Anche Pippo Civati accetta la sfida: “Serve un’alternativa a Matteo e Pierluigi”

17 Set 2012

Il consigliere regionale della Lombardia lancia “occupyprimarie”. Lo scontro Renzi-Bersani è uno scontro di leadership. Nessuno dice cosa succede un giorno dopo le primarie. Sono solo utili a contare

Anche Pippo Civati è pronto alla sfida delle “primarie dei progressisti”. Pronto a candidarsi. Questo ha scritto nella mail in sette punti che ha inviato venerdì ai suoi collaboratori, una lettera “riservata ma aperta”, dice. “Riservata, perché una decisione del genere si prende se è condivisa e dunque si tratta in primo luogo di capire questo, quanto è condivisa e da quanti. Aperta perché non abbiamo niente da nascondere, non abbiamo dietro nessuno e le domande che mi pongo in queste ore le pongo apertamente, appunto, e per scritto. Quello che non voglio assolutamente è aggiungere autocanditatura ad autocandidatura, in un effetto formicaio impazzito. La collezione di nani da giardino no. Se si riesce ad esprimere una candidatura unitaria che sia davvero alternativa a Bersani e a Renzi io ci sono, questo ho scritto. Ora vediamo se si riesce”. Formicaio impazzito, nani da giardino.

Civati, la sua disponibilità a candidarsi arriva dopo quella di Boeri e dopo la candidatura di Laura Puppato. Venite dalla stessa area, l’effetto nani da giardino si sarebbe evitato da una candidatura unitaria.
“Appunto. Non ne parlerei al passato. In fondo non conosciamo ancora le regole di queste primarie, nè tanto meno sappiamo quale sarà la legge elettorale che – secondo il modello che sarà scelto – potrebbe renderle inutili. Sto appunto cercando di capire se si può realizzare un fronte unitario”.

Lei scrive, nel primo punto

della sua mail-manifesto: “Dobbiamo essere presenti ora, con un nostro profilo, nel cammino verso il congresso del prossimo anno. Se c’è il doppio turno queste primarie sono congressizzate. Dobbiamo dirlo”.
“È così. Lo scontro Renzi-Bersani è uno scontro di leadership. Nessuno dice cosa succede un giorno dopo le primarie. Sono solo utili a contare chi sta con chi, addirittura “a prescindere”. Molti punti di vista non sono rappresentati, dobbiamo portarceli dentro. Occupare le primarie, riempirle di contenuti”.

Arriviamo subito a “occupyprimarie”, la sua proposta. Prima però il punto 2. Lei scrive. “Con nessuno dei due candidati maggiori sulla carta avremmo il nostro profilo e potremmo salvaguardare la prossima sfida: Renzi è troppo divisivo all’interno del partito, Bersani è troppo poco plausibile”. Dunque serve una terza candidatura forte. Quella di Laura Puppato, dice, somiglia a quella di Ignazio Marino.
“Sì, e lo dico con la massima stima per entrambi. Conosco Laura, è una bellissima figura. È limpida e forte. Penso che dovremmo unire le energie in un progetto unitario che tenga insieme la sua esperienza e la sua proposta, quella di Boeri, Scalfarotto, Serracchiani e tanti altri che in questi anni si sono battuti sul campo, con fatica, sui temi”.

Dunque potrebbe appoggiare lei Laura Puppato.
“Devo ancora parlarle. Davvero non c’è stato tempo, nessuno sapeva niente della sua decisione e credo invece potremmo far parte di uno stesso progetto”.

D’altra parte alcuni dei suoi sostenitori, Civati, spingono verso Renzi.
“Lo vedo e lo sento, ma io credo che la candidatura di Matteo sia totalmente autoreferenziale. Io ho già fatto un pezzo di strada con lui. Facemmo la Leopolda e una settimana dopo lui andò ad Arcore. Non ne sapevo niente, non ero e non sono d’accordo. Sento chi dice: fate la sinistra dei renziani. Ma non è proprio possibile. Nei contenuti su moltissime questioni siamo lontanissimi. Matteo era per Marchionne senza se e senza ma, non so adesso. Era in una posizione diversa dalla nostra sui referendum. Abbiamo proposto 6 referendum al Pd, è da giugno che ci lavoriamo: riforma fiscale, incandidabilità, alleanze. Parliamo di questo”.

E dunque lei propone, punto 4 della mail, occupyprimarie. Ce lo spiega?

“Penso a un occupyprimarie per costruire il Pd e il centrosinistra. I temi politici ci sono tutti: primarie parlamentari, sistema elettorale, referendum, continuità a sinistra con Monti. E c’è il tema generazionale, che dobbiamo salvaguardare, perché Renzi rappresenta alcuni, non tutti. In più c’è l’idea di una cosa collettiva, perché non ci sono mica solo io. E ci sarebbero tanti altri, credo, che ora sono stati silenti”.

Tipo Boeri, Scalfarotto, Serracchiani?
“La posizione di Debora è un po’ diversa. Lei pensa che le primarie dividano e basta. Io la penso come Prodi, invece. Dico stiamo attenti a fare cose che servono. Se la riforma del sistema elettorale, ammesso che si faccia, sarà nel senso di eliminare il sistema bipolare a cosa servono primarie come queste? E lo dico io che sono favorevole alle primarie per principio, sia chiaro. Ma se fanno un proporzionale con un terzo di liste bloccate, un Prosciuttum…”.

E se la riforma elettorale non si facesse?
“Allora dovremo fare le primarie di collegio per eleggere i parlamentari. Lo dico e lo scrivo da anni”.

Lei aveva pensato anche al ministro Barca, come candidato, è vero?
“Beh non solo io. Ma sì, certo. Però non è il momento, mi pare”.

Finiamo di raccontare il suo ‘manifesto’. Lei dice: chiediamo a tutti i candidati di esprimersi sul sistema elettorale, sulle primarie per i parlamentari. Chiediamo le regole e il loro rispetto: che non sia uno scontro fra due persone a prescindere dai contenuti. Chiediamo di esprimersi sui diritti civili, sull’occupazione del suolo, sui sei temi concreti dei referendum pd, e di firmarli.
“Per prima cosa le regole. Cosa sono queste primarie? Matteo and Co contro Bersani e il partito? Così è una fine del mondo che lascia solo macerie. Vendola, d’altra parte, cambia alleanza ogni settimana. Sta col Pd, poi sta coi referendari dell’articolo 18… Facciamo una proposta nostra: politica, unitaria, alternativa. Allora ci sono”.

Ma quanto tempo le serve ancora per capire se le condizioni ci sono?
“Poco, una settimana al massimo. Dipenderà dalle risposte che arriveranno. Renzi dice che la dava per scontata, il solito simpaticone. Io non do per scontato nulla, vedo molto bene la forza mediatica ed economica di Matteo, conosco il suo talento televisivo, vedo che si è impadronito di alcune delle nostre battaglie. Il limite di mandati, il rinnovamento, la lotta alla cooptazione e al corporativismo. poi c’è dell’altro, però. Non si governa, in Europa, solo con questo”.

Lei chiude il suo “manifesto” dicendo che Adesso! è uno slogan che brucia tutto. Quale sarà il suo, invece?
“Noi andiamo “Avanti”. Come un candidato che ci piace davvero, dall’altra parte dell’oceano”.

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