Qualcuno bisognerà che si svegli nell’area dei nuovi progressisti. Stiamo attraversando quello che potrebbe risultare il capitolo più drammatico della storia italiana dal dopoguerra e la sensazione che ai piani alti ci si stia cullando in alcune ingiustificate certezze è forte e preoccupante.
Gli ultimi sondaggi ci confermano che il Partito democratico è il primo partito italiano. Ma da qui in poi si entra in una terra inesplorata.
Inesplorata è una situazione in cui la fiducia verso i partiti, ce lo dice Diamanti, è scesa sotto al 5%…
Inesplorata è una situazione in cui, ce lo dice il sondaggio di La 7, l’astensione e l’incertezza costituiscono una massa impressionante di elettori.
Inesplorata è una situazione in cui anche il primo partito non è unito attorno al leader, ma risulta composto di uomini diversissimi per tradizione politica, per ideali, per quei progetti attorno ai quali dovrebbero sentirsi mobilitati.
Inesplorata è una situazione in cui il governo tecnico che impone sacrifici senza precedenti continua ad avere una fiducia del 52 per cento nella figura del suo Presidente. Potremmo purtroppo continuare e aggiungere: l’arrivo impetuoso sulla scena di un trentenne che sfida tutti circondato dal terrore di vederlo vincere. Aggiungere il disagio istituzionale per la prorompente presenza del “fastidio” chiamato Grillo. E anche per quello chiamato Di Pietro.
Inesplorata è una situazione in cui a pochi mesi dalla fine della legislatura, non si sa ancora quale sarà la legge elettorale…
Ce n’è abbastanza per richiedere alle forze politiche rimaste in campo una presenza ininterrotta sulla scena. Con parole che non siano vuoti appelli o addirittura proclami anticipati di una vittoria ancora molto lontana. Sui tre punti fondamentali per la tenuta e per il futuro del paese servirebbero poche idee comprensibili e sincere: lavoro, economia, Europa. Questo è l’appuntamento che ci aspetta, non domani o domani l’altro, ma oggi. Ora.
C’è un grande ritardo da colmare. Per anni il Pd non ha voluto ascoltare la voce di chi chiedeva democraticamente anche se a voce alta il rinnovamento. Libertà e Giustizia misurava sul territorio il grado di assenza della politica, la richiesta inascoltata di una opposizione forte e assidua a Berlusconi e di proposte unitarie e illuminate. Abbiamo chiesto per anni il rinnovamento dei partiti sulla base dell’ attuazione dell’articolo 49 della Costituzione: meno opacità, meno sperperi, meno corruzione, più regole per la scalabilità interna.
Ci hanno ascoltato con fastidio. Pazienza. Oggi non siamo soddisfatti perché avevamo visto giusto; siamo disperati e chiediamo un ultimo sforzo: di fantasia, di apertura, di serietà, di competenza.
Serve una sveglia. Non si può fare come se Mario Monti non ci fosse, visto che è l’unico che raccoglie ancora fiducia.
Cosa propone, per lui, il primo partito italiano? Che guidi anche il prossimo governo, come sembra preferire Napolitano; oppure che questo compito tocchi all’attuale segretario? Oppure che l’attuale segretario offra lui stesso quel posto ad altri?
E come pensa di convincere chi già oggi sembra deciso a non andare a votare, tanto nulla è cambiato e nulla cambierà?
Votare per paura del ritorno di Berlusconi? Non so se funzionerebbe ancora.
Questa paralisi è insopportabile e ripeto: una situazione come questa non l’avevamo vissuta mai.
E non è antipolitica, dirlo. E’ disperato amore per una politica seria e per una classe dirigente che sentiamo ancora lontana, distratta da false certezze, forse addormentata.
“Inesplorata è una situazione in cui a pochi mesi dalla fine della legislatura, non si sa ancora quale sarà la legge elettorale”
spero di essere smentito, ma io credo di conoscere quale sarà la legge elettorale con la quale andremo a votare: quella che c’è adesso.
disperatamente e drammaticamente vero. Ma i giovani non sono solo come Renzi.. Si facciano avanti, per favore! I vari Zanda, Civati…. dove sono?
