La lotta alla mafia assente dalle primarie

25 Nov 2012

La Costituzione come “tavola di orientamento” fondamentale dei partiti. La manifestazione organizzata da Libertà e Giustizia al Forum di Assago, «per una nuova stagione costituzionale», si trasforma inevitabilmente, a poche ore dalle primarie del centrosinistra, in un appello al futuro Parlamento e ai partiti che andranno al governo

La Costituzione come “tavola di orientamento” fondamentale dei partiti. La manifestazione organizzata da Libertà e Giustizia al Forum di Assago, «per una nuova stagione costituzionale», si trasforma inevitabilmente, a poche ore dalle primarie del centrosinistra, in un appello al futuro Parlamento e ai partiti che andranno al governo. «Il problema oggi non è vincere le elezioni — avverte tra gli applausi, a conclusione di una lunga giornata di interventi, Gustavo Zagrebelsky, presidente onorario di Libertà e Giustizia. — Il problema è salvare la barca dal degrado politico in cui siamo caduti. Stiamo vivendo un momento di possibile svolta. Non dimentichiamoci che le priorità che dobbiamo affrontare sono tutte contenute nella Costituzione. I partiti politici devono finalmente attuarla ».
Roberto Saviano, che non ha potuto partecipare personalmente alla manifestazione, dà il suo contributo con un video-intervento. Denuncia che i candidati del centrosinistra che oggi si confronteranno alle primarie non hanno affrontato adeguatamente il tema della lotta alla criminalità organizzata. «E’ stato un errore molto grave, avrebbe dovuto essere il grande tema delle primarie». Si augura però che questa competizione riesca a ridare fiducia ai cittadini: «Adesso che ci siamo liberati dal berlusconismo è tempo di avviare delle riflessioni vere sulla giustizia. A partire dall’allarme carceri che stanno esplodendo di detenuti. Qualcuno pensa ancora “ben gli sta ai carcerati”. Ma ci si dimentica che le mafie vivono proprio sulle “carceri tortura”. Perché l’affiliato alla mafia viene aiutato, non viene maltrattato».
Umberto Eco ricorda l’importanza dell’articolo 9, quello che tutela il paesaggio e promuove la cultura: «Un articolo apparentemente banale, del tipo “si deve amare la mamma”. Un articolo invece fondamentale, che non si preoccupa di difendere il giardinetto dietro casa, ma prevede il discorso ecologico e ambientale. Ed è stato apertamente violato con continui tagli ai beni culturali ». Applauditissimo Maurizio Landini, segretario della Fiom che ha arringato la platea parlando di una «Repubblica fondata non sul lavoro, ma sullo sfruttamento »: «I cittadini devono poter esserlo anche sui luoghi di lavoro — ha tuonato. — Oggi è in atto un attacco ai diritti dei lavoratori che non ha precedenti. Con un rischio di una svolta autoritaria molto forte. E’ in corso una lotta di classe al rovescio, condotta da quelli che stanno meglio contro quelli che stanno peggio».
Sandra Bonsanti, presidente dell’associazione, ha lanciato un avvertimento ai partiti, in difesa dei principi non negoziabili: «Vi preparate a colpi di mano per cambiare la seconda parte della Costituzione? Noi non vi seguiremo. Pensate che il primo articolo della Costituzione, quello sul lavoro, sia un vano declamare? Noi non vi seguiremo. Vi preparate a nuove limitazioni al diritto di informazione? Noi non vi seguiremo ». Mentre Nando Dalla Chiesa ha strappato un sorriso amaro alla platea fingendo di essere Roberto Formigoni. E leggendo quindi un discorso fatto di un lungo elenco di scuse per tutto quello che non è stato fatto in questi anni in Lombardia: «Mi scuso di avere negato ci fosse il pericolo della ‘ndrangheta… Mi scuso per avere irriso alla questione morale… Mi scuso per avere sfregiato la sanità… Mi scuso coi credenti cattolici. Ecco, così almeno una volta abbiamo sentito questo discorso mai fatto da Formigoni…».

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