E’ uno dei più grandi scandali. Abuso e sperpero del denaro pubblico. Con voracità, arroganza, cattivo gusto. Le nefandezze della nuova destra, al governo della Regione Lazio, danno credito al vecchio detto popolare secondo cui la realtà è destinata spesso a superare la fantasia. Altrove, in altri paesi europei, sarebbero già bastate le foto delle trucide serate in costume al Foro Italico per provocare dimissioni a catena. Come conseguenza obbligata di un fatto che mette in discussione le istituzioni. Ma da noi i partiti sono allergici a queste scelte. Abbiamo la prova che i fondi pubblici vengono utilizzati come proprietà privata. Eppure, la maggioranza cerca di restare asserragliata nel proprio bunker. La governatrice, Renata Polverini, ha fatto ricorso alle solite sceneggiate. Il famoso “teatrino della politica”. Le cui regole sono imposte da Berlusconi in persona: “resistere”, per evitare che lo scandalo del Lazio possa inghiottire il Pdl. Per il mondo berlusconiano l’impunità è la regola. Ma è difficile evitare l’epilogo naturale di questa tragicommedia.
Il Lazio è un vero disastro. Però, il verminaio non è solo a Roma e dintorni. Lo scandalo tracima. Dalla Lombardia alla Sicilia. L’assalto alla diligenza è pratica comune, come confermano le diverse inchieste in corso. I faraonici fondi destinati ai gruppi politici vengono dirottati su conti personali. Oppure utilizzati per ostriche, champagne, week-end, alloggi in affitto. Sono cifre da capogiro quelle del Laziogate. In una regione che ha accumulato dieci milioni di debiti per la sola sanità. Dove si rischia di morire abbandonati nelle corsie. Dove tutti i pronti soccorsi sono allo stremo, e chi entra al Fatebenefratelli, un ospedale storico della capitale, è accolto, come racconta Mario Pirani su Repubblica, da questa scritta:”Siete pregati di essere molto pazienti perché anche questo mese non pagano lo stipendio”.
Dinanzi al dilagare degli scandali vanno in crisi molte speranze. Come quelle alimentate intorno al federalismo. Si era pensato che il decentramento, il “rapporto col territorio”, avrebbe reso il controllo dei cittadini più vicino e diretto. Al contrario: la moltiplicazione dei poteri locali è diventata moltiplicazione degli sprechi, delle corruzioni piccole e grandi, delle ruberie. Stiamo assistendo al trionfo di un personale pressappochista, del tutto indifferente alle buone regole, apertamente corrotto o, quanto meno, disinvolto nell’uso del denaro pubblico. Questo è lo stato delle cose. Ma ciò non vuol dire che si debba buttare via il bambino con l’acqua sporca. Che si possano dimenticare i danni provocati dallo Stato centralista. Bisogna piuttosto abbandonare certi dogmatismi, il più delle volte sbandierati in mala fede. Correggere gli inconvenienti di un sistema che delega alle regioni molti poteri in tema di spese, ma poco, se non addirittura nulla, impone in termini di controlli e di responsabilità.
Gli strumenti per cambiare ci sono: statuti rigorosi, vera riforma dei rimborsi elettorali, regole trasparenti di finanziamento, controlli di autorità esterne, e così seguitando. Ma le leggi non bastano. Ci vuole, soprattutto, una modifica profonda e radicale delle forze politiche che porti a una modifica altrettanto profonda e radicale nella formazione e selezione del personale. E, a questo punto, purtroppo è difficile sottrarsi a un pessimismo nero. Che cosa dobbiamo pensare di un Parlamento incapace di varare una seria legge anticorruzione? Che possiamo sperare da partiti che non ci garantiscono liste pulite, principio elementare di moralità politica? Si era sostenuto che il sistema proporzionale e le preferenze erano il cancro della prima Repubblica. E ora, stando alle bozze di qualche riforma elettorale, si vorrebbero reintrodurre, appunto, il sistema proporzionale e le preferenze. Non c’è da meravigliarsi: non abbiamo forse abrogato a furor di popolo, con un referendum, il finanziamento pubblico dei partiti, per poi reintrodurlo? Cambiano le forme, ma resta la sostanza: una classe politica incapace di cambiare. Chi scrive non riesce a concepire la democrazia senza i partiti. Ma questi partiti, così come sono oggi, malgrado qualche eccezione, che messaggio ci danno? Come possono affrontare gli elettori senza aver risolto i problemi fin qui lungamente e inutilmente dibattuti? La crisi, inevitabilmente, è destinata ad alimentare la velenosa combinazione di demagogia e di populismo.
