La denuncia dei cronisti

22 Nov 2012

Una reazione immediata e rigorosa di tutto il giornalismo italiano per condannare la pagina nera scritta oggi dal Senato che, con un voto dell’Aula ha approvato una modifica alla normativa sulla diffamazione a mezzo stampa che condanna al carcere i cronisti e sanziona i direttori con una semplice multa. Primo sciopero proclamato dalla FNSI lunedì 26 novembre.

Una reazione immediata e rigorosa di tutto il giornalismo italiano per condannare la pagina nera scritta oggi dal Senato che, con un voto dell’Aula ha approvato una modifica alla normativa sulla diffamazione a mezzo stampa che condanna al carcere i cronisti e sanziona i direttori con una semplice multa.

Il risultato del lunghissimo tira e molla sulla volontà di evitare il carcere al  direttore del Giornale Sallusti si è così risolto con la previsione di condannare chi scrive gli articoli fino a 12 mesi di galera e comminare a direttori e vice direttori una multa massima di 50 mila euro o anche di 20.

La soluzione votata dal Senato non risolve in alcun modo il problema del danno che si arreca con una notizia errata: vedere il cronista che l’ha scritta dietro le sbarre può dare soltanto soddisfazione al sentimento di vendetta. Lo stesso sentimento, covato fin dagli anni dell’inchiesta Mani pulite, che ha prevalso in Senato.

Ristorare la dignità di una persona che si senta offesa da un giornalista richiede che si possa immediatamente diffondere, con una rettifica, la versione corretta che ripristini la verità dei fatti

I giornalisti italiani devono reagire immediatamente, così come ha indicato la Fnsi con un primo sciopero lunedì 26, per mostrare che il nostro paese non può seguire le derive autoritarie dell’Ungheria e della Romania.  Che i cittadini italiani mantengono tutta la loro volontà di essere informati su ciò che avviene e che i giornalisti hanno il dovere di farlo in modo corretto, compiuto e  tempestivo.

 

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