Gli eroi nazionali di una nazione senza verità

18 Lug 2012

In un paese così povero di esempi, di eroi, per alcune generazioni di giovani e meno giovani gli eroi sono soprattutto due: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino

In un paese così povero di esempi, di eroi, per alcune generazioni di giovani e meno giovani gli eroi sono soprattutto due: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
Sanno che sono stati uccisi dalla mafia, così come Giorgio Ambrosoli, anche lui sacrificato sull’altare della legalità.
Hanno imparato i nostri giovani che i due magistrati siciliani sono morti per sottrarre l’Italia al dominio dei ricattatori, del sopruso, della violenza, della crudeltà, della corruzione.
Giovanni e Paolo: la loro fotografia è appesa in tante scuole italiane.
Ma quando i ragazzi ti chiedono chi li ha uccisi e perché allora, in quella primavera del ’92 e se tutti i colpevoli sono stati processati, allora non si sa cosa dire.
Solo che la verità è molto difficile da scoprire e che ci sono molte personalità interessate a che non si sappia.
Non si deve sapere il perché sono stati uccisi, Falcone e Borsellino. Non si vuole che si sappia. Non si può raccontare che c’era allora un’Italia che voleva combattere la mafia e magari anche riuscire a sconfiggerla per sempre. Ma che questa mafia ricattava ed uccideva per impedire di essere sconfitta.
Uccideva gli uomini politici che erano stati complici e ora non davano più assicurazioni. Uomini pavidi, spaventati, terrorizzati dopo l’uccisione di uno di loro, Salvo Lima. Un intero partito aveva paura, la DC. Questi uomini pavidi cercarono di “trattare” per salvarsi la pelle e trovarono gli interlocutori adatti. Nessuno di loro, dopo Salvo Lima perse la vita.
Ma c’erano anche i magistrati che mai avrebbero “trattato”, mai sarebbero scesi a patti con la mafia: erano Falcone e Borsellino e sono stati trucidati insieme alla loro scorta.
A questa semplicissima ricostruzione dei fatti d’ora in poi, alle domande dei ragazzi in cerca di eroi, si dovrà aggiungere che il segreto continua.
Falcone e Borsellino, eroi nazionali di una nazione senza verità.

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