Strage Sant’Anna di Stazzema, procura tedesca archivia inchiesta

01 Ott 2012

“Assenza di prove documentali” per i 17 accusati, ex Ss ancora in vita. Nell’eccidio dell’agosto del ’44 morirono 560 civili: tra cui 100 bambini

La Procura di Stoccarda ha archiviato l’inchiesta per la strage nazista di Sant’Anna di Stazzema, la località toscana in cui il 12 agosto 1944 furono massacrati 560 civili.

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La decisione è stata motivata con l’assenza di prove documentali comprovanti la responsabilità individuale dei 17 accusati ancora in vita, tra cui il novantunenne Gerhard Sommer, condannato nel 2005 all’ergastolo insieme ad altri otto imputati dal tribunale di La Spezia.

I soldati tedeschi responsabili della strage appartenevano alla 16ma divisione corazzata “Reichsfuehrer SS”.

Nel decidere l’archiviazione la Procura di Stoccarda ha sottolineato che oggi non è più possibile stabilire il numero esatto delle vittime, poichè nella regione si trovavano anche numerosi rifugiati di guerra provenienti da altre zone. Secondo i giudici italiani, invece, il numero esatto delle vittime è stato di 560, tra cui 100 bambini. Anche dopo la sentenza di La Spezia, che ha condannato all’ergastolo Gerhard Sommer, la Germania aveva rifiutato l’estradizione, come fa di norma con qualunque cittadino in possesso del passaporto tedesco. Sommer vive attualmente in una casa di riposo ad Amburgo. Anche se per l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema i reati di omicidio e concorso in omicidio non sono prescritti, per la Procura tedesca era necessario per l’emissione di un atto di accusa che venisse comprovata per ogni singolo imputato la sua partecipazione alla strage. Per gli inquirenti tedeschi durante l’inchiesta non è stato possibile accertare con sicurezza che la strage sia stata un atto programmato ed un’azione di rappresaglia nei confronti della popolazione civile. Secondo la Procura è anche possibile che l’obiettivo perseguito dalle truppe tedesche fosse la lotta ai partigiani presenti nella zona e la cattura di uomini da deportare in Germania per compiere lavori forzati. La fucilazione dei civili avrebbe potuto essere stata decisa solo dopo la constatazione che gli obiettivi originari dell’azione militare tedesca non erano stati raggiunti. La Procura sottolinea nella sentenza il fatto che la mera appartenenza di un militare alle unità delle Waffen-SS non basta da sola a dimostrare l’effettiva colpa individuale nell’esecuzione della strage. Nell’apprendere la notizia dell’archiviazione il ministro socialdemocratico della Giustizia del Baden-Wuerttemberg, Rainer Stickelberger, ha espresso il proprio rammarico. “Sono consapevole che si tratta di un grave prova per i familiari delle vittime di questo crimine di guerra”, ha affermato Stickelberger, secondo il quale le autorità inquirenti, pur di fronte alla gravità delle accuse, sono tuttavia tenute al rispetto del diritto e della legge. Di ciò fa parte anche il rispetto della sentenza della Corte di Cassazione tedesca relativa alla questione delle circostanze in base alle quali può essere definita la responsabilità per omicidio e concorso in omicidio di militari coinvolti in uccisioni avvenute durante la guerra. La Procura di Stoccarda e l’Ufficio criminale regionale del Baden-Wuerttemberg indagavano dal 2002 per l’accusa di omicidio contro i componenti della 16.ma “Panzergrenadierdivision” delle SS responsabile della strage di Sant’Anna di Stazzema.

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