Berlusconi per quanto se ne dica non è riuscito a fare i danni che ha fatto – questo ragioniere imposto dalla politica e precisamente dal pd – in 9 mesi.
Quindi il problema non è solo Berlusconi ma anzi, come si sta dimostrando, ben peggio il pd di cui il ragioniere è e la sua espressione ed il pd la sua espressione.
Questione morale!!!
se vogliamo riaprire un rapporto fiduciario con gli elettori è fondamentale. il che vuol dire anche fare pulizia ineleggibilità condannati penali, anti-corruzione, revisione finanziamento ai partiti e ai giornali, ridefinizione conflitto di interessi, revisione legge Gasparri
… poi lavoro, economia, Europa: questi sono l’oggetto di una politica normalmente sana.
Ma lo stato delle cose è di una politica malata in sè e nel suo rapporto cogli elettori. In queste condizioni la politica è in impasse: non riesce a lavorare e non riesce a cambiarsi.
Questo è il motivo del successo di Monti e dei tecnici.
I politici tutto sommato se la godono: possono mostrare pubblico imbarazzo o contrarietà a fronte del lavoro dei tecnici ed intanto legare in privato il governo sui problemi a loro più cari (da mantenere tali).
La gente intanto che può fare?
Mastica amaro (ce n’è in abbondanza e a gratis, alla faccia dei rincari del mercato) e sogna. Sogna un Condottiero che spazzi via tutto e cambi le cose.
Gli è andata male con Berlusconi e Di Pietro, ora invoca Grillo o Renzi.
65 anni di democrazia repubblicana, ma ancora così profondamente politicamente nostalgici dell’Uomo forte, anche se antidemocratico.
Sarà per ragioni psicologiche che non riusciamo a fare il passo in avanti? Italiani mammoni (e bamboccioni) che non acquisiscono mai l’indipendenza di giudizio e responsabilità, e la capacità/dignità di fare sacrifici, metterci del proprio e rischiare del proprio?
Se è così, non basta facilitare l’accesso al mondo del lavoro, occorre anche spingere per la formazione accessibile.
E la politica? non vedo altre possibilità (anzi, non spero) che legate al cambiamento delle coscienze e delle sensibilità.
Internet può servire come uno tra i mezzi della comunicazione, della propaganda, non un obiettivo democratico, in quanto manipolabile e per definizione non rappresentativo (vedi i risultati della Primavera Araba)
diceva don Milani di avere due armi: lo sciopero ed il voto (talvolta aggiungeva la magistratura). Tali restano le uniche democratiche.
Altro che balle…. qua servono braccia robuste attaccate a gente inkazzata nera che mostri i muscoli… tutto il resto… sono giochi del potere.
la stessa situazione l’italia l’ha vissuta nel secondo dopoguerra quando per tre anni dal ’45 al ’48 le forze cattoliche e liberali governarono con quelle socialiste e comuniste; la differenza sostanziale è che mentre in quel periodo vi era una speranza di riscatto per le forze popolari e democratiche e la costituzione del ’48 ne era la bussola di riferimento, ora la sfiducia nella politica tout court sembra aver fatto breccia anche in coloro che si professano progressisti; la colpa non è solo del ventennio berlusconiano, che tanti danni ha fatto quasi quanto il ventennio mussoliniano, bensì anche dell’incapacità della sinistra tutta intera che non è stata in grado di rinnovarsi che mutando solamente le proprie sigle ed i propri simboli: pd, ps, sel, rc, verdi, costituiscono lo schieramento a cui potrà guardare il potenziale elettore di sinistra che non vuole annullare la scheda; l’unica cosa che, al momento, sembra unire questo coacervo di forze, è la loro intrinseca divisione su quasi tutti gli argomenti, siano essi di politica interna che di politica estera; si sarebbe portare a concluderne che questi partiti di sinistra continuano a deludere chi crede ed ha ancora idee di sinistra; sarei portato ad escludere come forza di sinistra idv poiché di pietro, pur essendo un galantuomo come pochi ce ne sono in italia, non è mai nè sarà mai parte della sinistra ma la geopolitica