Le domande di LeG al Partito Democratico

13 Set 2012

Carmine Saviano

Ingiustificate certezze. Un contesto politico inesplorato. Fatto di sfiducia verso i partiti, di astensione alle stelle, di esigenze di rinnovamento declinate nei modi più svariati, dalla “rottamazione” proposta da Matteo Renzi all’urlo antipolitico di Beppe Grillo. E temi cruciali come il lavoro, l’economia e l’Europa che diventano, giorno dopo giorno, temi sullo sfondo, dimenticati, slogan vuoti. “Qualcuno bisognerà che si svegli nell’area dei nuovi progressisti. Stiamo attraversando un capitolo drammatico della storia italiana e la sensazione che ai piani alti ci si stia cullando in alcune ingiustificate certezze è forte e preoccupante”. Così Sandra Bonsanti in una lettera sul sito di Libertà e Giustizia.

Questioni e domande. E l’analisi di Leg non vuole essere solo negativa. Perché si parte da “un disperato amore per una politica seria e per una classe dirigente che sentiamo ancora lontana, distratta da false certezze, forse addormentata”. Quindi le domande rivolte al “primo partito italiano”, il Partito Democratico. Perché “serve una sveglia”, perché “non si può fare come se Mario Monti non ci fosse, visto che è l’unico che raccoglie ancora fiducia”. LeG chiede: “Cosa propone, per Monti, il primo partito italiano? Che guidi anche il prossimo governo, come sembra preferire Napolitano; oppure che questo compito tocchi all’attuale segretario? Oppure che l’attuale segretario offra lui stesso quel posto ad altri? E come pensa di convincere chi già oggi sembra deciso a non andare a votare, tanto nulla è cambiato e nulla cambierà?”

Qui il sito di Libertà e Giustizia

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