Aumentano i lavoratori che ricevono lettere di licenziamento. Aumenta il numero delle fabbriche e delle piccole imprese che rischiano di chiudere. La politica nel caos, senza menti illuminate che propongano rimedi per contrastare la disoccupazione.
In compenso cresce il progetto di nostalgici gollisti che proprio come Berlusconi dicono che, se le cose vanno male, è tutta colpa della Costituzione e preparano per la prossima legislatura alleanze per approvare l’elezione diretta del Capo dello Stato.
La casa traballa e allora perché non aiutarla a franare minandone le fondamenta?
http://donchisciotte.comunita.unita.it/2012/09/17/primarie-per-lautorottamazione/
Leggete e riflettete
Intanto oggi ho imparato una cosa che non sapevo: che il Parlamento, organo che detiene il potere legislativo, ha il compito di sostenere l’azione del Governo.
Boh!
Finchè il “popolo sovrano” non legge, non si informa e guarda solo la televisione, e certa televisione, cosa potrà mai cambiare?
E’ proprio vero che in Italia non si ha mai pace: fra tanti problemi, se c’era una nota positiva in questo periodo, era il definitivo tramonto di certe ipotesi di “smantellamento costituzionale”. E invece ecco che qualcuno del Pd le ritira inopportunamente fuori. Altro che “aprire al semipresidenzialismo”. Spero che Bersani chiuda a doppia serratura e “butti via la chiave”.
Posso permettermi di invitare il signor g.r.c. a leggere (o a rileggere) la Costituzione? Egli sostiene di avere “scoperto” solo ora che “il Parlamento, organo che detiene il potere legislativo, ha il compito di sostenere l’azione del governo”. g.r.g. ha scoperto male. L’art.71 della Costituzione dice che “l’iniziativa delle leggi appartiene al governo, a ciascun membro delle Camere e agli organi ed enti ai quali sia conferita da legge costituzionale”. Nessun monopolio dunque del Parlamento, tant’è che i decreti-legge sono emanazione diretta ed esclusiva del governo, salvo obbligatoria autorizzazione del presidente della repubblica e successivi passaggi e voti parlamentari. E d’altra parte non è il parlamento in toto ad avere “il compito di sostenere l’azione del governo”. Dice un altro articolo della Costituzione (il 94) che “il governo deve avere la fiducia delle due camere” altrimenti non esiste. E quanti dànno la fiducia al governo ne sostengono l’azione. Quando questa fiducia viene meno il governo è dimissionario. Se mi manda il suo indirizzo le spedisco una copia della Costituzione: ne scoprirà tante di cose…
Vorrei invitare il Signor Frasca Polara, che credo abbia equivocato il mio intervento, ad inviare copia della Costituzione ai deputati del PD promotori dell’iniziativa del 20 luglio «Il Pd e l’Agenda Monti», che hanno scritto la seguente frase:
“il Parlamento, pur svolgendo l’essenziale e decisivo compito di sostegno all’azione dell’esecutivo”.
Poiché non ero a conoscenza del fatto che questo fosse uno dei compiti del Parlamento (e il Sig. Frasca Polara me lo conferma) mi sono permesso una battuta come quella del mio primo intervento.
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Se posso permettermi, vorrei effettuare un’ulteriore osservazione.
Esiste un processo che porta alla definizione di una legge; questo processo si può scomporre in fasi, che schematicamente si possono denominare: proposta, elaborazione, approvazione, promulgazione, pubblicazione. Le fasi non si succedono sempre in quest’ordine. Nel caso del decreto legge, la promulgazione e la pubblicazione precedono le fasi di elaborazione e approvazione, che sono comunque necessarie.
Titolare della proposta può essere, come ricordato giustamente poc’anzi, sia un membro del Parlamento, sia il Governo, sia altri organi investiti del potere di proporre leggi. Titolare della promulgazione è il Capo dello Stato, che appone la sua firma alla legge approvata dalle Camere o al decreto proposto dal Governo; la legge promulgata viene poi pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ed entra ufficialmente in vigore.
Ma elaborazione e approvazione sono titolarità del Parlamento e di nessun altro organo: è in Parlamento e nei suoi organi che la proposta di legge viene discussa ed eventualmente modificata, ed è in Parlamento o in un suo organo deputato che la legge viene approvata. E in nessun altro luogo: perfino il decreto legge perde efficacia (“decade”) se non viene convertito dal Parlamento mediante approvazione.