ci rappresenta idv come forza di sinistra e quindi l’elettore di sinistra deve fare i conti anche con idv; se, invece, l’elettore di sinistra riterrà i rappresentanti di questo composito e variegato schieramento lontani, distratti da false certezze e forse addormentati,, potrà comunque guardare a i nuovi luddisti della politica italiana, oggi rappresentati dal movimento 5 stelle del comico d’avanspettacolo dal vaffa facile e dal trentenne rottamatore che cerca di farsi largo nel pd a suon di slogan che sanno di televisione cvommerciale; sono questi due ultimi soggetti che potrebbero rappresentare quella politica seria e quella classe dirigente vicina ai bisogni della gente che dovrebbero votare quelli che credono che le idee si sinistra possano ancora avere cittadinanza politica? io personalmente dubiterei, ma faccio i migliori auguri a quelli che lo credono e che hanno la stessa convinzione che ebbero quelli che nel ’94 votarono b. dicendo ma sì proviamolo, tanto peggio di così non potrà andare e poi sappiamo come è andata. io personalmente andrò a votare, per il momento so solo che non voterò i partiti che ci hanno portato in questa situazione (ricordo che siamo ancora nella legislatura vinta dalla destra), compresi quelli che chiederanno il monti bis; ho dimenticato la legge elettorale, ma parlare di legge elettorali in italia sfinirebbe chiunque……………..
Già! Sacrosanto, ma l’unico a non accorgersene è propio il PD. Da chi andremo? A chi rivolgersi?
Sono perfettamente d’accordo. Da iscritto al PD da molti anni non riesco più a ritrovarmi dentro le troppe anime di questo partito; cerco dis eguire con attenzione le varie e ormai numerosisime uscite di questo o quel personaggio o di questo o quel gruppo. Non abbiamo più bussole per orientarci e mi pare che non esistano più linee guida che consentano di provocare adesione. Il caso di parma, dov evivo, è emblematico. Nessuno avrebbe scommesso sulla sconfitta del candidato del PD , eppure i cittadini si sono schierati ed hanno votato per uno sconosciuto cittadino privo di qualsiasi esperienza. I risultati ad oggi sono proprio deludenti ma il sindaco gode ancora dei favori della citta.Ma il PD pare ancora non aver capito ec api e capetti ogni giorno escono con suggestive proposte . Sono molto scoraggiato
Chiediamo a tutti , e soprattutto a chi si candiderà alle primarie chiarezza sui tre punti indicati da Sandra: lavoro, economia ed Europa.
Ed inoltre diritti civili,rinnovamento e riorganizzazione della forma partito e soprattutto cosa intendano fare in ordine ad eventuali modifiche della Costituzione. Le loro risposte ( o meno) potranno determinare il nostro assenso o meno.
Il problema di fondo è che le forze politiche hanno una classe dirigente tuttora portatrice di una cultura politica fossilizzata al livello movimentista di scontro tra fazioni che mirano solo a ottenere il consenso popolare per conquistare il potere istituzionale.
Il movimentismo tra fazioni avverse, come ai tempi dei tribuni del popolo dell’antica Roma, viene alimentato ingigantendo ad arte, attraverso i media, il diffuso sentimento di disagio esistenziale attribuendo alle fazioni avversarie l’incapacità di governo dei problemi sociali. Lo scopo, come in antico, è quello di catturare emotivamente il consenso delle masse. Il difetto del metodo è quello di farlo con le solite promesse da imbonitori di piazza, di grande presa sulla gente disperata ma assolutamente prive di contenuto programmatico.
L’esperienza del governo Monti, pur con tutte le riserve e le critiche del caso, si è abbattuta come uno tsunami su questo arcaico e inconcludente movimentismo politico, dimostrando che i problemi sociali economici e istituzionali possono essere affrontati senza manicheismi di fazione ma introducendo nella cultura politica spirito di buon governo, disposizione alla scelta delle priorità, progettualità interna e internazionale per il breve e medio periodo.