D’accordo su tutto; tuttavia mi pare che, parlando di opposizione che dormiva, si nasconda un dato di fatto innegabile, e cioè che anche i consiglieri di opposizione della regione Lazio hanno profittato della distribuzione dei soldi pubblici alla politica, esattamente quanto gli altri. O mi sbaglio?
p.s. i debiti della regione Lazio per la sanità si misurano in miliardi di euro (non milioni)
E’ innegabile che si tratta di una scoperta vergognosa ma , e con questo non voglio assolvere nessuno, la sinistra prendeva i quattrini – come tutti – e silenziosamente li spendeva …..si possono vedere i conti di tutti ?
Altrimenti il giochino non funziona e poi nomi e cognomi dei fortunati che pagavanio i manifesti, facevano le feste x raccattare voti e senza paura spendevano.
Trascuriamo le ruberie personali ( quelle vanno sanzionate penalmente ) ma chi stabiliva quali erano le spese x la politica o elettorali ?
Anche nel caso Lusi e Belsito ci sono stati cassieri che hanno raccatttao soldi per usi distorti ma pasteggiare a champagne fa peccato ? Io dico di si , acquistare cesti da 10000 euro ? spese telefoniche faraoniche ? Una distinta precisa di tutti , proprio tutti , altrimenti incominciamo il solito discorso di chi è buono ed onesto e chi non lo è e anche chi progressista a parole ha deliberato cifre assurde ha la sua colpa ( ma vediamo la distinta ). Chiudere subito il rubinetto , far tornare i soldi ancora rimasti sul conto ( se ci sono ) e poi basta : chi vuole far politica se la paghi .
L’Italia intera, in ogni settore, dà ampia dimostrazione di non potercela fare ad uscire dal fango. L’impunità dei potenti di turno, sempre più abietti e volgari è pressocché certa. L’unica speranza è che l’intera nazione venga commissariata dall’Europa.
Chi pagherà per questo: i milioni di poveri che già ci sono in Italia e quelli che entreranno a breve a far parte di questa categoria e ahimé! la sinistra italiana, di cui idealmente faccio parte, che pagherà per le sue connivenze e suoi silenzi (pagati).
Povera Patria. Nel Fango affonda lo stivale dei maiali (F. Battiato)
Il Pdl si opporrà con le unghie e coi denti alla legge anticorruzione.Lui è la corruzione per eccellenza.Ma non bisogna aver paura:è il momento di far vedere a tutti gli italiani onesti l’impoverimento,la disoccupazione,il degrado dei servizi pubblici che questa corruzione ci ha causato.E la totale impossibilità di crescere con il sistema corruttivo,poichè gli investitori scappano da uno dei paesi più corrotti del mondo
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Ai partiti, tutti i partiti, sarebbero andati 30 milioni di soldi pubblici per le loro spese (sic!). Ognuno oggi scelga pure il proprio scandalo, ma l’opposione in Regione Lazio cosa disse quando la Polverini adottò questa politica? Ora si dubita della riforma del Titolo V, si vedono sprechi ed inefficienze nel sistema delle Regioni … ma ancora si crede (dal 1994!) al valore democratico dell’elezione diretta dei nostri amministratori / governanti! Cosa deve ancora capitare per capire che vox populi non est vox dei?
Il punto sta proprio dove tu ti incagli, caro Arturo: non sai pensare una forma di rappresentanza alternativa ai partiti e questo è male. Eppure nuove forme hanno preso forma, in Sud America, in Germania (più vicina a noi, con i Pirati) e il M5S addirittura qui da noi. Lo spazio non consente altro che qualche accenno, ma mi domando perchè voi di LeG non provate ad esprimere qualche commento, analisi, quello che volete su questo movimentino che ci dà la speranza di eliminare un 15/20? per cento di maiali dal parlamento la prossima primavera. Faccio presente che se in Lazio pdl e udc hanno rubato a man salva, i cosiddetti oppositori hanno retto il sacco o fatto il palo, come sintetizza con chiarezza Marco Travaglio.
