Salva Sallusti, no alla nuova legge Bavaglio. Sindacati, associazioni e cittadini in campo

23 Ott 2012

Carmine Saviano

COME un virus, o un cavallo di Troia. Nascosto all’interno del disegno legge che doveva salvare il direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti dal carcere. Poche righe. Due articoli che fanno riemergere una volontà antica del centrodestra italiano: mettere il bavaglio all’informazione. Ma ora contro le nuove ipotesi di regolamentazione del diritto di rettifica e della diffamazione – ipotesi che tirano in ballo non solo i direttori dei quotidiani, ma anche gli editori 1 – numerose associazioni italiane annunciano battaglia. Supportate da migliaia di cittadini che, nelle ultime ore, alimentano la protesta utilizzando la rete.

Tra le posizioni più dure quella di Libertà e Giustizia. L’associazione presieduta da Sandra Bonsanti e Gustavo Zagrebelsky mette in relazione l’ennesimo tentativo di mettere il bavaglio all’informazione con la “debole” normativa contro la corruzione e con la mancata modifica della legge elettorale. E dopo l’intervista di Zagrebelsky a Repubblica, Sandra Bonsanti scrive poche, caustiche, righe sul sito di LeG. “Un disegno di legge del governo che dà via libera allo scempio del paesaggio e alla costruzione selvaggia; una legge che invece di contrastare la corruzione la rende più facile; una legge nata bipartisan (Chiti, Gasparri) che metterà il bavaglio all’informazione. E tante leggi che colpiranno i più poveri… che Italia è questa, che governo, che Parlamento sono questi?”.

Poi Articolo 21 2, che da sabato ha lanciato una raccolta firme. In meno di due giorni, diecimila adesioni e una denuncia. “Il nostro sito ha subito numerosi attacchi. E con il moltiplicarsi degli accessi sono aumentati esponenzialmente anche quelli che hanno cercato di forzare il sistema”. Ma la mobilitazione contro l’emendamento del Pdl è alta. Perché si vuole “colpire chiunque tenti di fare davvero il mestiere del cronista e di stroncare il giornalismo d’inchiesta azzerando addirittura i free lance, colpendo non solo nomi famosi ma anche chi indaga contro criminalità e corruzione”.

E le critiche dei cittadini in rete sono nette. C’è chi scrive: “Le leggi bavaglio sono espressione di una sottocultura che un paese civilmente evoluto non può accettare”. Ancora: “Chi teme la libera informazione è un alleato dell’illegalità e dell’immoralità nella gestione della cosa pubblica. No alla legge bavaglio!”. Numerose gli attacchi al centrodesrtra: “Il Pdl non vuole una legge anti-corruzione e vuole mettere il bavaglio alla stampa. Ricordatevene nel 2013, Berlusconi vuole imitare Putin!”. In tanti temono ripercussioni anche per i blogger: “Il Pdl nel nome della libertà di stampa e di Sallusti ripropone il solito testo bavaglio per i blogger”.

Non manca la presa di posizione della Federazione Nazionale della Stampa Italiana 3. Un comunicato netto. “Una legge contro la libera stampa, come mai forse si era vista. Il Senato si fermi, finché è in tempo. Se non servono leggi sospinte dalle emozioni, meno ancora servono leggi vendicative”. Ancora: “Non c’è sacrificio che possa valere l’introduzione di una pessima legge, così come appare dalle ultimissime notizie  relative al progetto di legge in discussione, in queste ore, al Senato sulla diffamazione a mezzo stampa: una serie di norme – tenaglia che neanche la scelta di cancellare il carcere tra le pene possibili a carico dei giornalisti rende giustificabile, né potabile”.
Domani la stessa Fnsi ha convocato un presidio a Roma per domani, dalle ore 17.30 alle 19.00 al Pantheon. Appuntamento in contemporanea con l’arrivo in aula del disegno di legge sulla riforma della diffamazione a mezzo stampa.

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