Per lo meno: così mi sembra che funzionino le cose nel nostro Paese
Smantellamento della Costituzione ? E perchè non è possibile variare articoli che hanno fatto il loro tempo e soprattutto hanno evidenziato storture ( il mondo è andato avanti , lo sappiamo tutti nevvero ! ).
Allora per preconcetti, odio a vari personaggi che nel bene ( i più ) e nel male ( pure questi ma in numero minore ) hanno chiesto o chiedono cambiamenti per accelerare il nostro sistema , si ricorre a preoccupazioni , anatemi ecc ecc.
La Costituzione non si tocca è un feticcio agitato anche per poco nobili motivi , da conservatori con la cappa dei progressisti ( e non lo sono ).
Si esamino le proposte ( che arrivino da sinistra – ohibo – o da destra -)
Chissà che non ci sia da imparare qualcosa . Io credo di si . LC
La nostra costituzione, com’è noto, ha scelto, quale sistema di governo della repubblica, la democrazia rappresentativa parlamentare.
Letteralmente significa che la funzione di “governo” (del popolo) viene affidata ai rappresentanti (del popolo) chiamati elettivamente ad esercitare la funzione di membri del parlamento.
In altri termini, la costituzione affida al parlamento la funzione di governo.
Il parlamento esercita la funzione di governo per mezzo di un organo collegiale non elettivo di propria fiducia, composto dal presidente del consiglio e dai ministri. Questo comporta che l’organo collegiale che la costituzione chiama “governo”, pur essendo sostanzialmente un organo collegiale di derivazione parlamentare, non è un organo esecutivo ( nel senso di organo di sola se pur alta amministrazione, secondo lo schema classico) ma è chiamato a esercitare a pieno titolo la funzione di governo parlamentare nel senso più ampio. E in questa funzione di “governo parlamentare” può emanare atti normativi propri e proporre disegni di legge da assoggettare alle procedure parlamentari per l’approvazione.
Purtroppo, la costituzione non ha emanato le necessarie norme per la regolazione dei rapporti tra il parlamento quale organo legislativo e l’organo collegiale di sua fiducia chiamato ad esercitare la funzione di governo parlamentare. Con la conseguente confusione tra le rispettive funzioni e la presenza di una conflittualità permanente tra i due organi (legislativo e di governo).
Da qui la sensazione che la soluzione istituzionale adottata dalla costituzione per quel che riguarda l’organo di governo sia paradossale, in quanto determina di fatto l’unificazione dei poteri anziché garantire il principio della separazione dei poteri.
Il problema non è avere preconcetti nei confronti di questo o quel sistema. Ci sono paesi, come Usa e Francia, in cui sistemi presidenzialisti (o semi-) funzionano bene. Il problema è la mancanza in Italia di pesi e contrappesi che garantiscano derive plebiscitarie. Cosa potrebbe partorire un sistema del genere nel Paese dove il conflitto di interessi (e non parlo solo di Berlusconi) è diventato quasi una costante della politica? Credo che anche dalla storia di questi anni abbiamo molto da imparare. A bloccare la politica nel nostro Paese non è certo la Costituzione: è la classe politica che abbiamo, come dimostrano anche le vicende di cronaca di questi giorni.
Errata corrige: naturalmente intendevo “pesi e contrappesi che garantiscano dal rischio di derive plebiscitarie”.
Cara Sandra, lei ha perfettamente ragione. Io li metto sullo stesso piano di Renzi, che sostiene che continuare con l’antiberlusconismo sia perdente. Non si rende conto che se non riusciamo a fare dei passi in avanti è proprio perché il parlamento ancora è dominato da quei loschi figuri che hanno fatto fortuna sotto Berlusconi, e che continuano a praticare una politica meschina. Mi permetto di aggiungere che non voterò per Renzi né alle primarie né dopo. Il mio voto andrà a chi negli anni di Berlusconi si è battuto per conservare i valori sanciti nella Costituzione e cercando di arginare il fuoco distruttivo (e corruttivo) della destra: che coraggio a chiamarli “rottami”!