Una nebbia fitta fuori stagione

17 Set 2012

Che il sistema elettorale escogitato dal leghista Calderoli, noto come il Porcellum , fosse un sistema da dimenticare e al più presto seppellire è forse l’unico punto condiviso della riforma elettorale che stiamo oramai discutendo invano da mesi e mesi.

Che il sistema elettorale escogitato dal leghista Calderoli, noto come il Porcellum , fosse un sistema da dimenticare e al più presto seppellire è forse l’unico punto condiviso della riforma elettorale che stiamo oramai discutendo invano da mesi e mesi.

Qual è il problema? Si sa che nessun sistema elettorale è del tutto «neutrale». Ma non esageriamo. I sistemi proporzionali favoriscono la frammentazione e i partitini; ma sappiamo che in genere basta uno sbarramento del 5 per cento come in Germania (con divieto, si intende, di alleanze che lo vanifichino) per correggere questo difetto. I sistemi maggioritari o uninominali sono invece accusati del difetto opposto: di favorire i grandi partiti. Ma talvolta è così, talvolta no. Vedi caso, da noi il Mattarellum – un sistema per tre quarti maggioritario – ha prodotto una frammentazione che né Prodi né i suoi fedeli hanno mai ammesso e tantomeno spiegato. Comunque il sistema maggioritario a doppio turno (come oggi in Francia) eliminerebbe, volendo, questo difetto.

Allora, non è vero che noi siamo bloccati dalla ricerca di un sistema elettorale neutrale. Siamo bloccati, invece, dal fatto che i nostri partiti non sanno più quale sia l’elettorato sul quale puntare, o quale sia l’elettorato «fedele». Vagano, appunto, nella nebbia. A cominciare da Berlusconi.

Il Cavaliere naviga, ma per il resto è fermo. Si supponeva che dopo aver graziosamente lasciato le patate bollenti al «governo dei tecnici» lui sarebbe ridisceso in campo. È vero che il suo partito oramai sta al 22 per cento. Ma contava sull’effetto trainante del suo rientro e sulla sua indubbia bravura di acchiappavoti. Invece la sua sondaggista di fiducia non ha registrato, almeno sinora, nessun effetto trainante, di trascinamento, dalla sua ricomparsa. Così Berlusconi medita e attende. Tanto ha sempre il potere di tutelare i suoi interessi e di bloccare le sue pendenze giudiziarie.

Se Berlusconi è fermo, il suo principale avversario, Bersani, si destreggia tra mille difficoltà. Si libera o non si libera di Vendola? Un giorno sì, e un giorno no. Sostiene lealmente il governo Monti, ma non può dimenticare che ha bisogno del voto di una Cgil che sempre più lo combatte. In questi frangenti, ha l’idea (direi poco azzeccata nel momento nel quale centinaia di milioni di musulmani sono scatenati contro l’Occidente per un filmino che nessuno di loro ha visto) di promettere la cittadinanza ai figli degli immigrati, ivi inclusi gli islamici.

Ma torniamo al problema di fondo, alla nebbia. La nebbia è creata in primo luogo dai grillini, che al momento risultano al 18 per cento dei consensi anche se nessuno capisce cosa saprebbero fare al governo; e ancor più, in secondo luogo, dall’incognita di quasi la metà del nostro elettorato che dichiara nei sondaggi di non voler votare o di non sapere per chi votare. Questo è il vero terrore dei politici minacciati di rottamazione. Quale sarà il loro elettorato? Dove lo dovrebbero cercare? E come fermare il grillismo? Bravo chi lo sa.

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