Abbraccio antimafia Duecento in corteo per il pm Tamburini

16 Lug 2012

L’applauso più lungo lo strappa il procuratore Antonino Condorelli, com’è giusto che sia. Gioca in casa e il Tribunale è la casa di tutti, nonostante gli spifferi, l’affollamento dei corridoi, la lentezza dei processi. A tenere assieme i mattoni è il principio di legalità, basta sfilarne uno perché la giustizia cominci a zoppicare. «L’attacco al collega Giulio Tamburini non è un fatto privato – scandisce Condorelli al microfono – è un attacco a tutti noi cittadini di Mantova e italiani del nord». Un attacco frontale al principio di legalità.
La risposta della società civile è spontanea, colorata, commovente come solo le cose imperfette sanno essere. Il microfono che fischia, le voci che tremano dall’emozione di leggere in pubblico, la retorica innocente. Lanciata da Libertà e Giustizia, l’idea dell’abbraccio al Tribunale raccoglie in via Poma duecento persone. «Più che un’idea è stato un istinto» confessa Alessandro Monicelli. Un riflesso etico, civile, democratico per proteggersi dalla bomba piazzata davanti alla casa del magistrato Tamburini.
Un passaparola che si è fatto appello allargandosi in cerchi concentrici fino a raggiungere gli amministratori. Quasi ci si stupisce a vedere i sindaci con la fascia tricolore. Gianbattista Ruzzenenti si è portato pure il gonfalone di Medole. In prima fila c’è anche Roberto Irpo per il Comune di Mantova, nonostante il giudizio severo degli organizzatori rispetto alla politica della giunta Sodano. Ma è il momento di stringersi non di spingersi via. Inutile fare la conta, si rischierebbe di dimenticare qualcuno. Associazioni, sindacalisti, deputati regionali, politici locali, giudici, magistrati, cittadini sciolti, mantovani, italiani del nord. Da Sucar Drom alla condotta Slow Food, non manca nessuno. La gamma delle citazioni spazia da Saramago a Simone Weil, si vola alto restando con i piedi per terra. Monicelli legge Borsellino, il teologo Armido Rizzi ricorda don Puglisi, Donata Negrini dà voce a Maddalena Rostagno. E così via.
Donatella Vernizzi sollecita una resistenza permanente, quotidiana, alla mafia, altrimenti l’abbraccio minaccia di sciogliersi in mondanità. La sveglia suona per la politica, «che può fare molto, quasi tutto». A ogni livello, dalla carica più alta all’ultimo dei consiglieri comunali. Condorelli ringrazia e aggiunge il suo ricordo personale di Falcone e Borsellino, uccisi vent’anni fa a 1.400 chilometri da Mantova. Altra storia, brutta, bruttissima, rispetto all’attacco a Tamburini, ma il segno di illegalità è lo stesso. Così lontani, così vicini.

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