La reazione delle forze politiche, contro questa diversa cultura di fare politica, è stata feroce soprattutto da parte delle forze politiche più movimentiste.
Ma il segno del nuovo corso culturale è stato ormai percepito da una buona parte della società, che, come mostrano i sondaggi, ha definitivamente chiuso con il movimentismo inconcludente.
Le forze politiche tentano di resistere per mantenere le vecchie posizioni culturali e lanciano accuse di antipolitica.
Non si tratta di antipolitica, ma di una pressante richiesta di buona politica.
Per le forze politiche che non volessero recepire la richiesta di fare propria la nuova cultura politica la storia è finita.
Lo scritto che segue è stato scritto ad inizio agosto. La concordanza con Sandra Bonsanti è completa. ECONOMIA come svilupposostenibile; EUROPA come obiettivo da persegiure; LAVORO come necessità primaria.
…………..
La VISIONE, allora, su cui impostare l’azione politica, adesso, e per i prossimi decenni, quale deve essere?
Una rivoluzione culturale! La rivoluzione che permetta di ripensare il mondo, l’Europa e l’Italia senza miopie e senza egoismi con il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini. L’alternativa è, probabilmente, il caos oppure una decadenza rapida verso uno stato di povertà, dipendenza e nessuna democrazia.
Lo sviluppo sostenibile, è l’espressione che dobbiamo imparare a coniugare, lo strumento che ci dovrebbe aiutare a: mantenere una buona democrazia, conservare un buono standard di benessere, diminuire il divario ricchi-poveri, salvaguardare l’ambiente, conservare i beni comuni. Affrontando, in contemporanea, tutti i nodi al pettine.
Le priorità politiche devono essere conseguentemente:
1) SVILUPPO SOSTENIBILE è, forse, la priorità di un programma di lungo periodo, non solo per le elezioni che incombono, di una politica progressista e riformatore.
2) EUROPA è l’altra priorità di un programma di lungo periodo. L’Italia, nel mondo globalizzato, ha un ruolo e peso irrilevante. Solo una dimensione Europea ha qualche peso sullo scacchiere globale. Solo l’Europa, è pensabile, ha le dimensioni per poter impostare una politica che freni la decadenza della civiltà occidentale da questa parte dell’oceano Atlantico.
(da Wikipedia: Il primo Libro bianco dell’Unione Europea prende il nome dal suo designatore Jacques Delors, viene varato a Milano nel 1985 dal Consiglio europeo con il titolo Il completamento del mercato interno: Libro bianco della Commissione per il Consiglio europeo (Milano, 28-29 giugno 1985) COM(85) 310, giugno 1985[2]; in generale in questo documento si pone l’obiettivo sia del completamento del Mercato Unico e sia della specifi-cazione dei benefici attesi conseguiti dalla sua realizzazione. A tal fine stabilisce le tappe del processo d’inte-grazione a partire dal 1985 in cui vengono scanditi i tempi e le procedure che sostanzialmente porteranno nel 1993 al completamento del Mercato Unico e all’avvio della fase di preparazione dell’Unione Economica e Monetaria, alla costruzione della moneta unica (Euro) e poi all’allargamento di nuovi paesi.)
Il “Libro Bianco” di Jacques Delors fu salutato, nel mio ambiente di lavoro, come un fatto rivoluzionario. Finalmente l’EUROPA! Un processo irreversibile che ci avrebbe portato all’Europa Politica, gli Stati Uniti dell’Europa. Illusi! Dopo il varo faticoso dell’Euro il processo di integrazione è praticamente regredito. La crisi finanziaria-economica, che dura dal 2008, ha, pericolosamente, fatto esplodere le “fragilità” di nazioni, soprattutto mediterranee, e gli “egoismi” delle nazioni germaniche. I Piigs hanno vissuto al di sopra delle loro possibilità, combinandone di tutti i colori. I germanici hanno speculato in ogni settore, ignorando completamente la “mancanza di virtù” dei Piigs. L’equilibrio, fragile, si è rotto. La situazione europea è preoccupante. La percezione dell’Europa, da parte di un sempre maggiore strato di cittadini, è di una organizzazione lontana, burocratica e inutilmente regolamentare. Europa = tecnocrazia. PACE, non è solo una parola, è un fatto che in Europa, in modo quasi generalizzato, dura dal 1945. 67 anni! (A margine, è forse il caso di ricordare che nei primi quaranta anni del ’900 si verificarono due guerre mondiali devastanti con teatro quasi esclusivo l’Europa). È necessario ritrovare la progettualità di Jacque Delors, la sua visione e la capacità rendere realizzabili le idee. Ciò in modo particolare da parte dell’Italia, socio fondatore e patria, fra gli altri, di Altiero Spinelli . L’Europa dei cittadini è l’obiettivo da perseguire che deve essere a base dell’Europa Politica e compiutamente FEDERALE. E, insieme, costruire il “cittadino europeo”.