Per tornare ai partiti, brevemente, ti ricordo che Max Weber prima e la Hannah Arendt poi hanno da tempo messo in guardia dai guai che la politica come professione e i partiti possono causare.
Parlare di questo evento così comune in questo paese è come parlare nel vuoto. Penso che questo sia un sistema entrato nei pori della pelle della gran parte dei politici e dei loro comprimari che tentare di smontarli con le parole al massimo potrà produrre un chiedere scusa agli artefici per il disturbo che gli abbiamo arrecato.
Queste persone responsabili di un incarico così delicato sapendo di rubare “…. come mettere le mani in tasca ad una vecchietta indifesa” (F.Merlo), e quindi anche vigliacchi, continuano nel perpetrare nei loro comportamenti non solo con leggi “ad personam” per potersi intascare il denaro pubblico impunemente, ma anche in ogni azione ed ogni scritto da loro prodotti all’interno delle amministrazioni ha dentro di sé la fondamentale funzione del massimo comune divisore.
Questi non sono dei semplici politici disonesti. Nooo!!! Questi sono peggio dei delinquenti sapendo di esserlo. Grande colpevole di questa malattia così contagiosa in parte la legge elettorale, ma anche il famigerato nuovo cap.V della costituzione.
Anche con riferimento all’articolo della urbinato su repubblica di oggi 24 settembre, giuste le critiche al PDL, giuste le raccomandazioni al PD ma quest’ultimofin dalle prime avvisaglie( diciamo almeno dal caso penati) avrebbe dovuto intervenire azzerando gli srechi e scatenare al suo interno una vera caccia alle streghe per cacciar via gli indegni . Cosa raccontiamo a Grillo?
socio 6378
sostenere Paola Severino nell’approntamento di una legge anticorruzione! con Zagrebelski, Ainis, altri giuristi e i rimasti parlamentari onesti (esistono?) e approvare rapidamente la legge! per questo sventurato Paese in preda ai mentitori, ai ladri, agli incolti
Le norme e i regolamenti hanno una funzione importante, ma molto di più lo sono le persone che applicano o meno quelle stesse. E’ quindi sulle persone e sulle loro qualità che dovremmo concentrarci. Partendo da noi stessi che abbiamo vissuto in questa società e respirato i venefici vapori, assorbendone chi più e chi meno a seconda della sanità e solidità dei nostri principi. Che fare? Andiamo pure a votare; facciamo attività di volontariato in associazioni come LeG; attività di partito (quale?). Qualsiasi cosa facciamo per il bene generale sarà importante, mai quanto migliorare per etica e morale i nostri comportamenti. E non pensiamo che sia facile!
pazzesca, incredibile, la difesa della Polverini (le determine le firma un dirigente e non passano sulla mia scrivania)!!!!!! come se i dirigenti non li nominasse la giunta e il più possibile compiacenti (spoil system).
E poi il bilancio è uno e non ci sono bilanci del consiglio e bilanci della giunta.
Vorrei ricordare ai frequentarori di questo blog, un bellissimo intervento (che rileggo ogni tanto perchè assai ricco di riflessioni e di dati) del sig. Carlo Grezio. Carlo Grezio diceva, con approfondito ragionamento: aboliamo le regioni che sono dei carrozzoni clientelari, gole profonde divoratrici di denaro pubblico (e diceva sagacemente: “come non diffidare di una persona che si fa chiamare “governatore”?)”.
Diceva anche che le Province sono enti controllabili e “di vicinato” e assai meno corruttibili delle regioni, che hanno la pretesa, tutte, di essere delle mini-nazioni. E che quindi il livello provinciale poteva in certo modo sopravvivere.
Purtroppo è vero quello che dice Crozza: rubare in Italia è legale, chi non lo fa, in certi ambienti, è un fesso, non riesce a sopravvivere.
Non si vede luce, in fondo a questo tunnel.
Saluti.
Silvana
Che destra scandalosa!
Magari ci fosse stato qualcuno all’opposizione (almeno per leggere e verificare il bilancio)