “veleno della sua politica anticostituzionale”. L’annuncio delle dimissioni di Mario Monti. Le elezioni anticipate e il rischio, per il Paese, di un enorme salto all’indietro. Il momento della “responsabilità” per il Pd e per le forze di centrosinistra. Ecco il commento di Sandra Bonsanti, presidente di Libertà e Giustizia, agli eventi che agitano il sistema politico italiano.

“Alleanza per la Costituzione”

Era solo un’illusione: che Berlusconi se ne fosse andato dalla scena politica e l’Italia si fosse liberata dal veleno della sua presenza, della presenza dei suoi scherani, dal veleno della sua politica anticostituzionale.

Oggi, a poco più di un anno dal governo Monti, a due anni dal voto comprato in Parlamento che salvò il Cavaliere, il Paese affronta la fase più rischiosa dal dopoguerra: rischia cioè un immenso salto all’indietro, quando l’Italia non era ancora  repubblicana, e un sistema democratico era il grande sogno di pochi illuminati.

La campagna elettorale che sta cominciando potrebbe infatti mettere in secondo piano le proteste giuste e sacrosante di chi sta già facendo sacrifici inumani, e invece scatenare ed esaltare la protesta strumentale e populista della propaganda del Pdl accanto alla protesta diversa, ma con alcuni temi in comune, che sarà quella di Grillo e del suo movimento.

Rimane l’area del centro sinistra a guardia del sistema istituzionale. Non è cosa da poco.

A poche ore dalla scelta di Mario Monti di non sottostare più ai ricatti di Berlusconi lo spettro che si aggira è proprio quello di una pericolosissima campagna elettorale. Forse il risultato finale non sarà devastante (i sondaggi oggi sono incoraggianti per il Pd e alleati eventuali). Ma sono questi due mesi che ci aspettano l’incubo vero, e con quale Italia e con quale Parlamento avremo a che fare da febbraio in poi.

Molto dipende, si dice, dalla scelta che farà Monti: avrà il coraggio di mettersi a guidare una forza politica di centro-destra, sfidando l’impopolarità della propaganda populista e le critiche inevitabili del centro sinistra? Ora che ha conosciuto direttamente la forza eversiva e ricattatoria di Berlusconi, si presterà ad ostacolarla direttamente? Consentirà all’Italia di poter contare su una destra democratica?
Le sue possibilità di arrivare al Quirinale, dopo una campagna elettorale giocata tutta contro di lui, si sono assottigliate. Il ritorno agli studi sarebbe una scelta comprensibile: dopo tutto quello che ha visto.

Disse, Gustavo Zagrebelsky, che il governo tecnico poteva essere un farmaco o un veleno. Forse è ancora presto per dare un giudizio definitivo. Perché sappiamo che ci salvò dal crack ma il suo errore fu di non vedere contemporaneamente il crack in cui mezza Italia stava già precipitando. Insomma, se errore ci fu, fu quello di pensare ai due tempi: prima il rigore, poi l’equità e la crescita. Questo non si poteva né doveva fare. E non era solo una mera questione di immagine, ma una questione di vita delle persone.

Adesso non resta che lavorare con l’impegno di una buona parte d’Italia affinché i populismi beceri, l’antieuropeismo e l’antieuro, insieme all’antitasse, non si saldino in un incontro che non può che portare al disastro. Del nostro Paese e delle sue istituzioni democratiche.

Adesso bisogna che il Pd sia all’altezza delle aspettative: che abbandoni i tentennamenti e le resistenze forti al cambiamento che ancora esistono al suo interno, che rinunci alle ambiguità e alle furbizie delle quali sono fatti i programmi, che presenti finalmente una carta d’identità non buona per tutte le stagioni, ma buona per questa stagione: tremendamente dura, tremendamente intrisa ancora dei veleni del berlusconismo.

Nell’immediato futuro che ha preso il via con l’annuncio delle dimissioni di Monti, avremo per la terza volta un Parlamento di nominati. Avremo anche, come ormai accade da decenni, una Costituzione sotto assedio.

La stagione costituzionale che chiede Libertà e Giustizia è una strada che potrebbe essere scelta sia dalla destra democratica che dal centro sinistra che dalla sinistra. Una grande alleanza per salvare il Paese nel nome della Costituzione.

Sull’orlo dell’ennesimo baratro è una roccia a cui aggrapparsi. Forse la sola che ci sia concessa, oggi, e sarebbe infame sottovalutare la forza che da essa ancora sprigiona.

Qui il sito di Libertà e Giustizia

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