3) LAVORO, è il terzo corno della rivoluzione culturale. Il lavoro, che è, insieme alla giustizia sociale, una necessità primaria ed un “valore” in sé, è affrontabile concretamente solo entro una visione di sviluppo sostenibile e di Europa Politica Federale.
Mi domando veramente di che cosa vi lamentite. I d’alema, i bersani, i veltroni, i violante (!) non sono altro che gli apprendisti stregoni che si facevano le ossa mentre il partito cacciava le uniche teste pensanti, e parlo di Natoli, di Pintor, di Rossanda, di Magri.
Nel suo Giulio Cesare, Shakespeare fa dire a Cesare, che parla con Antonio, a proposito di Bruto: “Pensa troppo; uomini del genere sono pericolosi” (“He thinks too much; such men are dangerous”).
Ecco a noi sono rimasti gli individui meno riusciti, gli unici che le chiese richiedano – intendendo per chiese le organizzazioni che richiedono adesione ad un pensiero preconfezionato, precotto. Quelli adatti alla enemy intelligence, quelli che ci hanno regalato berlusconi in barba alla legge 361/57 e che lo hanno fedelmente servito per un ventennio. Ma in cambio di che?
Mi domando veramente quale sia il problema di Palinuro.
Questo non è il sito del Partito Comunista Italiano o dei Democratici di Sinistra: non è Libertà e Giustizia che ha cacciato il gruppo del Manifesto dal PCI, non sono i soci di Libertà e Giustizia che hanno consegnato il paese a Berlusconi.
E allora?
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Condivido l’analisi, le preoccupazioni, gli inviti di Sandra Bonsanti. Pure il mio cuore che ha sempre battutto e continua a battere a sinistra, sembra ogni tanto arrestarsi perchè disorientato. Ed anche la mente, il pensiero pare smarrirsi in un orizzonte irraggiungibile. Ai Dirigenti attuali e trascorsi vorrei dire con un termine tutto napoletano: ‘NCE STATE ‘MBRIACANNE ‘E CERVELLE”””.
giulio detto gilbtg
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Come ha potuto il PD accettare la stangata che il “governo di tecnici”, capeggiato dal banchiere monti e voluto dal capo dello stato (comunista migliorista?)ha calato sulla testa degli sfruttati da sempre.Con quale sfacciataggine chiedete ancora il voto a chi ha sempre vissuto solo del proprio duro lavoro (quando c’e) mentre i d’alema , i violante et similia filosofeggiano sul metodo migliore per imbavagliare la Magistratura , l’unica speranza rimasta a questo paese per mettere un freno a corruzione , malgoverno , nepotismi , privilegi anacronistici , connubio con la chiesa( vedi esenzione IMU) Come sono lontani i tempi di Berlinguer e Lama.
Non riuscite a capire che la “gente commune” come ci definiva con aria di superiorità cossiga ne ha le tasche piene (è un eufemismo) di voi dei vostri sproloqui del vostro manierismo da cicisbei.Il debito pubblico che ci opprime non l’ha fatto la “gente commune” ma i politici cialtroni che ci hanno governato , tronfi
solo della loro arroganza ed incapacità.
Basta con lo “spread” con i “mercati” , BALLE !!! Lo sapete anche voi che questo sistema basato sullo sfruttamento dei più deboli è arrivato al capolinea.
