Un giorno triste per Milano, l’addio a Gae Aulenti domenica al Ridotto della Scala

02 Nov 2012

MILANO la ricorderà domenica a mezzogiorno nel Ridotto dei Palchi del Teatro alla Scala, perché la Scala per Gae Aulenti, scomparsa nella notte tra martedì e mercoledì, è stata una intensa parte della sua lunga vita lavorativa. L’architetto, friulana di nascita, ma milanese d’adozione, è morta a 84 anni nella sua casa a Brera. Nessuna camera ardente e funerale in forma privata, secondo la volontà espressa dalla stessa Aulenti, malata da tempo. E le sue ceneri torneranno a Biella dove trascorse con i genitori gli anni dell’adolescenza. Fu architetto, designer e scenografa: «Proprio in qualità di scenografa — ricorda l’assessore alla Cultura Stefano Boeri — collaborò all’allestimento de Il viaggio a Reims
di Rossini diretta da Claudio Abbado nel 1984 e, sempre nello stesso anno, del Samstag aus Licht di Stockhausen, messa in scena dalla Scala al Palazzetto dello Sport».
Immediate le espressioni di cordoglio, dal veloce tweet di Roberto Formigoni che elogia «la grande donna della cultura italiana » alle parole del presidente della Repubblica Napolitano che l’aveva da poco incontrata a Palermo «impegnata nel magnifico restauro di Palazzo Branciforte». Per il sindaco Giuliano Pisapia «è una giornata triste per Milano, la città perde una grande donna e un grande architetto, io perdo un’amica», mentre il presidente della Provincia Guido Podestà, architetto prima di diventare amministratore, ricorda: «Per chi come me ha avuto l’onore di conseguire la laurea al Politecnico, la Aulenti fu un punto di riferimento prezioso».
Tanti i lasciti alla città: dallo Spazio Oberdan, ristrutturato da Aulenti nel 1999, all’arredo urbano di piazzale Cadorna e alla ridefinizione della facciata della sede delle Ferrovie Nord. E poi i molti negozi e le case private che conservano la sua creatività, incluso un appartamento che Gianni Agnelli acquistò in zona Brera negli anni Sessanta e che fu ribattezzato “Casa per un collezionista”. Se poi «sia stata più brava come designer o come architetto — commenta Massimiliano Fuksas — sarà la storia a dirlo». Non disdegnò l’impegno politico, collaborando con l’associazione Libertà e Giustizia che in un comunicato esprime «gratitudine e rimpianto per Aulenti, donna libera e giusta, garante dell’associazione fin dal suo nascere».
La Triennale le dedicherà un evento, a marzo, in occasione dell’apertura del Museo del design: «Avevamo già intenzione di fare qualcosa in suo onore contestualmente all’apertura — ha spiegato il presidente della Triennale Claudio De Albertis — doveva essere una festa, sarà un ricordo ». Proprio alla Triennale Aulenti, che era stata membro del comitato esecutivo dal ‘77 all’80, era apparsa l’ultima volta in pubblico il 16 ottobre per ritirare la medaglia d’oro dell’Architettura italiana, un premio alla sua lunga carriera: «Era elegantissima e sempre volitiva, pur nella sua sofferenza — ricorda commosso Ennio Brion, imprenditore legato al mondo del design, che ha voluto consegnarle personalmente la medaglia — e al telefono il giorno seguente rendendosi conto che tutti noi l’avevamo ammirata disse: “Vi ho fatto fare bella figura?”».

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