Datevi una svegliata prima che vi crolli il mondo in testa.
Vorrei conoscere il punto di vista di Libertà e Giustizia sul tema delle primarie che il PD sta per lanciare. Abbiamo capito che le primarie servono per la scelta del “leader della coalizione” candidato, in caso di vittoria, alla Presidenza del Consiglio. A parte il fatto che la coalizione ha senso con la presente legge elettorale (“porcellum”) ma non si sa cosa potrà significare in caso di nuova legge elettorale, la nostra Carta Costituzionale dice che spetta al Presidente della Repubblica (sentiti i gruppi parlamentari..) indicare il Presidente del Consiglio da inviare alle Camere per ottenere la fiducia. Le primarie hanno senso per l’elezione del sindaco, del presidente di Regione ma nel caso del Presidente del Consiglio mi sembrano contrarie allo spirito e alla lettera della Costituzione. Insistere su questa strada significa continuare nella deriva berlusconiana che voleva far credere che il Presidente del Consiglio era eletto direttamente dal “popolo”. Sappiamo che a qualche esponente del PD (o forse a molti anche se non osano dirlo apertamente) piace “il semipresidenzialismo alla francese” o qualcosa di simile che “dia più poteri al premier”, ma questo è un altro discorso. Con la vigente Costituzione (da conservare per bene!) la scelta dal Presidente del Consiglio non spetta al popolo, per quanto in una modalità “democratica” (primarie) bensì, ripeto, al Presidente della Repubblica. Potete, per favore, sviluppare questi argomenti? Nello
io so solo una cosa: se il Pd si allea con Vendola non ,o voto di sicuro. Mi ha fregato abbastanza con i suoi Ulivi e Unioni. Un incubo. d’altro canto preferisco Renzi a Bersani. Renzi può permettersi di avere le idee chiare. Bersani non può o non è capace di fare delle scelte.
liana
Per quel che vale, sono perfettamente d’accordo con Nello.
Il Partito Democratico ha un leader: che stili un programma e lo sottoponga al giudizio degli elettori. Altrimenti che ci sta a fare?
Le primarie, sinceramente, hanno poco senso.
Solo per chiarire il mio pensiero a “g.r.c. tessera lg 4706″ che si domanda quale sia il mio problema.
Il mio è il problema di un uomo il quale (come pure “g.r.c. tessera lg 4706″, non si faccia illusioni) ha perduto i suoi diritti di cittadinanza grazie a coloro che – con il loro avallo, anzi con la loro attiva partecipazione di sedicenti uomini della sinistra al saccheggio dei piduisti, degli eversori – hanno consentito ed avallato lo scempio sociale, etico, politico, economico del Paese.
E’ vero, non sono i soci di L&G che hanno consegnato il Paese a berlusconi, ma se mi faccio le domande retoriche che sorprendono “g.r.c. tessera lg 4706″ è perché i suddetti, oggi tanto critici di d’alema, bersani, veltroni, violante (!)…, hanno continuato a votarli per quasi un ventennio.
Amici di Libertà e Giustizia, la mia preoccupazione sale quando avverto segnali che il PD, che si candida alla guida del Paese–
1 . fa quadrato attorno a leader invecchiati dentro il Parlamento a dispetto delle stesse regole statutarie;
2. teme le preferenze perché i candidati prediletti dall’apparato e messi in testa alla liste sarebbero spazzati via da un elettorato che ne ha abbastanza delle carriere politiche lunghe una vita;
3. non è chiaro sui costi della politica e sulla riduzione dei parlamentari;
4. è vecchio e ripetitivo nel rispondere a fenomeni “populisti”: ma non dovrebbe essere un partito come quello, capace, (politicamente capace), di “risolvere” una malattia sempre incombente sulla democrazia, senza pensare che basti l’insulto di “fascista”?
Così speculare, del resto, a quello di “cumunista”…
Poi c’è il ciclone Renzi: sfascerà il suo Partito? ne farà uno suo?
Tempi bui.
Giuliana Zanelli, Imola
In Italia si continua ad alimentare lo storico conflitto tra due antitetiche concezioni sul “dover essere” della società, stato sociale contro liberismo radicale, come se il tempo fosse trascorso invano, come se la costituzione italiana non esistesse, come se ancora oggi, come nell’ottocento, ciascuna delle parti sociali potesse avere la facoltà, conquistato il potere con la forza dei numeri (dittatura della maggioranza), di dettare e imporre all’altra regole di parte non ispirate all’interesse generale.
Un dualismo ideologico che alimenta una accesa conflittualità tra le forze politiche di destra e di sinistra, ciascuna delle quali punta a far valere la propria concezione del ruolo da attribuire allo stato istituzione quale ordinamento sociale ed economico.
La conseguenza più immediata e paradossale, se fosse ammissibile la concezione dualistica e/o pluralistica del ruolo da attribuire allo stato, sarebbe quella di ritenere ad esempio legittime le concezioni di stato-minimo della destra liberista, di nazionalismo di altra destra, di secessionismo dei movimenti separatisti, di centralismo democratico (comunismo) di una certa sinistra.
Ebbene, le forze politiche devono finalmente prendere coscienza del fatto che l’assunzione della funzione politica sia di governo che di opposizione comporta l’impegno di rispettare le regole sul “dover essere” della società e sul ruolo dello stato stabilite nella costituzione del 1948, nella quale sono state recepite le regole del sistema democratico moderno su istituzioni società ed economia, secondo l’elaborazione della filosofia politica degli ultimi due secoli.
Al riguardo si può con un buon fondamento affermare che il complesso delle norme costituzionali indica in modo chiaro le linee guida dell’ indirizzo politico nazionale da ritenersi ineludibile e non assoggettabile a strumentalizzazioni politiche e tantomeno a tentativi di revisioni che ne alterino l’essenza. Stiamo parlando di un indirizzo politico nazionale adottato nell’atto fondativo quale compromesso fra la concezione di democrazia liberale, in senso sociale ed economico, e di democrazia sociale quale organizzazione istituzionale che si fa carico (dovere) di interagire in ogni settore socio economico per garantire a tutti i cittadini, individui famiglie e imprese, libertà, uguaglianza, solidarietà (welfare), salute, giustizia sociale, pari opportunità, e anche di intervenire quando fosse necessario per dirimere ogni situazione conflittuale fra le parti sociali da cui possa derivare una situazione di profondo disagio sociale.
Se questo è esatto, ne consegue che è compito, o meglio dovere civico delle forze politiche, che intendono partecipare alla competizione democratica elettiva, per l’alternanza al governo, fare proprio l’indirizzo politico nazionale delineato nella costituzione e concorrere (come prevede la stessa costituzione) a rendere concrete le condizioni per l’attuazione delle accennate linee guida.
Si tratta, in buona sostanza, di abbandonare concezioni sul “dover essere” di istituzioni società ed economia costituzionalmente inammissibili e acquisire finalmente una autentica cultura politica di governo di una moderna comunità statale che ha scelto quale proprio indirizzo politico nazionale il modello di stato insieme liberale e sociale.
se voterò, sarà IDV: purchè si blindi esplicitamente ed inequivocabilmente rispetto agli scilipoti e di gregorio ….Il PD, di cui ho seguito sempre e votato,partecipato attivamente tutte le primarie,a partire da Prodi, ha una tale protervia nell’ignorare la richiesta di ALTRAPOLITICA (copyright flores d’arcais…) che da anni sale dal paese, è talmente compromesso nell’inciucio cronico, talmente abbarbicato al potere, talmente vacuo nelle generiche boutade,talmente arrogante sulla questione morale, talmente certo di vincere sul ricatto (di sempre) che non abbiamo alternative… (no, Sandra, non funzionerebbe più!), talmente assente sulla difesa della magistratura antimafia, talmente silente su una proposta chiara e comprensibile, talmente stucchevole sul balletto di Vasto/non Vasto, Casinisì/ma forse no….che non me ne può importare di meno. Ci hanno ingannati, delusi, e fregati. La Puppato mi pare MOLTO interessante: ma votarla e poi – come Ignazio Marino – vederla finire in una irrilevante minoranza è un rischio che non avrei voglia di correre. Preferirei la certezza che IDV, partito della legalità e della unica opposizione parlamentare a B., continuasse certamente ad esserci: questi faranno di tutto per sbarrare al 5%…
Io non penso che Bersani sia incosapevole di quanto ormai è evidente alla maggioranza, come Sandra Bonsanti esplicita nel suo editoriale.
Ritengo anche che all’interno del PD sono molte le voci che spingono affinchè il PD prenda posizioni chiare ed esplicite. Dato che apprezzo Bersani e lui non le ha mai esplicitate, ma solo lasciate intendere, traggo la consapevolezza che Bersani, come segretario del partito non può esplicitare una posizione chiara e netta: pena lo spaccamento del partito.
Pochi giorni fa ho sentito Ignazio Marino alla trasmissione di Oscar Giannino affermare che con sicurezza Bersani si sarebbe espresso in base allo statuto del PD per la non canditatura per le persone che hanno già conseguito tre mandati.
A questo punto c’è da sperare che l’avanzata di Renzi, sempre interna al PD, scompigli talmente la situazione in modo da permettere al segretario di esprimersi in libertà e mettersi alla testa del cambiamento. Se non riuscirà possiamo solo contare sul successo di Renzi.
Siamo alle solite! Ma vi ricordate 20 anni fa la scesa in campo di Berlusconi?! Arriva finalmente un volto nuovo, via i vecchi parrucconi corrotti e collusi, largo al vento di rinnovamento…e giù a votarlo, e non una volta sola. Il primo governo Prodi aveva incominciato quelle riforme che se gli avessero lasciato portare a termine ci avrebbero risparmiato l’attuale situazione disastrosa e l’inevitabile intervento di un governo di tecnici, ma allora cera Bertinotti il duro e puro. Ve lo ricordate Bersani Ministro, aveva portata avanti delle riforme forse più avanzate di quelle del governo Monti, ma adesso arriva il vento nuovo e tutti a correre dietro a Grillo o a Renzi che vuole mandare in pensione tutta la vecchia guardia indiscriminatamente, per proporci cosa lo stiamo ancora aspettando.
Vada per il rinnovamento, vada per lasciare spazio alle nuove generazioni, ma per favore attenzione alle cicale!!
Per concludere vorrei invertire l’ordine delle priorità proposto da Sandra Bonsanti: Europa, Lavoro, Economia.
Non forse non hanno capito che il tempo è scaduto.
Vent’anni sono più che sufficienti per chiunque per mettere in pratica le proprie idee, vi è stata anche l’l’alternanza tra centro-sinistra e centro-destra.
Quindi è irrilevante che ci possa essere un renzi oppure un bersani o chiunque altro.
Siamo nel 2012 ed abbiamo un pd che non riesce ad avere una straccio di linea chiara e limpida su un programma che non vada aldilà delle larghe intese prima ed ora di un accordo tra progressisti e riformisti oppure nascondersi dietro la foglia di fico della crisi come se gli fosse piovutà dal cielo a loro insaputa invece di ammettere che è stata causata dalle loro scelte o meglio dall’ideologia pro eoropa che non bisogna dimenticare si tratta di una posizione politica alla pari di chi è contro un’unificazione passando attraverso una perdita di sovranità nazionale
Ma per favore, basta. Mio padre mi raccontava che già da piccolo gli dicevano che c’era la crisi, la dc a governato perchè se no venivano i comunisti, caduta la dc e arrivato berlusconi perchè se no sarebbero arrivati i comunisti, ora vuole andare al governo questa cozzaglia di mestieranti della politica alla strgua del vecchio pentapartito, tutti uniti per cambiare nulla. Basta meglio votare storace oppure prc. Voto chiaro, linee chiare e soprattutto se dopo aver governato non ha soddisfatto alle prossime elezioni si vota all’opposto, almeno in questo modo saremo sicuri che quello che verrà dopo disferà veramente quello che ha fatto il primo e non come adesso con questa presa in giro.